A Messina una stagione di diritti e doveri: stop al lamento, sì alla cittadinanza attiva

A Messina una stagione di diritti e doveri: stop al lamento, sì alla cittadinanza attiva

Marco Olivieri

A Messina una stagione di diritti e doveri: stop al lamento, sì alla cittadinanza attiva

giovedì 10 Agosto 2023 - 18:00

Molto possono fare gli amministratori, in termini di servizi e cura del territorio, ma anche noi cittadini dobbiamo fare la nostra parte

MESSINA – A Messina, diciamolo con franchezza, va avviata una nuova stagione di diritti e doveri. Da una parte, gli amministratori devono abituarsi a non considerare una lesa maestà qualsiasi critica. È un loro dovere la cura del territorio. E, in attesa che la politica si rianimi e investa su idee e classi dirigenti, ideologie (non è una parolaccia) e valori, appare necessaria una nuova consapevolezza in termini di cittadinanza e responsabilità. Sull’altro versante, basta cultura del piagnisteo: noi cittadini, quando (sia chiaro) non siamo soffocati dai bisogni e da una marginalità periferica a cui decenni di malgoverno ci hanno assuefatti, possiamo fare la differenza.

Diritti, e non favori, e doveri. Bisogna pretendere il massimo dagli amministratori e da chi governa, da maggioranza e opposizione, come servizi e qualità del vivere. Siamo consapevoli che la macchina comunale richiederà anni d’innesti mirati e di riorganizzazione burocratica. Ma questo non deve diventare un alibi.

Così come, fino a quando non saranno portati a compimento gli interventi strutturali, vedi emergenza idrica, dovremo convivere con disagi costanti. E non è facile. Ma bisogna non stancarsi di pretendere servizi efficienti. Rassegnarsi mai.

Lo ribadisco: come testata sosteniamo la necessità di una nuova stagione dei diritti e dei doveri. Ad esempio, coloro che occupano le case a canoni agevolati, senza averne i requisiti, sottraggono le abitazioni a chi ne ha diritto. Allo stesso modo, quelli che si rifiutano di pagare per motivi non legati all’indigenza creano un danno alla collettività. Non è più tollerabile che, mentre le politiche sociali fanno fatica a rispondere a tutte le esigenze, viga la legge della prepotenza. Legalità e giustizia sociale devono camminare insieme.

Basta vittimismo ma i servizi devono essere di qualità

L’auspicio è che si apra davvero, per i cittadini messinesi, una nuova stagione di responsabilità diffusa, con equilibrio e senza passaggi repentini da un’assenza di controlli in passato a un’eccessiva rigidità oggi. Occorre pretendere servizi all’altezza e un’attenzione alle fasce più deboli della popolazione, sempre più numerose, considerato l’aumento delle nuove povertà. Basta vittimismo e perenne lamentela ma serve un cambio di passo, graduale, ma necessario.

Per Messina Servizi, bene la raccolta differenziata, mentre urge un miglioramento (il sindaco ha annunciato per il futuro nuove assunzioni) in termini di spazzamento e pulizia. In questi giorni abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, ma vale anche per altre zone, sul viale Italia. E scrive un cittadino: “Ma è un problema di natura economica o cosa ad impedire che le vie vengano pulite in modo decoroso?
Perché non si riesce a capire proprio cosa lo impedisca. Non ci sono soldi o i problemi sono di altra natura? Fateci capire, almeno visto che dopo avere pagato una Tari spaventosa, ci ritroviamo pure a doverci spazzare le vie da soli”.

Sottolinea a sua volta la presidente di Messina Servizi, Mariagrazia Interdonato: “Sul Viale Italia, come a Camaro e in altre zone, assistiamo ad abituali abbandoni di rifiuti da parte dei cittadini. E a volte sono i residenti. Noi puliamo e pochi giorni dopo si rende necessaria una nuova bonifica”.

Da questo punto di vista la necessità di continue bonifiche toglie energie, tempo e forza lavoro a polizia municipale e Messina Servizi. Così come le assunzioni in questi organismi dovranno essere dirette a migliorare la situazione. Pensiamo alla necessità di un corpo di polizia municipale sempre più formato e specializzato. Né è pensabile che a ogni passo ci sia una telecamera, che comunque richiede una supervisione degli agenti e degli addetti.

In questo periodo, nel nostro rapporto prezioso con lettrici e lettori, abbiamo ricevuto molte critiche sui parcheggi e segnalazioni sulla carenza d’acqua (“Da almeno due settimane nella zona di piazza Castronovo l’acqua arriva solo poche ore la mattina, senza nessun preavviso la situazione è peggiorata parecchio”). E noi cittadini, oltre a segnalare, cosa possiamo fare? Pretendere da noi stessi il massimo, sul piano dei doveri civici. Ed essere cittadinanza attiva, anche con una rinnovata partecipazione nelle associazioni e nei partiti (esistono ancora?), per favorire davvero il cambiamento culturale, sociale e politico.

Un salto di qualità per Messina pensando alle nuove generazioni

Bisogna saper distinguere anche la protesta, sempre legittima se democratica. A volte la sensazione è che, tra mille contestazioni giuste, vi siano pure lamentele e critiche fini a sé stesse. Per qualsiasi cosa. Le rimostranze dei commercianti del centro, ad esempio, su isola pedonale e lavori a piazza Cairoli, tengono poco conto che i problemi del commercio e della crisi economica sono globali e locali al tempo stesso. E spesso s’inviduano dei “colpevoli”, siano i momentanei lavori o l’isola pedonale permanente, a cui risulta difficile attribuire le cause in toto di una crisi strutturale. Giusto, però, indicare all’amministrazione comunale i correttivi che si possono adottare, come il potenziamento del trasporto pubblico.

In ogni caso, continueremo a dare risonanza a questa pluralità di voci perché il pluralismo è la nostra bussola. Ci preme che Messina riesca a fare un salto di qualità, amministratori e cittadini. Una città trascurata e violentata, vittimista e parolaia, ma che merita di più. Che può risollevarsi.

Noi, come giornale, ci sforziamo e ci sforzeremo di offrire un contributo quotidiano per un miglioramento sociale, culturale e politico. Ora o mai più. Facciamolo per le nuove generazioni.

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Un commento

  1. D’accordo con l’articolista ma osservo sommessamente che un territorio rinasce se i giovani non vanno via e i giovani non andranno via se ci sarà il LAVORO. E questo non potrà essere prodotto, se non in minima parte, neanche dalla migliore delle amministrazioni locali. Scusate la franchezza.

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