Ponte sullo Stretto, in aula gli espropri: "Nessuna impresa dietro la porta tra 60 giorni"

Ponte sullo Stretto, in aula gli espropri: “Nessuna impresa dietro la porta tra 60 giorni”

Giuseppe Fontana

Ponte sullo Stretto, in aula gli espropri: “Nessuna impresa dietro la porta tra 60 giorni”

mercoledì 17 Aprile 2024 - 15:30

I tecnici dell'ufficio aperto l'8 aprile sono stati ospiti della commissione sull'opera per dare numeri e chiarimenti

MESSINA – In Commissione Ponte, presieduta da Pippo Trischitta, si è tornato a parlare di espropri. Si è trattato di un’audizione tecnica sul tema, con ospiti l’ingegnere Gioacchino Lucangeli, in qualità di responsabile della struttura espropri della società Stretto di Messina, il geometra Michelangelo Difrancesco, responsabile unico del procedimento, e l’ingegnere Scammacca dell’ufficio di Lucangeli. Presenti anche la sesta e la seconda municipalità.

L’iter

Il primo a parlare è stato Lucangeli: “Il 3 aprile è stato pubblicato l’avvio del procedimento, in linea con l’iter e al quadro legislativo vigente. Sono state ricevute oltre 200 persone interessate. Una cosa è importante è questa: allo scadere dei 60 giorni durante i quali i soggetti interessati potranno formulare le loro osservazioni, non è che abbiamo l’impresa dietro casa che inizia i lavori. Questa è una fase preliminare, intermedia, ricordiamoci sempre che il Mit ha 90 giorni per chiudere la conferenza dei Servizi, formulare l’istruttoria e trasmetterla al Cipess. Poi sarà il Cipess ad approvare il progetto e contemporaneamente a costituire la dichiarazione di pubblica utilità, che poi deve essere registrata dalla Corte dei Conti. Dopo di che si darà conto dell’esito tramite raccomandata ai soggetti interessati, con le informazioni necessarie e utili per le indennità”.

“Vogliamo creare un rapporto collaborativo”

“Gli incontri? Secondo me sono stati un successo – ha continuato Lucangeli -. Noi non vogliamo cambiare le convizioni di nessuno, ma siamo lì da tecnici per dare risposte. E ritengo che chi è stato in ufficio sia andato via soddisfatto”. “In questa case non sappiamo quale sia il reale valore intrinseco dell’immobile – ha spiegato poi Scamacca -, lo sapremo soltanto quando inizieremo”. Ma la volontà è “di stabilire un rapporto collaborativo con chi è interessato dagli espropri, basto su equità e trasparenza, per evitare il più possibile contenziosi”, secondo quanto ha sottolineato Lucangeli.

“4 milioni di metri quadri interessati”

Nel caso in cui “i soggetti non condividano l’indennità, si potranno rivolgere a un gruppo di tre tecnici (uno nominato dallo stesso soggetto, uno dalla società e uno ‘neutrale’). Ma può anche adire per vie legali con la Corte d’Appello”. Poi i numeri, su cui è intervenuto Difrancesco: “Circa 4 milioni di metri quadri interessati, il 60 per cento in Sicilia e il 40 per cento in Calabria. Ci sono stati aumenti tra zone da espropriare e da adibire a servizi a causa degli aggiornamenti normativi intervenuti dal 2011 a oggi, soprattutto sul tema della sicurezza sul lavoro. La perizia sul valore degli espropri parla di importi per circa 218 milioni, suddiviso per circa il 73 per cento in Sicilia e il resto in Calabria”. Quindi sul versante messinese si parla di circa 160 milioni di euro, per circa 2 milioni e 300 mila metri quadrati, di cui l’80 per cento di soli espropri.

298 abitazioni in città

“Sul territorio messinese è prevista l’acquisizione di 473 unità immobiliari, suddivise tra residenziali, negozi-botteghe, e altro. Le abitazioni sono 298. Le località interessate maggiormente sono Margi (Torre Faro) e Contesse. Le altre località sono sparse lungo il tracciato. Ci sono anche altri Comuni interessati, da Villafranca in poi, cioè Saponara, Venetico, Valdina e Torregrotta”. Sulle planimetrie non compaiono, inoltre, le case che avranno “disagi” durante la realizzazione dell’opera o al completamento del Ponte, che sia per l’occupazione della vista o per fattori legati a polvere e rumori. Difrancesco ha spiegato che “la Stretto di Messina controllerà anche questi aspetti”. Si chiamano “immobili frontisti”, ma le situazioni devono essere “oggettive”. Difrancesco ha infatti sottolineato che “il cantiere crea disagi ovunque lo si fa. La viabilità è studiata progettualmente per affievolire questi disagi. Ma ovviamente è una delle domande che ci fanno più spesso i cittadini in questi giorni, soprattutto chi ha strade private d’accesso”.

Diversi i temi toccati, ma la discussione si è animata soprattutto sul caso dell’inceneritore di Pace. Quest’ultimo, infatti, è stato inserito dai tecnici del Comune nella relazione sulle criticità portata dal sindaco Federico Basile a Roma, come ha ricordato il presidente Trischitta. Ma per gli ingegneri, lo stesso inceneritore non sarà interessato dagli espropri. Un argomento su cui si tornerà per un confronti in aula tra i soggetti interessati. E dalla commissione e dalle municipalità è stata avanzata la proposta di fare degli incontri con sopralluoghi sui luoghi cardine degli espropri, per comprendere meglio alcuni passaggi.

3 commenti

  1. informatevi bene perchè già si è scoperto che le zone colorate sui mappali non sono veritiere…. almeno nel mio caso…. questo è quanto detto dagli incaricati allo sportello informativo….

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  2. TRANQUILLI FATEVI QUEST’ULTIMA ESTATE

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  3. Marcella Millimaggi 18 Aprile 2024 06:52

    In un mercato immobiliare che langue che sollievo l’esproprio! Mai viste tante case in vendita e un unico acquirente che paga in contanti! Che lavoro farà mai per avere tutti questi soldi? Già, lavora per l’umanità sofferente di Messina! Dà lavoro ai disoccupati, percorre nuove strade anzi le inventa ( metropolitana del mare etc) toglie le baracche e anche ville e palazzi e a Villa San Giovanni anche il cimitero! quando arriva il ponte ( la guerra) arriva per tutti!!!

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