"Zolfo, sale e mercurio": l'esordiente messinese Gianmarco Munaò si confessa a Tempostretto.it

“Zolfo, sale e mercurio”: l’esordiente messinese Gianmarco Munaò si confessa a Tempostretto.it

francesco musolino

“Zolfo, sale e mercurio”: l’esordiente messinese Gianmarco Munaò si confessa a Tempostretto.it

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martedì 20 Marzo 2012 - 09:41

Giovedì 22 marzo, alle 18.30, presso la libreria Circolo Pickwick di Messina, lo scrittore messinese Gianmarco Munaò presenterà in anteprima il suo libro d’esordio, “Zolfo, sale e mercurio”, edito da Albatros – Il Filo (pp. 423 €19,50). Dialogherà con l’autore, il giornalista culturale, Francesco Musolino.

Una scintilla, basta poco per incendiare una mente creativa. Proprio questo è accaduto al messinese Gianmarco Munaò – fisico presso l’Università La Sapienza di Roma – che esordisce con il libro “Zolfo, sale e mercurio”, edito da Albatros – Il Filo (pp. 423 €19,50). Munaò, dopo aver visto La Nona Porta di Roman Polansky, si è messo sulle tracce di un libro rivelatosi inesistente. Ma proprio qui entrano in gioco la curiosità, l’attitudine alla scrittura e la mente scientifica perché laddove molti si sarebbero fermati in preda alla delusione, Munaò scopre l’esistenza di un libricino alchemico assai misterioso, il Mutus Liber. Come se non bastassero i principi per la creazione della Pietra Filosofale, la datazione lo riporta indietro sino alle mitiche epopee piratesche. A questo punto, muovendosi alla perfezione fra le sue passioni e reminiscenze letterarie e cinematografiche, l'autore mette sulla pagina un avvincente libro d’avventura che oscilla fra il Seicento e i giorni nostri, dando vita al pirata Harry Rumenor e lo spietato William Kidd, a John Mann e Lara e tanti altri personaggi che accompagneranno il lettore in una ricerca a cavallo del tempo.

In attesa di una nuova (prossima) avventura, Tempostretto.it l’ha intervistato.

Gianmarco com’è nato “Zolfo, sale e mercurio”? Ricordi il giorno in cui ti venne l’idea e decidesti di metterti a scrivere?

Tutto nacque un paio di anni fa con la visione di un film: la Nona Porta, diretto da Roman Polanski ed interpretato da Johnny Depp. Nel film si parlava di un testo occulto, le nove porte del regno delle ombre, in cui la potenza evocativa del libro veniva sintetizzata in 9 immagini, o tavole illustrate. Incuriosito dall'argomento, feci qualche ricerca al fine di verificare se questo libro fosse esistito davvero: l'esito fu negativo, ma durante la mia ricerca trovai qualcosa che avrebbe segnato successivamente la nascita di “Zolfo, sale e mercurio”, cioè il Mutus Liber, un piccolo testo alchemico di appena 15 pagine, così chiamato proprio perché non contiene parole, ma solo immagini, che, in questo caso, rappresentano simbolicamente i vari stadi della Grande Opera, ossia, in ultima analisi, la realizzazione della pietra filosofale. E il fatto che il Mutus Liber fosse stato scritto nel 1677, un periodo, cioè, in cui la pirateria aveva raggiunto il suo massimo splendore ha fatto il resto: quale tesoro più grande, per un pirata, che l'ottenimento della pietra filosofale?

Perché questo titolo?

La scelta del titolo è stata ardua e, in effetti, sono riuscito a compierla solo a romanzo praticamente terminato. Zolfo, sale e mercurio rappresentano i tre principi alchemici fondamentali, da cui tutto parte per la realizzazione della Grande Opera. In quest'ottica, ho deciso di optare per questo titolo che ben concilia l'essenza del romanzo con i punti fondamentali dell'alchimia.

Che rapporto hai con la scrittura? Scrivi ogni giorno o attendi l’ispirazione?

Ho sempre scritto, fin da quando ero bambino. Alle elementari cominciai a scrivere dei racconti, che ho continuato durante le scuole medie e superiori e che hanno costituito un'ottima palestra per cimentarmi, in seguito, con qualcosa di più impegnativo come un romanzo. Non riesco a scrivere ogni giorno, ma più per mancanza di tempo che di ispirazione: è vero che quest'ultima è fondamentale, e in effetti ci sono periodi in cui riesco a scrivere di più e altri in cui ho difficoltà a buttar giù anche poche righe, tuttavia non riesco mai a trascorrere molto tempo senza scrivere qualcosa.

Pirati, vecchi manoscritti, enigmi numerici, ricerca dell’immortalità: il tuo libro sembra già pronto per andare sul grande schermo a far concorrenza a Pirati dei Caraibi e Indiana Jones. Cosa ti ha ispirato per la costruzione di “Zolfo, sale e mercurio”?

In effetti sono sempre stato un grande fan sia dei Pirati dei Caraibi che di Indiana Jones, e non escludo che la visione di tali film possa avermi anche inconsciamente ispirato per la caratterizzazione di alcuni personaggi. D'altro canto ho sempre apprezzato molto anche i romanzi d'avventura, da Jules Verne a Dan Brown, per certi aspetti ripresi in “Zolfo, sale e mercurio”. Tuttavia nelle mie letture ho sempre cercato anche di imparare qualcosa, ragion per cui ho deciso di dare un'impronta storica al romanzo, rendendolo così abbastanza diverso rispetto al tipico canovaccio del romanzo d'avventura e anche del romanzo storico classico. Riguardo i personaggi, ho cercato sempre di umanizzarli, rendendoli il più possibile verosimili, al contrario di quanto spesso si vede nei film, cercando di metterne in risalto tanto i pregi quanto i difetti, rendendoli fallibili e preda di pulsioni e sentimenti comuni a tutti noi. Si tratta di personaggi normali (con poche, ben definite, eccezioni) che vivono avventure straordinarie.

Il tuo libro porta il lettore indietro nel tempo alle avventure dei pirati del Seicento ma si svolge anche in epoca contemporanea, perché questa scelta?

Quand'ero all'ultimo anno del liceo, mi capitò di leggere uno dei primi romanzi di Marco Buticchi, Le pietre della luna, in cui l'azione si svolgeva alternativamente tra passato e presente. Ricordo che quell'espediente narrativo, che non avevo mai incontrato, mi piacque molto. Quando, un paio d'anni fa, mi sono ritrovato a dover mettere un po' di ordine nelle idee che avevo in mente, stendendo un abbozzo di trama, sentii la necessità di ripartire la storia in due piani temporali diversi, al fine di rendere più scorrevole la narrazione, sviluppando gli eventi in parallelo e non in serie; a quel punto, pensai dunque di adottare questa scelta, che poi, di fatto, hanno compiuto anche molti altri romanzieri contemporanei con discreto successo.

Chi sono i tuoi protagonisti? Come li descriveresti brevemente?

Il protagonista principale è senza dubbio il pirata Harry Rumenor: bello e dannato, con una innata intelligenza e la capacità di tirarsi fuori da qualsiasi situazione senza perdersi d'animo, rappresenta il personaggio che più cresce durante il romanzo, riscoprendo nel corso della narrazione i valori dell'amicizia, della lealtà e dell'amore, senza per questo snaturarsi, ma anzi arricchendosi interiormente. Il secondo protagonista è il professor John Mann, che agisce ai giorni d'oggi: persuasivo e dotato di grande acume, viene incaricato di ritrovare il Mutus Liber e lo fa con la collaborazione di Lara, principale personaggio femminile della storia, dal carattere al contempo dolce e deciso, che si imbatterà in mille avventure insieme a lui. Ci sono poi il misterioso Roman, vecchietto dalle incredibili qualità, che giocherà un ruolo fondamentale nella storia, e il professor Luigi Franco, padre di Lara, un personaggio ambiguo, che riesce a riscattarsi solo alla fine della storia. Altri personaggi di rilievo sono l'indovina Sohana, l'avido collezionista Oliviero Martino, e soprattutto lo spietato capitano William Kidd, antagonista di Harry Rumenor, che rappresenta il principale “cattivo” del romanzo.

A proposito: se potessi scegliere liberamente, quali attori hollywoodiani vedresti nei panni dei tuoi protagonisti?

Mi ero già divertito, a romanzo concluso, ad immaginare i miei personaggi rappresentati dagli attori di Hollywood; provo a citarne alcuni:

Harry Rumenor – Viggo Mortensen.

John Mann – Colin Farrell.

Lara Franco – Charlize Teron.

Roman – Sean Connery.

Luigi Franco – Ian McKellen.

Sohana – Halle Berry.

Oliviero Martino – Danny de Vito.

William Kidd – Vincent Cassel.

di Francesco Musolino

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