Dedicato a chi "crea" il Natale. E a Nicolas e ai suoi fratelli e sorelle

Dedicato a chi “crea” il Natale. E a Nicolas e ai suoi fratelli e sorelle

Rosaria Brancato

Dedicato a chi “crea” il Natale. E a Nicolas e ai suoi fratelli e sorelle

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domenica 22 Dicembre 2019 - 10:17

Dedicato ai costruttori di Natale, perchè c'è differenza tra chi lo "festeggia" e chi lo "fa". Col cuore e con l'anima

Quest’anno per la prima volta non ho fatto l’albero di Natale, non ho addobbato la casa per le feste. Per tutta la mia vita il Natale “è stata” mia mamma, così come tutte le feste “comandate”. Senza di lei non può essere Natale. Pensavo a questo in questi giorni di frenesie e mi sono resa conto che davvero c’è differenza tra chi festeggia il Natale e chi lo “fa”, chi lo “crea” nel senso più concreto del termine.

Chi festeggia e chi “fa” il Natale

In realtà è una cosa impalpabile, che ti senti dentro e non dipende dalla luminaria più costosa, dal regalo griffato, dalla cena chic. Pensavo che il Natale lo “fanno” le mamme, le nonne, le donne. Gli uomini sono quelli che usano il portafoglio, che comprano i regali, pagano i conti. Ma sono le donne quelle che “fanno” il Natale. Perché usano il cuore e l’anima.

Ci pensavo mentre scrivevo articoli, mentre leggevo quel che accade in città, mentre mi scorrevano davanti i post dei messinesi prima delle feste, mentre guardavo i video con gli arrivi dei giovani da fuori sede fino allo Stretto.

Una cosa impalpabile

La prima telefonata è “mamma sto arrivando”, la prima persona che si trovano davanti quando varcano la porta di casa è una donna della famiglia. E’ la mamma che sceglie i regali (quali, per chi e con quale budget), il menù, le decorazioni, le frasi da scrivere nei bigliettini. Questo non vuol dire affatto che gli uomini non siano generosi, buoni, paterni. Tutt’altro. Ma gli manca quel non so che, quel “quid” che illumina la stanza e riempie le feste di calore.

Nicolas, Dylan, Morgan

In queste feste messinesi, mentre la polemica frivola è sul Giardino delle luci, sull’isola pedonale e via dicendo, si registra una mobilitazione per alcuni bimbi:  Nicolas, Dylan, Morgan. Ho conosciuto Valentina, la mamma di Nicolas ( 4 anni, affetto da leucemia e in attesa del secondo trapianto in 4 mesi), solo per telefono.  Da marzo la sua vita si è fermata, vive al Gaslini, a Genova, dove ha portato anche il primogenito Andrès (6 anni, anche lui affetto dalla stessa malattia genetica rara). E’ stata un’amica di Valentina a lanciare la raccolta fondi per Nicolas ed a scrivere a Tempostretto.  Faccio parte del gruppo facebook  “Nicolas piccolo guerriero” ed ogni mattina attendo il post di mamma Valentina perché il sorriso del bimbo, quegli occhi testardi che non si arrendono, mi rendono belle le giornate.

Le donne che “fanno” il Natale

Prendi Valentina quindi. Lei sta costruendo il Natale del suo bimbo, nonostante la leucemia, l’asportazione della milza, nonostante lei sia senza lavoro e lontana da casa. Prendi la sua amica Giovanna, che sta facendo di tutto per aiutarli.

Prendi Veronica, la mamma di Dylan. Ho visto i suoi splendidi occhi velarsi di commozione in Piazza Cairoli, la sera del 7 dicembre durante la Festa dell’Accensione. Per Dylan sta lottando come una leonessa. Anche per Morgan e per la sua famiglia l’intera città si sta mobilitando.

Prendi Cristina, che da anni trascorre il Natale impacchettando giocattoli e se qualcuno gli rifila “una sola”,  diventa una tigre e li restituisce. L’ho vista raccogliere i soldi che silenziosi messinesi le hanno dato per acquistare i biglietti per il Giardino delle luci destinati ai più piccoli meno fortunati economicamente. Lei e i donatori lo hanno fatto in silenzio, senza polemiche, senza clamori.

Prendi Rosaria, che stava organizzando una cena sociale per la sua associazione che si dedica alla ricerca sulle malattie rare. In un nanosecondo, quando ha saputo che Nicolas ha bisogno di noi, ha cambiato la destinazione del ricavato della tombolata.

Prendi Flavia che il 24 sera sarà alla mensa di Sant’Antonio, come ogni martedì, e stavolta con un sorriso più grande perché ci sarà sua figlia, che viene da lontano. Flavia, come Gabriella, Maria, Rossella, come migliaia di mamme che l’albero lo fanno solo nell’istante in cui il figlio o la figlia tocca il suolo messinese. Improvvisamente la casa s’illumina, si riscalda, prende vita.

I “costruttori” del Natale

Prendi le decine di eventi e manifestazioni che “fanno” il Natale. C’è chi mette la barba bianca e diventa Babbo Natale, chi sceglie gli ospedali, i rioni più poveri, chi va nelle mense. Mi piacciono i costruttori del Natale ed a tutti loro, uomini e donne va il mio grazie. Sanno trasformare il grigio in azzurro e sanno nascondere le lacrime in una tasca.

E’ Tempo…di casa

Per me sono questi volti il Natale. Il sorriso di mamma e figlia intente a scegliere la casa nella quale andranno a vivere nel 2020.  Venerdì prenderanno le chiavi. Le ho viste girare per le stanze ed immaginarle arredate con i loro mobili. In una delle case la proprietaria si è scusata perché non ha fatto in tempo ad ultimare le pulizie. Avrebbe voluto accogliere quelle famiglie nel migliore dei modi. Nelle abitazioni che abbiamo girato c’erano le tracce di chi ha vissuto ed ha voluto lasciare un lampadario, i detersivi. Piccoli gesti di cortesia. Per le dirette facebook di Tempostretto in occasione del tour per la casa c’è chi ci ha definito Tempocasa. Ma io sono felice di aver testimoniato con i video un cambio di logica, quella dei casermoni popolari. E sì,  è bello pensare che queste famiglie hanno diritto a “Tempocasa”, a qualcuno che illustri la bellezza di una stanza con il parquet, esattamente come tutte le altre famiglie in cerca di nuovi appartamenti.

Le sardine dello Stretto

Questo Natale lo dedico alle sardine messinesi, che ieri hanno affollato Piazza Municipio. Senza bandiere se non quelle della pace e la bandiera per me più bella e più sacra: la Costituzione. Sardine giovani e meno giovani, con idee, sogni, sconfitte e speranze, bagnati dalla pioggia.

In una città piegata dalla crisi, desertificata da decenni di politica vergognosa, questi costruttori di Natale meritano il nostro grazie. Ovunque siano, qualsiasi mestiere facciano, qualsiasi piccola o grande ferita abbiano nel cuore.

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