"Song o not song". Vittorio Viviani canta canzoni celebri... a modo suo

“Song o not song”. Vittorio Viviani canta canzoni celebri… a modo suo

“Song o not song”. Vittorio Viviani canta canzoni celebri… a modo suo

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martedì 09 Aprile 2013 - 08:00

In scena anche il pianista Andrea Bianchi. Un "pastiche" linguistico tra l'inglese e il napoletano, tra ironia e sarcasmo

Il pubblico messinese lo conosce bene perché al Vittorio Emanuele lo ha applaudito più volte insieme con Ottavia Piccolo in spettacoli come “L’arte del dubbio” o “La commedia di Candido”. Questa volta Vittorio Viviani arriva da solo e approda sul palcoscenico della Sala Laudamo (dal 12 al 14 aprile) con il suo spettacolo “Song o not song”, per il cartellone “Paradosso sull’Autore”. In scena con lui il pianista Andrea Bianchi.

Si tratta di una spettacolo di teatro-canzone (Viviani ne ha realizzato anche un cd) che ha quale sottotitolo “Serie di miserie semiserie”. Perché l’attore napoletano reinventa canzoni famose fino a farle diventare altro. Così “My way” diventa “Guaje mieje” ed è la storia di un disoccupato, “La Bohème”, “Lav’’o vetro”, “La vie en rose” “Marì,’un ècosa” e parla di fecondazione artificiale, “Et maintenant” “Ammuntunà” e parla di zingari. E così via. “Song o not song”, insomma, è un pastiche linguistico fra l’inglese e il napoletano: da “Essere o non essere” alle canzoni.

Vittorio Viviani è acuto osservatore della realtà sociale e politica; ne fa oggetto d’ironia e sarcasmo raccontando i drammatici eventi della vita quotidiana con amarezza tragicomica. E forti e sentite sono le influenze di Bertolt Brecht e Raffaele Viviani. Viviani canta e recita il nostro mondo tenendo gli occhi bassi, narrando una popolazione di dolenti: immigrati, zingari, operai, disoccupati, donne emarginate…. Mondi emarginati, inguaiati. Un impegno civile trattato con mano lieve e ironica. E concetti duri. Tenendo presente il principio di Voltaire (personaggio che Viviani interpretava nella “Commedia di Candido”): «Non c’è miglior modo di pensare che farlo ridendo». Appunto, un divertente “pessimismo comico” dove si ride “sul serio”: meglio ridere pensando che pensare a ridere. Un cantante-attore vestito di nero, un pianista al pianoforte. «Un volontario riferimento dice Viviani – a Yves Montand. E all’esistenzialismo. Però, a modo mio: il sopravvivenzialismo!».

Spettacoli il 12 e 13 aprile, alle ore 21.00; il 14 aprile, alle ore 17,30. Prezzi: posto unico 10 euro, ridotto 6 euro.

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