Il caso Teatro Vittorio Emauele in Consiglio comunale, tante parole in attesa dei fatti

Il caso Teatro Vittorio Emauele in Consiglio comunale, tante parole in attesa dei fatti

Francesca Stornante

Il caso Teatro Vittorio Emauele in Consiglio comunale, tante parole in attesa dei fatti

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venerdì 13 Dicembre 2013 - 18:46

Lunghissima seduta aperta del Consiglio Comunale sul Teatro Vittorio Emanuele. L'aula ha votato un ordine del giorno per chiedere risposte da Palermo e mettere il teatro in condizioni di lavorare. C'erano alcuni deputati, il presidente Puglisi e il sindaco Accorinti

Non c’è una stagione, non ci sono i cartelloni di prosa e di musica, non ci sono i direttori artistici, non c’è un Consiglio d’amministrazione e adesso neanche più un commissario che ne fa le veci. C’è un presidente che in queste condizioni può operare a regime ridotto, ci sono lavoratori e professionisti che lottano ormai da oltre un anno e hanno visto solo peggiorare le cose con il passare del tempo, c’è una città che ormai ha un vago ricordo di quel teatro in via Garibaldi che portava sul palco cultura vera. L’amara fotografia dell’attuale situazione in cui si trova il Teatro Vittorio Emanuele è purtroppo nota a tutti.

Problemi, ingiustizie, disinteresse della politica, le cause dello sfascio sono infinite, il Consiglio comunale in queste settimane ha provato a capire come aiutare il Teatro messinese. In mattinata lungo dibattito durante la seduta aperta convocata per discutere del Teatro, dei suoi lavoratori, degli orchestrali in attesa di stabilizzazione, dei percorsi da fare per uscire dal disastro. A richiedere la seduta i gruppi consiliari del Partito democratico che hanno voluto così porre l’accento sulla necessità di avviare un confronto con la deputazione regionale, l’amministrazione comunale e la governance dell’Ente Teatro, soprattutto in vista della riforma che l’assessore regionale Michela Stancheris sta portando avanti.

Riforma che stoppa i contributi a pioggia dalla Regione e introduce criteri di premialità per gli enti che collaborano tra loro e non esternalizzano e soprattutto che producono. Una vera e propria rivoluzione per il mondo dei teatri lirici, di prosa e delle istituzioni musicali, un’occasione che però non dovrebbe trovare Messina impreparata. Verranno infatti istituiti due fondi, il Fores, Fondo regionale dello spettacolo, e il Fogest, Fondo di gestione e salvaguardia dei teatri. Il primo sarà dedicato in generale alle attività teatrali e musicali, il secondo agli Enti di cui è socia la Regione: il Teatro Massimo e il Biondo di Palermo, l’Orchestra sinfonica, il teatro di Messina, il Bellini e lo Stabile di Catania, l’Inda di Siracusa, Taormina arte e le Orestiadi di Gibellina. Ma il Vittorio, oggi in queste condizioni, come entrerà in questa rivoluzione? Doveva essere soprattutto questo l’argomento del Consiglio aperto di oggi, i gruppi Pd che avevano chiesto la seduta avrebbero voluto sentir parlare di soluzioni a questi interrogativi, ha sottolineato più volte la consigliera Simona Contestabile. Tantissimi gli interventi in aula, tutti uniti e concordi nel dover imprimere un’azione incisiva che finora si è vista poco. Dure critiche per la mancata nomina dei componenti del Cda da parte di diversi esponenti del civico consesso, toni forti per le scelte effettuate finora dal sindaco Accorinti da parte del capogruppo Pdl Pippo Trischitta che ha scatenato la reazione sia del primo cittadino che dell’assessore Tonino Perna. A prendere la parola anche due ex componenti del Cda, le consigliere David e Faranda. Daniela Faranda ha puntato il dito contro i bandi a titolo gratuito e ricordato che gli alibi non servono più a nessuno e che c’è bisogno solo di soluzioni. C’era anche il presidente Maurizio Puglisi che ha ribadito le difficoltà di operare già fatte presenti ieri a sindacati e lavoratori che gli hanno fatto trovare la torta dei primi cento giorni di mandato in cui si è visto poco e nulla. Alla seduta anche i deputati messinesi Marcello Greco, Filippo Panarello e Franco Rinaldi. Anche loro hanno assicurato impegno, impegno che in realtà fino ad oggi non ha portato grandi risultati in riva allo Stretto.

La certezza è che il Teatro Vittorio Emanuele non può certo vivere sui contributi regionali che di anno in anno si sono sempre più assottigliati, deve tornare a produrre e sfruttare le sue risorse, ciò che non si è capito neanche dal dibattito di oggi è come ciò dovrà accadere. Il consiglio, per la sua parte, ha votato un ordine del giorno nato dall’unione di due documenti, uno proposto dall’Udc e presentato dal capogruppo Franco Mondello, un altro del Pd. Un documento con cui il Consiglio invita e impegna l’amministrazione comunale a chiedere un incontro urgente con il Presidente Crocetta per far rispettare e aggiornare il contributo ordinario già spettante; nominare da subito i membri del Cda che spettano al Comune e sollecitare il Commissario della Provincia a fare altrettanto; conferire all’Ente Teatro la struttura teatrale e la sala espositiva del PalaAntonello e concedere i locali dell’ex Veterinaria di via Don Blasco che potrebbero essere sfruttati come depositi di scenografie e laboratori in cui impiegare le alte professionalità del Teatro; proporre all’assessore alle Politiche Finanziarie di reperire un contributo straordinario da versare per il per il rilancio del Vittorio; sfruttare le novità che saranno introdotte con lo status di Città metropolitana dando al teatro un ruolo strategico per ciò che riguarda sviluppo e programmazione culturale.

In attesa che però dalle parole si passi a qualche fatto concreto il Teatro continuerà forse ad essere solo un contenitore di eventi che nulla hanno a che vedere con la sua natura. Lo ha ricordato anche il Comitato Non abbassiamo il sipario che oggi ha partecipato alla seduta. Intanto i giorni passano e quel sipario, al momento, sembra destinato a rimanere abbassato.

Francesca Stornante

FOTO DI GAETANO SACCA'

2 commenti

  1. Se ci dovesse essere ANTICIPAZIONE DI TESORERIA per il pagamento degli stipendi e tredicesima dei dipendenti comunali, sarebbe a carico dell’esercizio finanziario 2014, quindi il provvedimento avrebbe la data di giovedì 2 gennaio. L’ANTICIPAZIONE DI TESORERIA fa parte delle spese del Titolo 3, sono le spese per rimborso di prestito, quella prevista dal PEG provvisorio 2013 fu pari a € 56.028.006, alla data di maggio 2013. Se Guido SIGNORINO fa una variazione di bilancio riferita al 2013, deve trovare copertura finanziaria, perchè il tesoriere UNICREDIT non anticipa a gratis, la spesa corrente prevista nel Titolo 1 per interessi dovuti al tesoriere su anticipazioni fu pari nel 2013 a € 650.000, che inevitabilmente si alzerebbe, oltre agli squilibri di bilancio per la variazione del Titolo 3, insomma ci vorrebbe un Nembo Kid di finanza locale, non ne vedo in giro.

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  2. Ho preparato uno schema relativo al trend storico delle ANTICIPAZIONI DI TESORERIA, ho pure un’occhiata alla spesa corrente per interessi, una considerazione viene spontanea, una pacchia per il tesoriere UNICREDIT, a causa di accertamenti frutto di previsioni astrologiche. Abbiamo inoltre la possibilità di conoscere le cifre ereditate da Peppino BUZZANCA, come spiego nel link. Capirete con facilità che le cifre dei CONSUNTIVI, prima colonna, siano molto più elevate delle PREVISIONI DI COMPETENZA, ultima colonna, tenute basse per realizzare equilibri di bilancio sulla carta straccia. Bisogna dare atto al quartetto BUZZANCA-MILORO-COGLITORE-DI LEO, di una lenta discesa delle anticipazioni di tesoreria ereditate, infatti si passa dai € 220.544.000 ai €47.303.000, con CROCE-COGLITORE-DI LEO i consuntivi si attestano addirittura al di sotto delle previsioni, FATTO MOLTO POSITIVO. Vedremo nel BILANCIO DI PREVISIONE 2014, il primo in assoluto di Guido SIGNORINO, se il trend diminuisce ancora, e finarla con il vizietto delle anticipazioni.
    http://img546.imageshack.us/img546/8194/kgrl.png
    Il link seguente è per una più facile lettura dei BILANCI DI PREVISIONE.
    http://img42.imageshack.us/img42/8618/zbhc.png

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