Collisione nello Stretto: chiedono il patteggiamento i comandanti della Borchard e della Zancle

Collisione nello Stretto: chiedono il patteggiamento i comandanti della Borchard e della Zancle

Redazione

Collisione nello Stretto: chiedono il patteggiamento i comandanti della Borchard e della Zancle

lunedì 15 Dicembre 2008 - 13:43

La prima udienza per la collisione nello Stretto fra il Segesta Jet e la portacontainer Susan Borchard è iniziata con una richiesta dei due imputati. Vogliono patteggiare Maksym Poludnyev, il comandante ucraino della Borchard accusato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo e Francesco Donato della nave traghetto Zancle della Caronte che deve rispondere di omissione di soccorso.

La richiesta è stata avanzata al gup Daria Orlando ma manca ancora l’accordo con i sostituti procuratori Angelo Cavallo, Francesca Ciranna e Vito Di Giorgio che rappresentano l’accusa. Una decisione sarà presa nella prossima udienza del 12 febbraio ma nulla sembra scontato. E l’atmosfera, nell’aula dell’udienza preliminare, oggi era molto tesa. Il ricordo, nei familiari delle vittime è ancora molto fresco e doloroso, e la battaglia legale che si preannuncia sarà senza esclusione di colpi. Nell’incidente, avvenuto alle 17,53 del 15 gennaio dello scorso anno, morirono il comandante del Segesta Jet, Sebastiano Mafodda, tre membri dell’equipaggio Marcello Sposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona e rimasero feriti un centinaio di passeggeri.

Ora, nei confronti del comandante della portacontainer Borchard, vogliono costituirsi parte civile il Sasmant, sindacato di RFI, il Comitato Pendolari dello Stretto, i familiari di Palmiro Lauro e numerosi feriti. Anche su questo punto il gup dovrebbe decidere nella prossima udienza che assume, dunque, un’importanza rilevante.

L’incidente rimane uno dei più gravi della storia della navigazione nello Stretto. La portacontainer procedeva da nord a sud diretta in Israele mentre il Segesta viaggiava da Reggio Calabria a Messina. Il mezzo veloce di Bluvia, dopo aver superato la poppa del traghetto Zancle, che da Messina era diretto a Villa San Giovanni, si ritrovò sulla sua destra la Borchard. “Il traghetto veloce Segesta Jet – sostiene l’accusa- superava in rotta di sicurezza la motonave Zancle ma, omettendo di tenere un efficiente servizio di vedetta, non si avvedeva del pericolo proveniente dalla motonave Susan Borchard e anzichè dare la precedenza a tale ultima nave che proveniva da dritta, manteneva inalterata la sua velocità e la sua rotta di collisione, senza peraltro operare alcuna manovra di emergenza e diversione, quali una decisa accostata alla propria dritta per lasciare libera la rotta all’altra unità o almeno una drastica riduzione della propria velocità; il traghetto veloce Segesta Jet accostava solo all’ultimo momento alla propria sinistra, senza riuscire ad evitare la collisione con la Susan Borchard-. Valutazioni che, sulla base delle conclusioni dei periti nominati dalla Procura, confermano la convinzione dei magistrati che la responsabilità principale della collisione va ascritta al comandante del Segesta il compianto Mafodda.

Ma vi sarebbe anche un concorso di colpa da parte del comandante Poludnyev. Secondo quanto scrissero i sostituti Cavallo, Ciranna e Di Giorgio nella richiesta di rinvio a giudizio: “Pur avendo il diritto di precedenza, nonostante avesse avuto piena consapevolezza della rotta di collisione assunta e mantenuta inalterata dal traghetto veloce Segesta Jet, consapevolezza acquisita dalla visione della propria strumentazione di bordo, manteneva costante la propria velocità, omettendo di ridurla per tempo; ometteva di effettuare qualsiasi manovra di emergenza, decisa ed in tempo utile, diretta ad evitare tale collisione, quale il “crash stop- (inversione del passo dell’elica –macchine indietro tutta) e/o una decisa accostata sulla propria dritta, in modo da dare più acqua per la manovra di emergenza del Segesta Jet; manovre, almeno una delle quali, se poste in essere da parte della motonave Borchard, nel momento in cui veniva avvistata anche otticamente l’unità veloce Segesta Jet, avrebbero certamente evitato la collisione stessa. Inoltre ometteva (sempre riferito al comandante Poludnyev) di effettuare qualsiasi chiamata sul canale di emergenza VHF 16 in modo da richiamare l’attenzione della unità Segesta Jet e così farla deviare dalla rotta di collisione intrapresa-.

Diversa la posizione di Francesco Donato, il comandante della nave traghetto Zancle che incrociò sul luogo della collisione, passando fra la Borchard ed il Segesta Jet. A Donato non vengono attribuite responsabilità nell’incidente ma nei suoi confronti viene ipotizzata l’omissione di soccorso: “Pur essendo l’imbarcazione più vicina nel momento in cui la Susan Borchard, alle ore 17.55.44, lanciava sul canale VHF 16 il primo segnale di May Day, ometteva di prestare assistenza diretta ai natanti ed alle persone e, comunque, di verificare che altra nave stesse portando soccorso in condizioni più idonee, nonché ometteva qualunque contatto sul canale VHF 16 con la Capitaneria di Porto di Messina, deputata a coordinare le operazioni

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