Crisi Ex Opg Barcellona: mancano 50 poliziotti

Crisi Ex Opg Barcellona: mancano 50 poliziotti

Santi Cautela

Crisi Ex Opg Barcellona: mancano 50 poliziotti

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mercoledì 10 Aprile 2019 - 11:09

In uno dei carceri più grandi d'Europa si vive una crisi dovuta alla gestione del personale, quasi un terzo delle risorse necessarie manca. La denuncia dei sindacati.

La FP CGIL lancia un vero grido di allarme in merito alla tragica situazione in cui versa la Casa Circondariale di Barcellona, dove a fronte del crescente numeri detenuti affetti da patologie pschiatriche o in gravi condizione di disagio mentale, il numero di agenti di polizia penitenziaria rimane invariato. «Serve una nuova pianta organica»

E’ un grido d’allarme che parte da Messina, passa per Palermo e arriva fino a Roma quello lanciato dal segretario generale della FP CGIL, Francesco Fucile e dal coordinatore provinciale Francesco Spanò Bascio rispetto alla situazione di estrema gravità che interessa la Casa circondariale di Barcellona, a partire dall’inaccettabile sottodimensionamento della pianta organica, dove all’appello mancano circa 50 poliziotti su un totale di 166 unità previste. A ciò si aggiunge che circa il 50% del personale attualmente presente, risulta temporaneamente assegnato ai leggi della legge 104/92, con tutte le conseguenze che ciò comporta. «Si comprende facilmente – aggiungono i rappresentante della FP CGIL – che tale elemento, determina la fruizione di turni agevolati, di permessi, di esenzione dalle notti, e dunque una sempre più complessa organizzazione e programmazione dei turni di lavoro, poiché la parte restante del personale è soggetto a cambi turni, mancata copertura dei servizi, mancata fruizione dei permessi ed anche alla possibilità di usufruire della Mensa obbligatoria di Servizio (MOS). Fino a giungere – continuano Fucile e Spanò – all’utilizzo di personale femminli in reparti dove dovrebbe essere impiegato personale maschile».

Se enormi, dunque, sono i disagi sotto il profilo del personale, non meno gravi sono quelli inerenti la gestione dei detenuti, della sezione A.T.S.M (Articolazione per la Tutela della Salute Mentale). «Tale sezione, come ben noto, nasce dal superamento, purtroppo solo teorico, degli O.P.G. (Ospedale Psichiatrico Giudiziario), dove sono stati collocati gli internati in R.E.M.S (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) a cui occorreva dare una corretta e dignitosa allocazione. Purtroppo però, a distanza di 4 anni, tutto ciò non è mai avvenuto. Anzi, di fatto, la sezione A.T.S.M. continua a non avere una vera o corretta organizzazione sanitaria. Manca un protocollo per la sua gestione tra Amm.ne Penitenziaria, ASP e Assessorato alla Salute della Regione Sicilia (come già avvenuto in altre Regioni); manca la presa in carico da parte del D.S.M., essenziale per un percorso terapeutico durante e dopo la detenzione e in più, a causa dei posti limitati nelle strutture REMS (max 20), gli internati continuano ad essere assegnati, anche senza titolo detentivo, all’interno di queste sezioni» 

Quanto detto, si traduce sostanzialmente in una sezione con più di 60 detenuti affetti da diverse patologie psichiatriche e la cui gestione, causa le poche figure sanitarie assegnate, è quasi totalmente affidata all’esiguo personale di polizia penitenziaria (n.2 unità di giorno che nei turni notturni si riduce spesso ad una sola unità) che per l’occasione, ed al fine di stemperare le diverse tensioni che spesso all’interno di questa sezione nascono, deve fungere da Psicologo, infermiere, medico ecc… 

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