L'1 agosto ad Apollonia (San Fratello) lo spettacolo del ciclo Il sorriso degli dei. Sul palco Luca Fiorino
Sarà il sito di Apollonia a San Fratello lo scenario del prossimo evento del ciclo Il sorriso degli Dei. Venerdì 1 agosto, a cura dell’associazione teatri Storici di Sicilia andrà in scena lo spettacolo “Icaro – l’ultimo volo”, scritto da Salvatore Arena, diretto da Nicola Alberto Orofino, interpretato da Luca Fiorino e prodotto da Invento – Lavorare d’Incanto. Le musiche originali sono di Giovanni Puliafito, gli elementi scenici e i costumi di Giusi Sottile. Assistente alla regia è Gabriella Caltabiano.
Prosegue così l’iniziativa di valorizzazione dei siti del parco archeologico di Tindari attraverso la rassegna estiva “Il sorriso degli dei”, con la direzione artistica di Anna Ricciardi. Dopo la Grotta di San Teodoro ad Acquedolci, il villaggio preistorico di Milazzo e il teatro greco di Tindari, che nei giorni scorsi hanno fatto da cornice allo spettacolo “St1 – La Prima Donna” e all’Aida del Coro Lirico Siciliano, ora tocca al suggestivo sito sulle montagne nebroidee.
Lo spettacolo racconta
In scena andrà la storia di Vanni, un uomo probabilmente pazzo che, come un novello Sisifo, o meglio ancora come un disperato Icaro, tenta di imparare a volare con tutte le sue forze, con l’obiettivo di librarsi in cielo alla ricerca di una risposta al suo dolore. È una storia che racconta gli ultimi, gli emarginati, che portano dentro di loro il peso di una vita vissuta ai margini della società. La matrice dialettale del testo diventa strumento di immediata autenticità mentre l’impianto registico e interpretativo oscilla tra il grottesco, la dimensione poetica e un realismo di grande impatto emotivo. Tutto questo compone uno spettacolo di grande godibilità e che lascia il pubblico in balia di importanti domande sull’essere umano. Comicità e dramma si mescolano così in una narrazione serrata che non lascia spazio se non all’emozione. E, proprio sul finale, alla più sentita compassione.
Icaro-Vanni, dal mito al dramma umano tra commedia e tragedia
“Icaro – l’ultimo volo” è un invito all’ascolto di tutti gli ultimi che ci circondano. Il mito si modella sul corpo dell’attore e viene deviato verso un dramma che affiora pian piano, del mito restano soltanto le piume”, spiega Salvatore Arena. “Ecco comparire Icaro-Vanni: un qualunque uomo, di un qualunque sobborgo di Calcutta, Milano o New York. Lacerato dalla perdita del figlio e dall’abbandono della moglie, cerca una salvezza dentro se stesso: ali come un’ancora per volare sopra l’abisso del suo dolore, almeno una volta. La variazione cromatica della scrittura – siciliano nella prima parte, italiano nella seconda – è una scelta necessaria che crea un solco, dilata il tempo, lo storpia, lo rallenta, perché il protagonista possa capire dov’è il nodo, dove lo sbaglio e come espiare la sua colpa e affrontare la trincea di questo suo squarcio”
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