Caso Veterinaria, i tre baroni sospesi di nuovo dal gip. I perché del silenzio di Germanà

Caso Veterinaria, i tre baroni sospesi di nuovo dal gip. I perché del silenzio di Germanà

Caso Veterinaria, i tre baroni sospesi di nuovo dal gip. I perché del silenzio di Germanà

giovedì 02 Agosto 2007 - 18:16

Ai domiciliari Augliera, arrestato per la sottrazione dei fondi Lipin.

Il Gip Antonino Genovese ha concesso gli arresti domiciliari a Stefano Augliera, il funzionario d’ateneo arrestato lo scorso 20 luglio nell’ambito del filone d’inchiesta relativo alla gestione dei fondi del progetto di ricerca Lipin. Sempre stamane, il Giudice per le indagini preliminari ha interrogato il rettore Franco Tomasello, il preside uscente Giovanni Germanà ed il docente Salvatore Giannetto, sospesi 2 giorni fa. Un passagio quasi formale, quello di oggi, visto che i tre erano già stati ascoltati solo la scorsa settimana e la loro liena di difesa non è sostanzialmente mutata da allora. Stavolta, però, Germanà ha scelto di non rispondere. Affidando ad una nota del proprio difensore le ragioni del silenzio. Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’avvocato Laura Autru: -Il Prof. Giovanni Germanà, a fronte della diffusione di notizie sulla vicenda processuale che lo vede coinvolto con la pubblicazione di ampi stralci di provvedimenti giudiziari, avvalendosi dei medesimi mezzi di comunicazione, intende rassegnare le osservazioni che seguono.

Il Prof. Germanà dichiara di non avere assunto la carica di Preside della Facoltà di veterinaria per soddisfare interessi personali, né di avere mai inteso perseguirne durante il suo mandato. Il Preside ha mantenuto la carica nei pochi giorni successivi alla conoscenza della richiesta di misura interdittiva solo per non sottrarsi alle responsabilità connesse al mandato ed all’adempimento degli incombenti più urgenti, tra i quali proprio l’ottemperanza alla decisione del T.A.R. sulla chiamata del dott. Spadola, in un momento di intuibile disorientamento in Facoltà per la esecuzione di misure cautelari e pendenza di altre simili richieste. Ha anche ritenuto di dover rassegnare le proprie franche difese alla Autorità giudiziaria sottoponendosi a interrogatorio. Il mio assistito intende dichiarare, pur con lo spirito di autocritica, che ha sempre animato le sue riflessioni anche in questo momento difficile, e con il doveroso rispetto verso le Istituzioni, di non condividere e non ritenere convincente la esposizione delle ragioni che ipoteticamente renderebbero oggi necessaria la sua sospensione, esposte nella ordinanza del G.I.P. Ritenendo improduttivo sottoporsi di nuovo ad interrogatorio per la seconda volta avanti il medesimo G.I.P., oggi il prof. Germanà si è avvalso della facoltà di non rispondere, intendendo difendersi nelle diverse sedi processuali in cui confida di potere più ampiamente illustrare ed affermare le proprie ragioni e, soprattutto la non necessarietà della sospensione. Provvedimento emesso per l’unica vicenda che, dopo innumerevoli anni di lavoro e parecchi mesi di indagini, intercettazioni e raccolta di informazioni, ha dato luogo alla contestazione del reato di abuso di ufficio, dal quale, per altro, il Prof. Germanà non avrebbe ricavato alcuna utilità personale.

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