La comunità reggina accanto a chi denuncia

La comunità reggina accanto a chi denuncia

elisabetta marciano

La comunità reggina accanto a chi denuncia

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lunedì 17 Maggio 2021 - 17:28

"La storia di Parisi e Corrado sia da esempio per chi decide di schierarsi dalla parte della legalità. La comunità reggina si stringa a chi denuncia"

La comunità reggina sia sempre capace di reagire al giogo mafioso. Si stringa attorno a tutti quei cittadini, imprenditori, professionisti, aziende, che si trovano ad affrontare richieste estorsive e decidono
giustamente di denunciarle, schierandosi con forza dalla parte della giustizia ed impedendo ai loro carnefici di continuare a nuocere a tutta la comunità”
. E’ quanto afferma in una nota l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria Giovanni Muraca.

La sentenza definitiva

In queste ore è arrivata la notizia della condanna in cassazione a titolo definitivo degli estorsori che per lungo tempo hanno vessato Serenella Corrado e Martino Parisi, due professionisti della comunità reggina impegnati anche in ambito sociale e culturale. Qualche anno i due furono protagonisti di una vicenda scabrosa. Vicenda caratterizzata da una richiesta estorsiva mascherata, per centinaia di migliaia di euro da parte di due soggetti, oggi, condannati in via definitiva.

Accanto alle vittime

L’Amministrazione di allora, nella quale io ricoprivo il ruolo di Assessore al fianco del sindaco Falcomatà, decise di costituirsi parte civile, proprio per accompagnare il percorso giudiziario che seguì la denuncia dei
due coniugi” –
prosegue Muraca. Le due vittime, oggi riconosciute dalla sentenza della Cassazione apprezzarono la decisione dell’Amministrazione comunale reggina, sottolineando anche l’impegno dell’Assessore Muraca che decise di presenziare personalmente in Tribunale all’atto della costituzione di parte civile del Comune.

Le minacce

Credo sia un dovere civico di ogni cittadino – aggiunge ora Muraca – schierarsi a fianco di chi subisce episodi vessatori ancor più quando mascherati da vicende apparentemente legali. Per queste due persone la sentenza della Cassazione significa la fine di un incubo. Negli anni questa famiglia ha subito di tutto, dalle teste di capretto alle bombole di gas lasciate di fronte la loro abitazione, fino ad una vera e propria irruzione armata. Episodi che resteranno purtroppo indelebili nella memoria delle vittime. Saranno risarciti solo se l’intera comunità reggina sarà capace di riconoscere il male ed isolarlo. Sarà capace di schierarsi in maniera aperta e calorosa dalla parte di chi trova il coraggio di denunciare”.

Appello alla comunità

All’indomani della sentenza definitiva di condanna – conclude l’Assessore – a queste persone che hanno attraversato questa lunga e complessa vicenda, vorrei dire che non sono sole. La Reggio onesta e solidale si stringa attorno alla loro storia, difendendo e socializzando la scelta di schierarsi in maniera aperta e chiara dalla parte della legalità. Credo che questo possa costituire un esempio per i giovani in particolare. La nostra Città, sia capace una volta per tutte di lasciarsi definitivamente alle spalle l’assurda cultura dell’omertà. Capace di proiettare sentimenti di fiducia nei confronti della squadra Stato, delle istituzioni, della società civile; responsabile riunita nel meritorio lavoro delle associazioni antimafia, e delle forze dell’ordine che con il loro prezioso lavoro si spendono quotidianamente a difesa dei diritti e della
libertà di ogni singolo cittadino reggino”.

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