Al Frazzanò Folk Festival il ritmo travolgente della Notte della Taranta

Al Frazzanò Folk Festival il ritmo travolgente della Notte della Taranta

Marina Romeo

Al Frazzanò Folk Festival il ritmo travolgente della Notte della Taranta

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martedì 01 Agosto 2017 - 10:07

Sul palco del festival, quest'anno alla quarta edizione, artisti come Mario Incudine e Antonio Castrignanò che ha portato in Sicilia voce e tamburi della Notte della Taranta del salento.

La quarta edizione del Frazzanò Folk Festival, la rassegna musicale creata da Marco Imbroscì, assessore Cultura, Sport e Spettacolo del piccolo centro, sarà ricordata. La kermesse ha infatti ospitato artisti conosciuti come Mario Incudine, il lampo di genio però è stato far salire sul palco della piazza regina Adelasia, Antonio Castrignanò. Voce e tamburi della famosa “ Notte della Taranta”, il festival di musica popolare più famoso d’Italia, che per l’intero mese di agosto diffonde ritmi antichi e frenetici in molti luoghi del Salento, culminando con il concerto del 26 a Melpignano. Incontriamo l’eclettico musicista, che pur essendo ormai avvezzo a folle oceaniche, si prepara ad esibirsi con grande concentrazione.

Quando è nata la passione per questo genere musicale?

“Prestissimo. Da bambino, tra feste e riti, ho avuto la possibilità di ascoltare le prime melodie e ritmi della tradizione musicale della mia terra, il Salento. Crescendo è cominciata l’esperienza attiva attorno alla cultura e musica di tradizione orale: il contatto diretto con gli anziani cantori e la mia riproposta sui palchi con Aramirè, Canzoniere di Terra d’Otranto e Grecanico Salentino.

Il suo successo è una sorta di rivincita per i molti talenti del meridione e per il Sud intero?

La mia esperienza e la mia generazione sono figlie di un’esigenza comunicativa che voleva dare voce e dignità attraverso la musica, l’arte e il dialetto a un lembo di terra, a una classe sociale e a un’identità dimenticate e sfruttate per lunghi anni. Oggi è bello raccontare il Salento attraverso l’arte e la musica, evitando gli stereotipi, però, e conservando sempre la propria dignità.

Lei si rivolge a me chiamandomi “ cugina di sangue”, quale il rapporto tra la Puglia e la Sicilia?

“Il nostro legame non può prescindere in partenza dalla nostra stessa posizione geografica. La storia ci ha reso protagonisti delle stesse vicende, ci ha accumunato negli anni negli usi , nei costumi, nella cucina, nell’emarginazione, nell’emigrazione, nella lingua che restano ancor oggi molto simili. Poi ci sono anche le esperienze personali che contano con tanti amici e artisti siciliani.”

Questa parentela spirituale si rinsalderà ?

“Sono stato a suonare in Sicilia al teatro antico di Taormina e anche nella fantastica Scicli per il Taranta Sicily Festival, e adesso qui a Frazzanò per questa splendida serata. Spero di ritornare molto presto da voi, ogni concerto già dal mio arrivo mi rende contento”.

Si spengono le luci e Antonio Castrignanò sale sul palco muovendosi con la grazia di un ballerino di “Pizzica” e l’autorevolezza di un tenore. Accompagnato da musicisti straordinari, canta e suona con il tamburo antiche canzoni della tradizione salentina alternandole con quelle del suo album “Fomenta.” La piazza contagiata dall’energia e dai ritmi delle percussioni, risponde. Ballano tutti, come si dovrebbe danzare : senza un pensiero lugubre e senza un domani al ritmo della “Zitella”. Danzano lentamente quando Castrignanò canta “ Vitti ‘na crozza” con parole del dialetto siciliano e di quello pugliese al ritmo del Sirtaki. Ballano tutti come se il tempo si fosse fermato, come se la spedizione da Quarto con i mille avventurieri non fosse mai partita.

Marina Romeo

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