La delibera Atm divide il fronte sindacale: il sì solitario della Cisl, il no compatto di Cgil, Uil, Faisa, OrSa, Cub

La delibera Atm divide il fronte sindacale: il sì solitario della Cisl, il no compatto di Cgil, Uil, Faisa, OrSa, Cub

ELENA DE PASQUALE

La delibera Atm divide il fronte sindacale: il sì solitario della Cisl, il no compatto di Cgil, Uil, Faisa, OrSa, Cub

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giovedì 24 Novembre 2011 - 20:39

I sindacati, eccezion fatta per la Cisl, considerano prioritaria la trasformazione dell’Atm da azienda speciale a Spa, solo dopo si potrà parlare di messa in liquidazione

La delibera dell’Atm, anche se sottoposta a “restyling”, continua a non convincere, anzi è causa di spaccature in seno alle organizzazioni sindacali. Lo dimostrano le firme in calce al documento (vedi foto) presentato dagli stessi sindacati durante la commissione congiunta viabilità/partecipate: presenti tutte le sigle, (Cgil, Uil, Ugl, Faisa, OrSa, Cub) ad eccezione della Cisl che, evidentemente, sembra condividere il contenuto della delibera proposta dall’amministrazione nella nuova versione. Il documento, lo ricordiamo, prevede di definire e avviare l’iter di messa in liquidazione (da concludere in 15 mesi) e, solo successivamente, procedere alla trasformazione dell’Atm da Azienda Speciale in Spa. Ed è proprio questo il punto di frizione. La posizione dei sindacati infatti, non cambia di una virgola: la trasformazione deve avvenire prima o al massimo contestualmente alla messa in liquidazione, di certo non dopo. Per i rappresentanti sindacali, infatti, ciò significherebbe “mettere all’angolo” il problema occupazionale.

Nella parte finale del documento i sindacati spiegano a chiare lettere che “mai si avvallerà un progetto di liquidazione dell’Atm” e pongono condizioni ben precise: “L’Atm, trasformata in Spa, dovrà rimanere a totale partecipazione pubblica e dovrà comprendere tutte le attività produttive collegate alla mobilità cittadina. Il nuovo soggetto giuridico – si legge ancora –dovrà assorbire, all’interno del suo organigramma, tutto il personale in atto in servizio compresi i lavoratori contrattisti e quelli operanti nella Ztl, mantenendo la posizione giuridica ed economica dallo stesso occupata derivante dai vigenti CCNL autoferrotranvieri e degli accordi di contrattazione decentrata”. La situazione, dunque non si sblocca, la delibera non viene ancora esitata dalla commissione e non passa all’esame del consiglio. I debiti “invecchiano”, la magistratura interviene e il servizio pubblico muore. Per domani intanto convocata dall’OrSa una conferenza stampa per discutere della situazione dell’Atm alla luce delle ultime vicende giudiziarie. (ELENA DE PASQUALE)

Un commento

  1. Non c’è niente di nuovo e di innovativo nella posizione dei messinesi di ATM e dei sindacati che li rappresentano,per loro la futura SPA dovrà essere a totale capitale pubblico e la stessa dovrà garantire tutta l’occupazione oggi esistente,anche dei contrattisti e delle ZTL.I nostri concittadini di ATM non si pongono minimamente il problema di chi dovrà finanziare il nuovo piano industriale,forse il comune di Messina sull’orlo del fallimento finanziario oppure la Regione Siciliana,che non riesce a fare nemmeno la convenzione con TrenItalia.E’ una posizione sindacale incomprensibile,da muoia Sansone con tutti i Filistei.Per ricostruire un trasporto pubblico urbano bisogna partire dividendo le sorti del TRAM e delle linee ad esso funzionali dalla gestione delle ZTL,da estendere in tutta la ciità,anche come deterrente all’anarchia degli automobilisti messinesi.
    Poi attraverso scelte urbanistiche che privilegiano il servizio pubblico,potremo pensare ad una grande ATM,il sogno di noi messinesi.

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