Operazione Vicolo Cieco, processo a luglio per 24 del clan di Mangialupi

Operazione Vicolo Cieco, processo a luglio per 24 del clan di Mangialupi

Alessandra Serio

Operazione Vicolo Cieco, processo a luglio per 24 del clan di Mangialupi

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mercoledì 10 Giugno 2015 - 22:01

Fissato al 16 luglio il processo per gli indagati che avevano optato per il rito abbreviato. Alla sbarra ci saranno i pezzi da '90 della principale piazza di spaccio e traffico della città, arrestati a dicembre scorso.

Molti di loro hanno ricevuto la notifica in carcere, dove sono rinchiusi anche per fatti precedenti. Sono quasi tutti già noti, infatti, i 24 indagati dell'operazione Vicolo Cieco per i quali è stato fissato il processo, che sarà celebrato col rito abbreviato. Si comincia il 16 luglio prossimo davanti alla Corte d'Assise. Al banco degli imputati ci saranno Alfredo Trovato, Giuseppe Arena detto Teppe, Antonino Aricò, Angelo Aspri detto U Puffu, Giovanni Assenzio, Maria Baluce detta “Marisa”, Luciano Bartone, Giovanni Capria detto “u scuddino”, Antonino Casablanca detto “topolino”, Nunzio Corridore detto “ciuccia”, Giovambattista Cuscinà detto “u cocculu”, Francesco De Domenico, Salvatore De Luca (classe '78), Salvatore De Luca (classe 87), Pasquale Erba, Salvatore Gangemi, Achille Misiti, Daniele Ragusa, i fratelli Basilio, Felice e Giovanni Schepis, Santino Emanuel Schepis, Francesco Tamburella e Giuseppe Triolo.

Ventotto gli arresti della Squadra Mobile scattati nel dicembre scorso nel quartiere fortino di Mangialupi. Dopo 4 anni di indagini i poliziotti riuscirono a individuare una più piccola e nuova organizzazione dedita al traffico di droga che ruotava attorno alla famiglia Schepis, la cui base operativa era nella loro falegnameria. Indagando sugli Schepis, la Polizia scoprì che a tirare le fila dello spaccio era Alfredo Trovato. Il pregiudicato gestiva una vera e propria “holding” in grado di far fruttare soldi a palate ed in grado di gestire chili e chili di droga su Messina e provincia. Il gruppo agiva con enorme scaltrezza, affinché nulla potesse mai trapelare all’esterno: comunicazioni telefoniche brevi e criptate, luoghi di volta in volta diversi dove iniziare e concludere trattative, schede telefoniche “pulite” e macchine per il trasporto di droga sempre riconducibili ad insospettabili ed incensurati. Avevano anche un quartier generale, un bar attivo ed operativo notte e giorno, h24, dove chiunque avesse necessità poteva rivolgersi a qualsiasi orario per trovare pusher e droga. Ed è stato proprio accanto a questo bar, in un “vicolo cieco” (da qui il nome dell’operazione) che gli agenti sono riusciti a piazzare cimici e microspie registrando ore ed ore di conversazioni. In quella viuzza, infatti, gli affiliati parlavano degli affari, si confidavano, ignari che ogni loro frase fosse captata e registrata. P

A dare altro impulso alle indagini fu anche la cattura di Franco Trovato, fratello di Alfredo, che nel 2011 si era dato latitante nel corso dell’operazione Ruota Libera. Ingenti anche i quantitativi di droga sequestrati nel corso delle indagini, nonché le somme di denaro altissime. Il traffico di affari gestito dall’organizzazione, infatti, era elevatissimo. Solo nel corso delle perquisizioni effettuate stamattina, i poliziotti hanno sequestrato a Trovato ben 71mila euro, mentre altri 48mila erano già stati sequestrati ad Arena. Allo stesso modo, sono stati ritrovati circa 600 grammi tra cocaina, eroina e marijuana.

Adesso il processo definirà il quadro finale dell'inchiesta, gestita dal pm Liliana Todaro. Difendono gli avvocati Domenico Andrè, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Giuseppe Donato, Nino Cacia, Nunzio Rosso, Rina Frisenda, Enrico Ricevuto, Isabella Barone, Antonino Noè, Carlo Autru Ryolo, Massimo Marchese, Tancredi Traclò e Pier Francesco Broccio.

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