Politica

“A menza bira”, “a menza c’a panna” e… “a menza città”. Benvenuti a Messina

di Marco Ipsale

“A menza bira” e “a menza c’a panna”. Anche se in realtà sono una bottiglia e un bicchiere intero. Una città che vive a metà, tanto nel linguaggio quanto nelle azioni. E non riesce a trasformare le incompiute in… compiute, a far sì che quelle metà diventino complete.

Città spopolata

Nella prima metà degli anni ‘80 Messina aveva 280mila abitanti. Quarant’anni dopo sono 220mila, cioè 60mila in meno, una media di 1.500 persone in meno all’anno, senza la minima inversione di tendenza. Continuando di questo passo, sempre che non si peggiori, la proiezione porta a 140mila abitanti tra qualche decennio: “menza” città.

L’impegno ce lo stiamo mettendo tutto: mentre al nord Italia ed Europa le opere pubbliche, e dunque i servizi per i cittadini, si realizzano in tempi “europei”, qui si fa tutto con calma. Che fretta c’è?

Messina avrebbe bisogno di spazi verdi, isole pedonali, trasporto pubblico, viabilità scorrevole, che corrispondono agli obiettivi di tutte le città. Solo che, rispetto ad altre città, siamo molto indietro.

La tangenziale

Ad esempio abbiamo “menza” tangenziale perché non copre la periferia sud, da Tremestieri a Giampilieri, né quella nord, dall’Annunziata a Mortelle. E vogliamo parlare del sistema Giostra – Annunziata? Il 15 maggio 2013 lo svincolo di Giostra è stato aperto solo in entrata ma non in uscita: “menzu” svincolo.

Svincolo di Giostra e viadotto Ritiro

Tra il 2017 e il 2019 è stato aperto l’altro mezzo, quello in uscita, ma solo per un breve periodo per la necessità dei lavori sul vicino viadotto Ritiro. Così è stata chiusa l’uscita per chi viene da Boccetta, che tra qualche mese riaprirà. Ma a quel punto chiuderà l’uscita per chi viene da Villafranca fino al termine dei lavori del viadotto Ritiro.

Ecco, il viadotto Ritiro. Ridotto a una corsia nel 2012, dieci anni fa, ieri si sono conclusi quelli sulla prima delle due carreggiate, che è stata aperta. A una sola corsia, ovviamente: “menzu” viadotto.

Tutto il sistema doveva essere collegato con due rampe dirette verso due gallerie di collegamento con l’Annunziata: le rampe ci sono ma non sono mai state aperte, di galleria ne è stata realizzata solo una su due, la metà.

Non va meglio nel resto delle autostrade messinesi, in provincia, spesso a una sola corsia. Il simbolo è la frana di Letojanni, che risale al 2015 e i cui lavori non sono ancora finiti. Anzi al momento è stata realizzata solo una galleria su due e la seconda potrebbe anche non farsi più. Vedi sopra.

Via don Blasco

Viabilità autostradale ma anche cittadina. La via don Blasco, ad esempio, sarà una fondamentale alternativa alla via La Farina. E’ già stata inaugurata due volte ma si possono percorrere con continuità solo 800 metri, tra via Salandra e via Liguria, che poi tra via Roma e via Liguria si potevano percorrere già da prima. Insomma, “menza” via don Blasco, o anche meno, visto che il percorso totale sarà di 3 chilometri e 800 metri.

Porto di Tremestieri

Messina ha bisogno di liberare la rada San Francesco dal traffico navale e, di conseguenza, realizzare un vero lungomare e liberare il centro città dal passaggio dei mezzi in transito. Ecco perché sono stati costruiti i primi due scivoli a Tremestieri, peccato che uno dei due sia spesso insabbiato e che i lavori di ampliamento proseguano a rilento: “menzu” porto.

Tram

Serve, poi, migliorare il trasporto pubblico. Quando la linea tranviaria è stata inaugurata, nel 2003, le vetture erano 15. Oggi sono 8, “menzu” tram. E anzi fino a qualche mese fa erano ancora meno. La linea sarà riqualificata con un appalto in corso da 25 milioni, che prevede la riduzione da due binari a uno in via Vittorio Emanuele e via Catania. Zone, soprattutto quest’ultima, dove i marciapiedi sono rimasti in effetti molto ridotti, con danni a pedoni e commercianti. Ma, piuttosto che prendere spazio alla sede tranviaria, non era meglio ricavarlo dalla sede stradale lì dov’è costante il parcheggio in sosta vietata e spostare un binario a monte? Insomma da due binari a uno, “menzu” binario.

Isole pedonali

Nel 2022 in tutte le città civili il centro città è isola pedonale. A Messina il viale San Martino è dominato dal caos. Resta piazza Cairoli, che però ha solo le strade intorno chiuse. Il progetto per renderla pedonale, comunque, c’è e i lavori sono stati assegnati, anche se ancora non iniziati. Riguardano, però, solo il lato monte, mentre a valle resterà tutto com’è: “menza” isola.

Situazione simile a Torre Faro. L’anno scorso, finalmente, si era osato con l’isola pedonale estiva, tutti i giorni, da giugno a settembre. Quest’anno solo dalle 18 alle 2 e solo dal venerdì alla domenica: altra “menza” isola.

Lungomare

L’emblema di una città che non riesce a sfruttare la risorsa mare. Una città con 56 chilometri di costa, dei quali pochi fruibili. Uno dei casi in cui se anche si facesse “menzu” lungomare andrebbe di lusso. No, neanche quello.