Il processo a Messina, accuse più pesanti per Claudio Costantino e sentenza più vicina
MESSINA – Cambia l’accusa per Claudio Costantino, in carcere per il duplice omicidio di Camaro del 2 gennaio 2022. Alle ultime battute del processo di primo grado passa la linea dell’accusa, rappresentata dal pubblico Ministero Roberto Conte, e adesso la contestazione per Costantino è di omicidio aggravato dalla premeditazione.
Premeditazione o legittima difesa?
La nuova aggravante era stata “messa sul tavolo” della Corte d’Assise dal Pm Conte lo scorso settembre ed ora entra ufficialmente nelle carte processuali. A spingere il magistrato ad aggravare le accuse per Costantino è stata una testimonianza chiave, resa durante il processo, che svelerebbe che l’uomo attendeva da almeno un paio di giorni Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò, vittime della sparatoria apertasi davanti l’abitazione di Costantino a Camaro. Al contrario l’imputato ha sempre sostenuto di aver sparato per legittima difesa, perché i due erano piombati in casa sua armati. Tesi che non ha mai convinto gli inquirenti.
Sentenza prima di Natale?
Sulla nuova “accusa” si è concentrata buona parte della scorsa udienza, una lunga giornata in aula al termine della quale il presidente della Corte Massimiliano Micali ha calendarizzato le fasi finali del processo. Se le date di udienza verranno rispettate, la sentenza potrebbe arrivare poco prima di Natale: l’ultima udienza calendarizzata è fissata all’11 dicembre prossimo.
Costantino ci riprova: vuole l’abbreviato
Prima di aggiornare tutti al 20 novembre prossimo per dare la parola all’Accusa, la Corte ha definito alcuni passaggi. I giudici hanno detto no alla richiesta di Costantino, collegato in video conferenza dal carcere, di accedere al rito abbreviato. Una mossa tecnica, concordata coi difensori, gli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano: anche se inammissibile, nel caso in sentenza l’aggravante venisse esclusa, la Corte dovrebbe operare la riduzione di pena prevista per il rito abbreviato, in caso di condanna. Non è la prima volta che i legali tentano di giocare questa carta.
Poi un lungo passaggio su questioni tecniche, dedicate soprattutto all’esame dei vari consulenti. In aula anche i familiari delle vittime e i legali delle parti civili, le avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli.
