Covid Messina. Tamponi, posti letto, contagi: è guerra di tutti contro tutti

Covid Messina. Tamponi, posti letto, contagi: è guerra di tutti contro tutti

Rosaria Brancato

Covid Messina. Tamponi, posti letto, contagi: è guerra di tutti contro tutti

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lunedì 23 Novembre 2020 - 07:05

Sistema in tilt, bulimia normativa, caos, politica che entra a gamba tesa sulla sanità. Una guerra sulla pelle dei cittadini.

La seconda ondata, dal livello nazionale a quello regionale fino a Messina, è stata soprattutto un’ondata di caos. Il sistema è andato in tilt, i protagonisti (sia politici che virologi) hanno iniziato a litigare, stiamo assistendo ad una bulimia normativa senza precedenti. Dal caso Campania al caso Calabria fino alla Sicilia neanche noi ce la passiamo bene e la politica, da un lato e dall’altro, strumentalizza eventi e numeri a parti invertite, in base alla localizzazione dell’accadimento.

Il caos alimenta la paura

I numeri non hanno più un valore asettico, diventano ballerini, interpretabili. I cittadini non ci capiscono più niente e aumenta la paura. Timore non solo del covid ma di finire nelle grinfie di un sistema che non funziona, vuoi perché hai un tumore e pensi che non sarai curato adeguatamente, vuoi perché attendi il tampone per giorni, vuoi perché non sai se mandare o meno i tuoi figli a scuola. Per non parlare del caos tamponi.

Il balletto dei numeri

Infine perché non sai esattamente quanti posti letto ci sono in provincia di Messina, oggi, 23 novembre, tra degenze ordinarie covid e intensive covid e quanti sono “potenzialmente covid”, ovvero possono essere trasformati in posti letto covid in caso di emergenza. O, se per fare spazio a un covid, “sacrificheranno” il tuo posto, o l’operazione che è stata programmata da mesi. C’è poi un’altra paura legata ad un numero: i medici, gli infermieri, gli anestesisti soprattutto. Quanti sono realmente? Quanti ne arriveranno? E quando? E ancora, quanti ventilatori ci sono già e quanti ne arriveranno?

Tutti contro tutti

Sapere che ci sono liti in corso, tra chi accusa Musumeci di non aver fatto niente e Musumeci che ricorda che soldi non ne sono arrivati e senza soldi non si canta messa, e che la parte burocratica è stata sbloccata solo adesso dal commissario nazionale Arcuri non rassicura. Come se non bastasse a Messina, c’è la guerra di tutti contro tutti. E la politica ci ha messo del suo. Quando invece, la politica, dalla sanità, deve restarne fuori. Sì, a Messina questa frase sembra un ossimoro, ma almeno in questo momento sarebbe bello non assistere a queste guerre.

Il crises team del lockdown

Durante la prima ondata il sistema ha funzionato, è stato istituito un crises team al Policlinico, guidato dall’ex dg Laganga, e non ci sono state frizioni. Oggi, in piena seconda ondata e con la Sicilia zona arancione, siamo alla guerra sul sistema. Manca quel team che coordina la crisi, quella cabina di regia che abbia autorevolezza e capacità di intervenire, decidere, con tempestività ed efficacia. Sui posti letto ognuno dice la sua.

Le guerre di potere

Vige quella “cultura del sospetto”, chiamata in causa dall’assessore Razza per la vicenda dei posti letto, che nuoce, gravemente alla salute psichica dei siciliani. Ognuno di noi si chiede: che fine farò se vengo ricoverata? Se ho un infarto morirò in ambulanza in attesa che trovino un posto per me tra un ospedale e un altro? La risposta, ovvia, è no. Non moriremo d’infarto, i posti letto ci sono. Ci domandiamo: ma se ho il covid e necessito ricovero in intensiva, troverò posto? La risposta è sì. Ma il dubbio, una volta lanciata la palla, così come accade a Messina ogni giorno, s’insinua. Le vostre guerre di potere non c’interessano. Posticipatele. Rinviatele al 2022.

I posti letto e le vacche di Fanfani

Abbiamo bisogno di chiarezza per capire se questi posti letto sono come le vacche di Fanfani, che erano sempre le stesse ma venivano spostate nelle diverse città della Calabria in occasione della visita dell’allora presidente del Consiglio, per mostrargli una realtà che in effetti non c’era. Prima di tornare ai numeri però ci sono altre cose da focalizzare.

Le riunioni al Comune

Prendiamo ad esempio le riunioni che si sono tenute prima in video conferenza e poi in presenza il venerdì al Comune. Presenti il sindaco De Luca, la prima volta il Rettore Cuzzocrea, poi i rappresentanti dell’Asp e delle aziende ospedaliere e la Regione. Di queste riunioni conosciamo solo quello che Cateno De Luca riferisce in diretta facebook o nei giorni successivi in vari post per lo più terrorizzanti. Della prima video conferenza sappiamo che è stata all’origine di scontri tra i partecipanti per via dei numeri del Papardo (che poi sono stati adeguati). Lo sappiamo perché il venerdì successivo De Luca ha letto la trascrizione della video conferenza, o almeno la parte che lui ha scelto di raccontare.

Le assenze e il capro espiatorio

Alle riunioni successive che si sono svolte in presenza mancavano protagonisti importanti. Mancavano il direttore generale dell’Asp Paolo La Paglia, il direttore generale del Papardo Mario Paino (che mancava anche a quella in video conferenza), il commissario del Policlinico Bonaccorsi. Certo, c’erano i direttori sanitari, e nel caso dell’Asp c’era anche il coordinatore dell’emergenza covid Crisicelli. Ma perché a incontri così importanti mancano i DG? Sappiamo che Crisicelli per lo più fa da capro espiatorio collettivo diventando il parafulmine (per la verità anche a ragion veduta vista la situazione caotica del sistema). Ma poiché da queste riunioni dovrebbero emergere linee dalle quali scaturiscono decisioni vitali per la vita quotidiana dei cittadini, non sarebbe il caso che anche i vertici fossero presenti? Finora nessuno ha smentito le dichiarazioni rese ogni qualvolta dal sindaco. Come mai? Ha ragione De Luca, hanno paura di finire presi di mira su facebook se dissentono, mantengono il silenzio di rigore perché manager e non politici?

L’Asp non ha retto l’urto

Sui dati serve chiarezza. L’Asp 5 di Messina non ha retto l’urto della seconda ondata e questo è fuor di discussione, ma non è consentibile che l’ufficio di Crisicelli, che è il motore dell’operazione tamponi a tappeto sia di due stanze alla stazione e con personale ridotto all’osso. Il sistema dei tamponi e del processamento dei tamponi fa acqua da tutte le parti, e lo dimostrano migliaia di segnalazioni e proteste. Il tracciamento è saltato ed è perfettamente inutile che De Luca imponga ai messinesi di “transitare” nelle strade senza fermarsi se poi il vero nodo è nel tracciamento. Se all’Asp non c’è il numero verde ad hoc e se chiami nei week end non risponde NESSUNO perché gli uffici sono chiusi come se fossero uffici dell’anagrafe. E’ inutile che vieti l’asporto dalle 19 se poi non alleggerisci il carico dei drive in e dei laboratori Asp e Policlinico per processare i tamponi ampliando ai laboratori privati.

Il rebus dei posti letto

L’assessore Razza a fronte di continue falle, compreso l’ospedale di Barcellona finito nella bufera e in una guerra che, diciamolo, è anche tra “fazioni” di diversa posizione, dovrebbe intervenire. Se non vuole commissariare l’Asp quantomeno crei di nuovo quella cabina di regia che ha funzionato nella prima ondata. Ci sono poi i numeri dei posti letto. C’è un cronoprogramma della Regione che ha fissato due step, uno al 15 novembre ed uno al 30 novembre. I miracoli si possono fare, soprattutto se si sta a guardare da fuori come i vecchietti davanti ai cantieri. Ma i miracoli in una sanità siciliana devastata da decenni di clientelismo (che ha visto TUTTI complici), sembra difficile avvengano proprio oggi. Ci sono lavori in corso al Padiglione C per adeguare i posti letto che hanno comportato spostamenti di posti in altri padiglioni. Ci sono stati forniti numeri ufficiali dal Policlinico (86 degenze covid e adesso 26 per intensive covid). Ci sono risorse che il governo nazionale non ha ancora mandato alla Sicilia e gare d’appalto che il commissario Arcuri ha sbloccato solo a fine ottobre. Ci sono posti letto al Policlinico che erano per altre patologie e che sono adesso destinati al covid, ma allo stesso tempo, l’azienda vuol continuare a garantire la cura per altre patologie.

Se facebook diventa fonte primaria

Poi c’è l’ospedale di Barcellona dove, a quanto pare, alla fine i posti d’intensiva sono 2 ( e non 10), almeno ad oggi. Il problema è il personale medico. Poi c’è il Papardo che diventa centro di raccolta plasma iperimmune e facebook cancella i post con l’appello a donare. A Taormina i posti d’intensiva sono 4 ma non si capisce a scapito di chi. In tutto questo il sindaco De Luca scrive in un post domenicale che i posti in intensiva sono 6 e non si capisce se intende quelli non ancora occupati o 6 in generale. Quindi se sei a casa e leggi facebook come minimo ti spaventi a morte.

La politica a gamba tesa

Infine da due settimane la politica, che nella prima ondata aveva rispettato la gravità del momento, ha fatto irruzione a gamba tesa. A tutti i livelli, c’è caos a Roma e c’è caos in Sicilia, figuriamoci a Messina dove però i numeri non sono né quelli di Catania né quelli di Palermo (per fortuna). Così Musumeci, M5S, Pd, Razza, tutti chiedono l’invio di ispettori della sanità e Nas. Un direttore generale del dipartimento regionale che al telefono bacchetta i manager delle Asp che non hanno ancora caricato sulla piattaforma i dati sui posti letto finisce al centro di strali e i cittadini assistono attoniti. I numeri dei posti letto sia covid che non covid devono essere certi se vogliamo assicurare la serenità di tutti i messinesi. Non ce li può dare la politica perché ormai sono dati “sporcati” dalle strumentalizzazioni di entrambe le parti, opposizione e maggioranza.

Ognuno tira l’acqua al suo mulino

Ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Forse decidere oltre ai Covid Hotel anche quali sono i Covid Hospital e gli ospedali per le altre patologie non sarebbe una cattiva idea. Così come iniziare a dirci con quali strumenti, tempi e modi, si possa attuare una massiccia attività di terapia domiciliare, decongestionando i presidi presi d’assalto da cittadini spaventati e confusi. Ampliare i soggetti che operano nei drive in e nel processare i tamponi.

Basta like, servono certezze

E ancora, quanti sono gli anestetisti in totale? Quante persone all’ufficio emergenza covid dell’Asp per una popolazione di 700 mila persone tra Messina e provincia? Come mai finiscono in fila ai drive in (e quindi escono di casa) i positivi al covid per fare il tampone? Quando vengono attivati i Covid hotel a Messina città? Se scoppia un focolaio nei week end chi lo gestisce? Se finiscono gli attuali posti degenza covid e ci sono emergenze e servono anestesisti o posti letto, a scapito di chi e di quali patologie? Si sospendono operazioni? Ecco sarebbe bello avere risposte chiare, dalle fonti primarie e soprattutto non doverle leggere su facebook tra emoticon, like e guerra tra fan club.

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3 commenti

  1. A Messina, dopo essere risultati positivi al covid da tampone/sierologico fatto autonomamente, si va a fare il “tampone ufficiale” ai drive in, quindi uscendo di casa. Vi pare una cosa normale? E ancora, i laboratori privati non possono processare i tamponi dell’asp alleggerendone e velocizzandone il lavoro. Vi pare normale? E il problema si finge sia se uno va a fare la spesa prima o dopo le 19? La preoccupazione è che una persona non possa sostare da sola seduta su una panchina per strada (si può solo transitare dice l’ordinanza) o che non prenda gli arancini d’asporto dopo le 19 o, ancor più ridicolo, non prenda appuntamento dall’avvocato dopo il medesimo orario?

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  2. e mentre i scappati i casa litigano la gente muore.

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    1. Credo che il nome del cacciatore di like (o uno di essi), professionista della bagarre, allergico alle domande ed alla richiesta di spiegazioni, sia noto a tutti.
      Buona giornata.

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