Una città che si spopola e non riesce a invertire la rotta perché tutto si muove molto lentamente
di Marco Ipsale
“A menza bira” e “a menza c’a panna”. Anche se in realtà sono una bottiglia e un bicchiere intero. Una città che vive a metà, tanto nel linguaggio quanto nelle azioni. E non riesce a trasformare le incompiute in… compiute, a far sì che quelle metà diventino complete.
Città spopolata
Nella prima metà degli anni ‘80 Messina aveva 280mila abitanti. Quarant’anni dopo sono 220mila, cioè 60mila in meno, una media di 1.500 persone in meno all’anno, senza la minima inversione di tendenza. Continuando di questo passo, sempre che non si peggiori, la proiezione porta a 140mila abitanti tra qualche decennio: “menza” città.
L’impegno ce lo stiamo mettendo tutto: mentre al nord Italia ed Europa le opere pubbliche, e dunque i servizi per i cittadini, si realizzano in tempi “europei”, qui si fa tutto con calma. Che fretta c’è?
Messina avrebbe bisogno di spazi verdi, isole pedonali, trasporto pubblico, viabilità scorrevole, che corrispondono agli obiettivi di tutte le città. Solo che, rispetto ad altre città, siamo molto indietro.
La tangenziale
Ad esempio abbiamo “menza” tangenziale perché non copre la periferia sud, da Tremestieri a Giampilieri, né quella nord, dall’Annunziata a Mortelle. E vogliamo parlare del sistema Giostra – Annunziata? Il 15 maggio 2013 lo svincolo di Giostra è stato aperto solo in entrata ma non in uscita: “menzu” svincolo.
Svincolo di Giostra e viadotto Ritiro
Tra il 2017 e il 2019 è stato aperto l’altro mezzo, quello in uscita, ma solo per un breve periodo per la necessità dei lavori sul vicino viadotto Ritiro. Così è stata chiusa l’uscita per chi viene da Boccetta, che tra qualche mese riaprirà. Ma a quel punto chiuderà l’uscita per chi viene da Villafranca fino al termine dei lavori del viadotto Ritiro.
Ecco, il viadotto Ritiro. Ridotto a una corsia nel 2012, dieci anni fa, ieri si sono conclusi quelli sulla prima delle due carreggiate, che è stata aperta. A una sola corsia, ovviamente: “menzu” viadotto.
Tutto il sistema doveva essere collegato con due rampe dirette verso due gallerie di collegamento con l’Annunziata: le rampe ci sono ma non sono mai state aperte, di galleria ne è stata realizzata solo una su due, la metà.
Non va meglio nel resto delle autostrade messinesi, in provincia, spesso a una sola corsia. Il simbolo è la frana di Letojanni, che risale al 2015 e i cui lavori non sono ancora finiti. Anzi al momento è stata realizzata solo una galleria su due e la seconda potrebbe anche non farsi più. Vedi sopra.
Via don Blasco
Viabilità autostradale ma anche cittadina. La via don Blasco, ad esempio, sarà una fondamentale alternativa alla via La Farina. E’ già stata inaugurata due volte ma si possono percorrere con continuità solo 800 metri, tra via Salandra e via Liguria, che poi tra via Roma e via Liguria si potevano percorrere già da prima. Insomma, “menza” via don Blasco, o anche meno, visto che il percorso totale sarà di 3 chilometri e 800 metri.
Porto di Tremestieri
Messina ha bisogno di liberare la rada San Francesco dal traffico navale e, di conseguenza, realizzare un vero lungomare e liberare il centro città dal passaggio dei mezzi in transito. Ecco perché sono stati costruiti i primi due scivoli a Tremestieri, peccato che uno dei due sia spesso insabbiato e che i lavori di ampliamento proseguano a rilento: “menzu” porto.
Tram
Serve, poi, migliorare il trasporto pubblico. Quando la linea tranviaria è stata inaugurata, nel 2003, le vetture erano 15. Oggi sono 8, “menzu” tram. E anzi fino a qualche mese fa erano ancora meno. La linea sarà riqualificata con un appalto in corso da 25 milioni, che prevede la riduzione da due binari a uno in via Vittorio Emanuele e via Catania. Zone, soprattutto quest’ultima, dove i marciapiedi sono rimasti in effetti molto ridotti, con danni a pedoni e commercianti. Ma, piuttosto che prendere spazio alla sede tranviaria, non era meglio ricavarlo dalla sede stradale lì dov’è costante il parcheggio in sosta vietata e spostare un binario a monte? Insomma da due binari a uno, “menzu” binario.
Isole pedonali
Nel 2022 in tutte le città civili il centro città è isola pedonale. A Messina il viale San Martino è dominato dal caos. Resta piazza Cairoli, che però ha solo le strade intorno chiuse. Il progetto per renderla pedonale, comunque, c’è e i lavori sono stati assegnati, anche se ancora non iniziati. Riguardano, però, solo il lato monte, mentre a valle resterà tutto com’è: “menza” isola.
Situazione simile a Torre Faro. L’anno scorso, finalmente, si era osato con l’isola pedonale estiva, tutti i giorni, da giugno a settembre. Quest’anno solo dalle 18 alle 2 e solo dal venerdì alla domenica: altra “menza” isola.
Lungomare
L’emblema di una città che non riesce a sfruttare la risorsa mare. Una città con 56 chilometri di costa, dei quali pochi fruibili. Uno dei casi in cui se anche si facesse “menzu” lungomare andrebbe di lusso. No, neanche quello.
Tutto, assolutamente, condivisibile!
Grazie a chi ci ha governato fino ad oggi. Ringrazieremo, allo stesso modo, anche chi ci governa adesso? Chi vivrà, vedrà!
….finalmente un articolo di denuncia !!! Dovreste farlo tutti i giorni, non allietarci con progetti mai realizzati ed irrealizzabili…..
Credo che in Messina, dirigono i lavori e gli appalti, i soliti noti, altrimenti non si capisce l’immobilismo.
Ricordo che a Firenze, fu effettuato il sottopassaggio ,per i veicoli, sotto tutti i binari della stazione di Santa Maria Novella, con un’operazione d’ingegneria non da poco, con tempi rapidissimi e con ditte attrezzate e impiegate h24.
Chi gestisce gli appalti nella nostra martoriata Messina?
MENZA CITTA’ E’ ANDATA A VOTARE……….
QUINDI………….”MENZU SINNUCU””…………
NON VU SCUDDATI !!!!
la mezza città che non è andata a votare stava bene all’ ombra e gli andava bene qualunque risultato….forse anche tu fai parte di quella mezza città senza spina dorsale ma ora vi siete svegliati e fate i ridicoli
Dio mio che città patetica.
Caro MIKE menzu du menzu
perché l’autru menzu è sempre di DE LUCA che
rimarrà sempre pedi pedi
Mi permetto a corredo di quanto esposto nell’articolo,di menzionare lo stadio Franco Scoglio.Unico impianto in Italia, nato “monco” poiché sprovvisto di copertura.
Ci sono cose più importanti da risolvere in città. E poi menzu stadiu avanza pi menza squadra.
Sicuramente nella scala delle priorità la copertura dello stadio non occupa i primi posti. Ho voluto menzionare il Franco SCOGLIO, “a corredo” delle opere da ultimare nella nostra splendida e “negletta” MESSINA. Non accetto e non condivido il “disfattismo” e la rassegnazione ,così pure il fatalismo tipico di tanti messinesi..
“Mezza squadra val bene “mezzo stadio”
A chi scrive dello stadio “Franco Scoglio” nato ‘monco’ dico che ha perfettamente ragione in quanto nel 2004/5/6 ecc. NON si può progettare uno stadio da 40.000= spettatori non coperto e per di più senza parcheggi auto in misura adeguata. È soltanto un fatto di pura programmazione che da 40 anni a questa parte in questa città NON è mai esistita. Punto. Ancora oggi si parla dell’apertura dello svincolo per l’Annunziata, sempre dato per imminente anche dai giornali in modo vergognosamente trionfalistico come se avessimo raggiunto chissà che cosa. In una città che prevede una sola galleria (San Jachiddu) per uno svincolo così importante per la zona Nord, lavori propedeutici allo svincolo sempre sul torrente Annunziata non se ne parla e c’è soltanto un parcheggio “selvaggio” da parte degli automobilisti, ma mi dite cosa vogliamo fare se non pregare in un nuovo terremoto che, forse, potrebbe far cambiare l’inerzia di questa città?!!
benvenuti a BUDDACILANDIA ….Direi ahahahahahahah ancora parlano di PONTE SULLO STRETTO….a ridicoli…..la frana di Letojanni sa palliunu da quasi 5 e pssa anni, i raddoppi ferroviari, campa Cavallu, Tremestieri è peggiu da Tila di Penelope, soltanto che di Ulisse non esiste l’ombra, abbiamo delle imbellettate parlamentari che si gloriano di essere il Primo partito….aunni, no sacciu, , Strade e autostrade Siciliane che sunnu peggiu di Trazzzere poi in inverno non ne parliamo, la Sanità va a carte 48, il terzo settore chi è cosa i manciari ???? gli attraversamenti marini sono in mano ai Privati che fanno il bello e cattivo tempo, perché quelli pubblici sono in mano a degli inutili personaggi chi fannu bla bla bla,….ci sarebbe da scrivere un libro di 1000 e passa pagine…scusate lo sfogo, a dimenticavo i missinisi e i siciliani mi annu a scusari ma credetemi non hannu completamenti sangu nte vini…..mannunu avanti sempri i stissi inveci di fari rivoluzioni. ora avemu a GIRRUSSU e La Vavera insiembe a chiddu da bucca larga un certo De Luca…
…e tu che ci allieti con le tue ridicole battute in dialetto fino adesso dove sei stato?
chi hai votato fino adesso? a chi hai dato la tua preferenza? lo hai dato a chi ti ha favorito facendoti assumere figli nipoti o generi ? ma a te stava bene, tanto degli altri ti interessava poco…ora invece fai proclami, urli, fai teatrino ridicolo…perchè non ci pensavi prima….invece di votare no tibet o personaggi “genovesi” o parenti di lando (l’ alttore).
fatti un esame di coscienza e fai un po meno proclami e lascia lavorare chi cerca di farlo.
Parlare di giustizia sociale con il tuo nickname è un po’ inquietante.. chi vorresti inquisire?? Sveglia!!! Qui facciamo la guerra tra poveri e aspettiamo sempre qualche ‘santo’. Non è più tempo nè di delegare, né di inquisire mio caro torquemada, non siamo più a Valladolid, né il clero né lo stato la aiuteranno da questo disastro..ci possiamo aiutare solo tra noi cittadini, come una vera comunità, senza bisogno di mettere nessuno al rogo.
Cordialmente
E’ dire poco un bell’articolo corrispondente perfettamente alla realtà attuale. Sorrido pensando se dovessero approvare la costruzione del ponte, sarebbe già meglio destinare le risorse per “menzu ponti”. Forse perchè siamo “menzi missinisi” senza orgoglio e pretese legittime, a dispregio dei nostri avi che avevano reso importante la nostra città nel mondo. Cordialità.
Sono andato via da Messina nell’ormai lontano 2001. Periodicamente “scendo” in quella che ancora (e sempre) considero la mia città. Il problema è che in oltre 20 anni non ho mai visto un passo, ma che dico uno: “menzu” passo in avanti. Solo passi indietro. Si alternano e susseguono le amministrazioni ma la mia adorata Messina è ormai sprofondata in una sorta di coma (spero non) irreversibile. Temo sia davvero un enorme problema di mentalità. E dire che avremmo tutto il potenziale per renderla la città più bella d’Italia. Peccato!
La realtà in questo articolo ma aggiungo un’altra Menza riguardo i 60000 cittadini in meno.
Sono molti di più, conosco decine e decine comprese le mie due figlie, risultano residenti ma nn lo sono da anni – fuori sede e lavoratori che hanno mantenuto solo la residenza a Messina ….molti nn tornano neanche a votare…..
Scusate ,non avete completato il finale, a mio avviso bene. In quanto dovevate chiudere con mezza dignita’ e anche meno dei messinesi. E’ vero, molti dei messinesi si sono svuotati, piu’ che la dignita,’ anche l’anima, ma alla maniera come si fa con la cannuccia immersa nella bibita. Special modo la classe politica imperante di ipocrisia ,arroganza e mistificazione qualsiasi bandiera sventolano. Purtroppo i figli di quella Messina, a cui ancora rimane un po’ di dignita’ e di anima, se ne vanno da questa citta’, che restituisce opportunita’ inversamente proporzionali alla tanto decantata bellezza. Rammento quando lessi, qualche anno fa di un turista straniero, di quanto generoso sia stato il Creatore a donarcela, e di quanto inadempienti siano i messinesi nell’operare e gestire questa citta,’ in modo virtuoso, mentre e’ in mano ad una classe becera di trogloditi con sembianze umane. povera gente di Messina. Anche la Madonna della Lettera, forse un giorno, togliera’ il disturbo dal porto ormai satura dal disgusto. Ai posteri l’ardua sentenza(se ne rimangono).
1/2 Zaera!
Complimenti. L’articolo è la perfetta fotografia di quello che è questa città. Chi può fugge. Magari con la morte nell’anima ma consapevole che non c’è speranza. Quelli che per vari motivi non possono andare via ma hanno capito come vanno le cose………restano a casa il giorno delle elezioni.
complimenti per l’articolo
Semu ‘a nmezzu a na strada
Per essere precisi, il “lungomare”, in questione, dovrebbe, almeno, estendersi da Sant’Agata a Santa Margherita. Se cosi’ fosse, sarebbe un richiamo turistico notevole. Sarebbe anche un motivo per riqualificare la zona storica della ex Cittadella Borbonica, E se si vuole, costituirebbe anche un’occasione di lavoro per tanta gente disoccupata. Purtroppamente …… ci voli pacenza ….
DIMENTICAVO : mi è incomprensibile ed assolutamente privo di logica, il motivo del persistere, in stato di completo abbandono, degli impianti dell’ Ex Lido Aragosta ed ex Hotel Due Palme, di Mortelle. Chi mi puo’ dare qualche ragguaglio, in merito ?
purtroppo la classe imprenditoriale è assente, quella poca che c’è è incapace o indebitata fino al collo, un lungomare così al Nord lo avrebbero trasformato nella costa Azzurra
A Messina non c’è nenti…
Finalmente l’articolo che ci voleva. Continuate su questa strada!
Ah, ovviamente abbiamo anche “menza” amministrazione comunale poiché non c’è ancora il Consiglio…
Condivido in toto l’analisi impietosa ma purtroppo realistica della nostra città. Anche se sono andato via 30 anni fa resta sempre la mia città. La colpa, però, non appartiene solo a chi ha amministrato; i cittadini sono pure peggio. Non ci sono parole per descrivere chi sparge rifiuti nei posti più belli dai colli alle spiagge,chi parcheggia in 4 fila provocando caos e pericolo per non parlare dell’ignoranza e maleducazione imperante per poi dare la colpa a chi amministra! La banda degli incapaci da chi è stata eletta? Rappresentano degnamente i loro elettori.
….Chissà cosa penserebbe, alla lettura di questo articolo, un cittadino residente nella città di Pordenone o in quella di Lucca, ove tutto funziona in maniera impeccabile!!!!
Giusto Lucca hai citato, dove il nuovo sindaco è stato eletto con i voti dei fascisti del III millennio! Ma forse meglio questi che comprati
Articolo efficacissimo, che tratta temi che attraversano quasi un paio di decenni della storia della città durante i quali si sono succedute Amministrazioni di tanti colori.
Sembra che la città, in tutte le sue componenti (cittadini e Istituzioni), sia incline a considerare sufficiente e normale realizzare le cose a metà.
Ma se vi fa tanto schifo la vostra città c è un traghetto ogni ora eh..
Abbiamo bisogno di lavarci l’anima, di guardarci allo specchio senza scuse e dirci in faccia cosa siamo diventati.
Siamo brutti cara Simona, ma brutti assai e la politica in questo caso c’entra poco.
Cordialità
Simona fai il piacere… a parte il fatto che quando scendi dall’altra parte vai dalla padella alla brace.
Quindi? La soluzione sarebbe quella di andarsene, piuttosto che migliorare? Ora capisco il perché in questa città le cose non cambieranno mai, perché vanno a votare solo le persone come te, le altre, invece, sono rassegnate
‘
Infatti hai detto bene un traghetto ogni ora! Alla faccia dei messinesi che hanno lavorato per anni sulle due sponde prendendo un traghetto ogni venti minuti e con le corse straordinarie ogni dieci. quindi non fa schifo la città, ma …
Mi complimento con il giornalista che ha ben sintetizzato la situazione in cui vivono i cittadini Messinesi da decenni.
“C’è i cianciri”
Sarei veramente stupito se qualche politico nostrano o di importazione volesse intestarsi la risoluzione di una sola delle situazioni denunciate.
Considerato che tra deputati e senatori possiamo contare su una schiera di personaggi lautamente retribuiti la soluzione potrebbe con un minimo di impegno non tardare.
Se il giornale è disponibile si potrebbe iniziare con l’invio di una mail ai politici (Regionali e Nazionali) chiedendo un loro interessamento.
A seguire si potrebbero programmare ulteriori iniziative.
Gentile sig.Simona forse non ha capito che ci lamentiamo proprio perché non vogliamo lasciare la città. Probabilmente per lei va tutto bene così.
👏👏👏👏👏👏👏👋👋👋a questo bellissimo articolo di Marco Ipsale……e poi ci parla del Sud che chiama il Nord 😡…….si pensi a chiamare chi vuole andare via ,anziché pensare alla liberazione della città di Messina,della Sicilia , dell’Italia 🙄😳 anche perché Messina continuando di questo passo rischia di spopolarsi sempre di più e allora più che la sua liberazione ,ci sarà la sua SPARIZIONE 😡😤😖….
Bellissimo , finalmente un articolo che analizza e si chiede perché succede questo a Messina.
che forse messina non esiste piu? ma no da ora
Tutto vero!!
Ma è sempre la città più bella d’Italia.
Mi chiedo…ma non abbiamo avuto il miglior sindaco dell’Italia? Forse qualcosa non ha funzionato, o forse questo piccolo uomo (e non mi riferisco alla statura) non è stato “all’altezza”!
Una città pure menza scuddata;lo stato ci ha abbandonati a noi stessi,i quali, dopo il terremoto del 1908 non abbiamo più saputo quale fosse la propria identità,per cui non siamo stati capaci di ricostruire chi e cosa eravamo prima né carne né pesce…appunto menza cosa!
Messina è e sarà Menza,perché ci sono interessi affinché le cose rimangano tali Chi non è d’accordo ha due soluzioni:o si rassegna,o se ne va via.Chi non capisce
queste cose vive come in una realtà su misura come nel film Matrix ,siamo talmente assuefatti che neanche più ci indignamo.Pensare di migliorare è da illusi.Solo un invasione al 50%di persone del nord può migliorare questa situazione.
Mi vengono le lacrime, però mi complimento con il giornalista, ce ne vorrebbero più spesso di questi articoli,spero ne verranno altri,quanta amarezza…..
Messina era provincia autonoma. Diventata provincia regionale, catanesi e palermitani hanno depredato tutto il depredabile. Cioè, tutti i comandi regionali delle forze dell’ordine, i comandi militari, direzione e distribuzione postale, compartimento ferroviario, e tanto altro. Tante strutture, tanti posti di lavoro, tanti lavoratori trasferiti con le famiglia tra Palermo e Catania. Se la Legione della Guardia di Finanza, la Legione dei Carabinieri, MariSicilia, le officine ferroviarie, e tutto il resto, fossero riassegnate a Messina, un incremento demografico rilevante, un riequilibrio. Migliaia di posti di lavoro e migliaia di famiglie riportate a Messina. Poi ci sono altri problemi, che vanno affrontati in sede nazionale, direttamente dalla città, senza il taglione regionale. Credo che realizzare la regione dello Stretto con la provincia di Reggio sia la soluzione ideale, per garantire autonomia e grande, grandissimo sviluppo. L’area dello Stretto, con 1.300.000 ab. è la seconda area urbana del sud, dopo il golfo di Napoli, viene stritolata dagli interessi di terze città siciliane e calabresi, che sono concorrenti.
hai nominato tutti enti pubblici, purtroppo lo stato non ha soldi e giustamente “sbaracca” ….. la voragine del debito pubblico non lo permette più,
Il ponte di Genova è già stato ricostruito, non dico altro.
Purtroppo condivido questa amara analisi cittadina !!
Gentile signora Simona è proprio perché amiamo Messina e non la vogliamo lasciare che ci lamentiamo delle incompiute, probabilmente a lei piacciono e l’andazzo la soddisfa.
Rispondo a Simona.
Sono di Messina e ho sempre amato Messina e non mi fa affatto schifo.
Sono partito nel lontano 1966 per motivi di lavoro e dopo tanti anni sono tornato di recente per incontrare i miei vecchi compagni di scuola di oltre 50 anni fa.
Che tristezza !! Dove sono più i Nunnari, L’Irrera,
la Fiera, il mitico chiosco della limonata al sale,
Mortelle, Granatari.
Vecchi ricordi di una gioventù serena in una città che, credimi Simona, era molto più vivibile.
Per non parlare del vecchio stadio Celeste che anche se piccolo ha visto per la prima volta la squadra in seie A.
Messina merita di essere riqualificata. Ha una posizione meravigliosa sullo stretto e tutte le potenzialità per ‘rinascere’ a nuova vita in modo che a menza bira e a mezza ca panna diventino finalmente un…
Intero.
L’occasione di questo articolo dimostra come siamo scesi ormai a livello di paese !
Sembra un conciliabolo tra pochi nella piazza del paese. Questa pochezza dimostrata da tutti, dall’articolista ai commentatori che amano parlare dietro una tastiera!
Anzichè parlare tra di Voi, perchè non invitate Tempostretto ad organizzare una tavola rotonda pubblica, magari in una serata estiva nell’arena a Piazza Dante per argomentare alla presenza di Politici locali, Regionali e Nazionali per sapere cosa vogliono fare di questa città ! E magari parlare dell’unica possibilità che rimane a Messina per riprendersi in mano il proprio destino attraverso lo sviluppo socio-economico del territorio che è rappresentato dall’unica infrastruttura importante che necessita alla citta: l’ AEROPORTO DEL MELA!
Scusi ,ma mi ha fatto arrabbiare 😡 perché il suo commento è riduttivo in quanto non ha compreso e VISTO, realmente la FORZA di questo SUPERLATIVO ARTICOLO che ha fatto riversare tantissimi messinesi a commentare ,fra cui pure lei😏……. visto che contesta lo scrivere dietro una tastiera si sarebbe dovuto astenere😖se non collima con il suo modo di vedere le cose 🙄
… mi permetta di aggiungere che prima di volare ,bisogna iniziare a camminare sulla terraferma che di strada ne abbiamo tantissima da fare….
E se siamo scesi a livello di paese 🤔, bèh …..per fortuna che c è lei ad essere rimasto nella nostra attuale “menza città”😏….un messinese che si salva dalla “pochezza” 😏 ci deve pur essere 😁!!!!!!
Complimenti a Marco Ipsale! Bellissimo articolo ma bruttissima situazione. Posso capire il campanilismo e anche lo sdegno di Simona quando legge queste critiche sulla città, ma se la situazione è questa non è che se ne può raccontare un’altra, anzi se certe cose non cambiano (e non cambiano), come testimoniano i tanti messinesi che mancano da anni e ogni volta che tornano trovano tutto uguale se non peggio, la colpa è anche di Simona a cui tutto sta bene com’è! Se l’alternativa consigliata è quella di prendere tutti il traghetto (a volte c’è difficoltà a fare pure quello perché per dirla come l’autore dell’articolo c’è menzu traghettu) a Messina rimarrebbe solo Simona e i soliti amministratori incapaci! Invece i cittadini devono essere da stimolo soprattutto in città dove le cose non vanno, chiedere conto e se del caso rompere le palle a “chi gestisce”, tanto li conoscete tutti sono gli stessi che periodicamente e senza vergogna vi vengono a chiedere il voto, si avete capito bene i “menzi politici” messinesi!
Perché abbiamo avuto sempre “mezzi uomini” ad amministrare, per non scordare anche che la maggior parte dei cittadini non ama per niente questa città.
Basta vedere come sono trattate le cose pubbliche, la sporcizia che regna sovrana, l’anarchia per le strade alla quale, ormai, non facciamo più caso ecc…Purtroppo ci siamo assuefatti a questo stato di cose ma chi viene da fuori, il forestiero, il turista, rimane sbalordito; eclatante la foto che Voi avete pubblicato, del turista che fotografa l’auto posteggiata sull’angolo del marciapiede.
Che dire, chi è causa del suo male pianga se stesso, chi non ne può più lascia questa città.
Perfetto, come rispondevo a una signora l’altro giorno (che come tanti si lamentava sulle tasse per la nettezza e sulla differenziata) per carità riconoscendo che l’amministrazione non lavora al meglio per mettere i cittadini nelle condizioni giuste, ma cosa c’entra parcheggiare una macchina di traverso su un marciapiedi? (Poi magari si inc… no se gliela rimuovono e gli arriva una salaccata di sanzione) o buttare i pneumatici usati a bordo strada? Diciamolo senza tanti giri di parole c’è una inciviltà piuttosto diffusa che ci fa fare delle bruttissime figure con chi viene a visitare la nostra città e la Sicilia.
Una mezza Citta dove se chiedi in alcuni panifici mezza pagnotta,mezza ciambella o mezzo filone non te li danno perché non è decoroso tenere mezza forma di pane in vetrina .Ahahah la città dell’apparenza !
Grazie a Marco Ipsale per l’ articolo che purtroppo fotografa perfettamente la situazione della mia amata Messina. Vorrei aggiungere, come se non bastasse, che quelli che ancora non sono andati via dovrebbero fare la loro parte per dare dignità alla città. Percorro ogni giorno la strada Panoramica dello stretto, da dove i turisti dovrebbero ammirare la meraviglia, e che invece è dedicata al lancio del sacchetto di spazzatura, riducendola a discarica. Ma questa purtroppo è la situazione della città da nord a sud. Basterebbe veramente poco. Basterebbe che ognuno faccesse la propria parte.
Non riesco a sopportare l’apatia la decadenza sociale e produttiva della città. In trent’anni sono scomparsi la Sanderson, La birra Messina, la Rodriquez e tante altre attività nella totale indifferenza di tutti.
Complimenti a chi ha scritto questo articolo. I messinesi evidentemente meritano questo. Se tra tutte le province siciliane siamo quelli “babbi” un motivo ci sarà. Chi ci governa è consapevole di questo e non si crea scrupoli. Ma che facciano attenzione a non tirare troppo la corda…
Un’analisi perfetta di ciò che Messina era… quello che è adesso non lo riconosco. Città in cui sono cresciuto ed ho iniziato a lavorare… ho cercato di rimanere, ma un po’ come tutti i miei amici e quasi tutti i miei vecchi compagni, di Messina abbiamo in mente solo il ricordo della scuola, di piazza Cairoli, di Nunnari, dello zio Angelo, e dei due chioschi di piazza Cairoli, delle due Stande… di piazza Municipio… dell’ACR Messina di Schillaci…. del “taione”, della focaccia (sparita)…. dell’odore della birra quando andavo a scuola…. degli anni ottanta e novanta messinesi… e la città? Forse ci hanno insegnato che occorreva andare via per stare meglio…quindi poi ci torniamo per i parenti che andranno nei ricordi insieme alle tradizioni… e restano solo signori di provincia che si abbuffano delle emozioni degli ultimi forse romantici e delle emozioni di mezzi cittadini che, per loro fortuna, sembrano non conoscere davvero le realtà nazionali e regionali, e che spesso le invidiano o le osteggiano, che vivono a metà… già andrebbe solo deciso se chiamarla Mess o Ina… a proposito di orgoglio cittadino… a proposito di politici che vivono sul nome di Mess… Ina… mi chiedo quando il mare si chiamerà stretto di Calabria? o Messina provincia di Milazzo o di Taormina… o peggio di Catania… (città da cui Messina stradipende)… quando Messina cambierà regione? forse qualcuno si rimboccherà le maniche?… o forse i ricchi signori avranno completato ciò che è iniziato il 28 dicembre?
Scusatemi…
Ciao Messina che non ci sei più e ciao ai futuri cittadini della terra di mezzo…
Allora assecondiamo la realtà e iniziamo a demolire ragionatamente menza città. Ci sono centinaia di ettari di edilizia orrenda e ormai inutile, demoliamo, recuperiamo spazio ed evitiamo di costruirci sopra di nuovo. Facciamo spazio . Riapriamo la vista. Eliminiamo la bruttezza.
…insomma: ”menza in toto”;…mi chiedo: forse che i gloriosi rappresentanti di questa “menza” siano a loro volta “menzi uomini”? Forse son nati con “menzi atttibuti?” Altrimenti non si spiega il perché di cotante incompiute e disorganizzazione mentale. Ma poi, girando lo sguardo a 360°, non è affatto vero ci siano solo il 50% di lavori effettuati; ce n’è molto di meno!! Qui, in questo luogo, non solo non vengono ultimati i lavori appaltati, ma soprattutto non funziona nulla e non esiste nulla che possa essere in linea coi servizi basilari per il cittadino, misure anti “barriere architettoniche sostanzialmente inesistenti, in primis” (così come invece presenti ed efficienti nella quasi totalità delle città italiane, Reggio Calabria e Catania comprese e confinanti).
E’ tutto lasciato al caso e alla voglia (poca o nulla, dopo aver raggiunto il tanto agognato “posto sicuro” che di colpo diventa orticello di casa).
Per finire poi con il devastante “colpo d’occhio” che offre questa città da qualsiasi angolo, lato o svincolo si entri: ovunque costruzioni fatiscenti, brutte, cubi di cemento (forse), spesso circondate da discariche di immondizia, che nulla hanno da invidiare ad altre e note bidonville planetarie e che annullano le bellezze naturalistiche del luogo.
Altro che “menza”, qua è intero il dramma e il degrado; a far inizio dalla gran parte della sua popolazione: molto più simili a bestie che a esseri umani, che ridono per nulla che godono delle disgrazie altrui (come la Jena ridens), che non conoscono o se ne sbattono delle leggi e delle norme e del vivere civile.
Praticamente avennu mezza Sicilia avemu menzi siciliani menzi uomini
insomma a Messina è sempri cchiu scuru da MENZA notti!!!!!!!!!
Io sono Veneto, leggo i Vostri commenti sulla vostra Città, resto dispiaciuto nel vedere la vostra frustrazione, agite per amore Vostro dei Vostri posteri e della vostra Città, aizzate i forconi.
Messina non è una eccezione riguardo il contesto della tematica; basta guardare le altre realtà meridionali (… e perchè no, anche del nord ….) . Certo non può essere una magra consolazione, ma i Messinesi e tutti i Siciliani come citato nel Gattopardo ……. non vorranno mai migliorarsi per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche, se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla………… ovvero………. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi (molto forse!!!). Tradotto: indolenza totale.
l’Italia si avvia ad essere un paese in cui la consapevolezza sul fronte del rispetto per le disabilità è sempre più forte, Catania purtroppo continua ad essere una città ancora troppo indifferente nei confronti di chi è meno fortunato.” Lo dichiara Gabriele Cataldo, responsabile dell’Ufficio provinciale Politiche della disabilità della Ugl, aggiungendo: “Denunciamo da tempo questa condizione, ma nulla cambia e tutto resta come è. Non possiamo nascondere che si avverte quasi la sensazione che il disabile sia un peso per Catania e chi porta sulle proprie spalle un macigno così grande rischia di rimanere emarginato ed abbandonato. Un problema culturale che, a nostro avviso, non può più essere procrastinato e va affrontato immediatamente se si vuole davvero fare qualcosa per i diversamente abili. È fondamentale però che il cambio di passo deve avvenire a partire dalle istituzioni cittadine, la cui distanza riguardo alla questione è ancora evidente e può diventare inaccettabile – continua Cataldo.