Manifestazione denominata "Il cammino dell'acqua". Che continua a mancare in tanti quartieri, protesta il movimento, denunciando inerzia e casi-limite
Ieri sera, sit-in davanti a Palazzo San Giorgio promosso dal movimento La Strada e dal suo consigliere comunale Saverio Pazzano per protestare contro la perdurante crisi idrica.
Il cammino dell’acqua
La protesta davanti alla sede del Comune di Reggio Calabria è stata denominata Il cammino dell’acqua «per segnalare prima di tutto l’assenza di questo bene essenziale», recitava già la nota stampa per annunciare la manifestazione.
L’addebito-chiave? Vedere Reggio «versare in queste pessime e inaccettabili condizioni, a causa di un’Amministrazione comunale peraltro sorda alle istanze della cittadinanza».
Ed ecco la chiusura del sillogismo: ad avviso del movimento La Strada, «mai come ora è necessario scuotere chi dall’alto non ascolta le richieste che provengono dalle strade, dalle case, dalla città».
Questioni antiche
Una situazione rispetto alla quale è sempre stato, e in buonissima parte rimane, molto molto difficile distribuire torti e ragioni.
Perché la siccità continua ad accompagnare le giornate estive dei reggini (e dei turisti).
Perché le condotte idriche non hanno mai smesso di rappresentare un autentico colabrodo; anzi…
O no?
Le accuse di Pazzano
Il punto è che Pazzano polemizza proprio contro quest’ “ecumenismo”.
E davanti agli attivisti che hanno dato vita al sit-in insieme a lui rileva che molte cose si potevano fare, invece.
Osservazioni e proposte del movimento La Strada nell’audiointervista a Saverio Pazzano
Programmazione carente
L’acqua non manca certo solo a Reggio Calabria, conviene l’ex candidato sindaco. «Reggio, però – attacca Saverio Pazzano – si distingue per una totale mancanza di programmazione.
Già mesi fa Sorical aveva annunciata una riduzione di portata dal torrente Tuccio, nessuna notizia d’ultim’ora… Peraltro, in sette anni d’Amministrazione una programmazione seria è il minimo sindacale che si può chiedere».
E che dire delle autobotti, anzi: dell’autobotte? «Già: è una sola, e si sa da mesi; se non da anni. Così com’è noto che c’è un solo autista, per guidarla. Almeno su questo, si poteva sicuramente intervenire».
Casi-limite
La situazione già drammatica per centinaia di famiglie e per interi quartieri è aggravata da autentici casi-limite. «Le disparità tra situazioni e zone differenti esistono, eccome. E noi lo sappiamo bene – spiega Saverio Pazzano – perché La Strada ha curato un report sul tema, poi aggiornato più volte. Ci sono case che non hanno visto una goccia d’acqua per due settimane, a differenza delle case vicine. Questo per via del passaggio di tubature più antiche accanto a tubature più recenti. Di tutto questo non c’è traccia, l’ultima mappatura risale agli anni Novanta».
Le proposte
Evidenzia il consigliere Pazzano come La Strada già da tempo avesse formulato proposte che difficilmente avrebbero potuto eliminare il problema, ma avrebbero aiutato ad arginarlo.
«Innanzitutto, l’istituzione di un Registro delle manovre, che indichi chiaramente dove e quando viene erogata l’acqua, con un Piano orario d’erogazione. Perché i cittadini hanno il diritto di sapere quando avranno l’acqua e l’Amministrazione ha il dovere di comunicarlo per tempo».
Richiesta inoltre una «mappatura aggiornata delle condotte idriche».
