Maxi confisca per 3,5 milioni all'imprenditore Farinella, esponente del Gruppo Mistretta

Maxi confisca per 3,5 milioni all’imprenditore Farinella, esponente del Gruppo Mistretta

Veronica Crocitti

Maxi confisca per 3,5 milioni all’imprenditore Farinella, esponente del Gruppo Mistretta

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mercoledì 08 Ottobre 2014 - 06:38

Il Tribunale del capoluogo peloritano, a seguito di attività di indagine compiuta dalla Sezione Operativa della D.I.A. di Messina, ha emesso un provvedimento di confisca di beni mobili, immobili e quote societarie del valore di 3,5 milioni di euro a carico di Vincenzo Fariella, imprenditore 52enne di Capizzi, appartenente alla cosca mafiosa del “Gruppo di Mistretta”, operante nella provincia messinese.

A pochi mesi dal provvedimento di sequestro, giunge per l’imprenditore Vincenzo Farinella la maxi confisca di beni per un valore totale di 3 milioni e mezzo. Nel mirino della Direzione Investigativa Antimafia finiscono difatti il 50% delle quote della SocietàCa.Sa. Rione S.n.c. di Fariella Vincenzo e Co, con sede legale a Capizzi e operante nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti agricoli, le quote della società Giavin S.r.l, con sede legale a Capizzi e operante nel settore edilizia, le quote dell’impresa individuale Farinella Cataldo, anch’essa con sede a Capizzi e operante nel settore della costruzione di edifici residenziali e non residenziali, costruzioni di strade ed altro, 11 automezzi, 7 beni immobili e diverse disponibilità bancarie e postali.

Cinquantadue anni, originario di Capizzi, Farinella è considerato da anni un appartenente alla cosca mafiosa del “Gruppo Mistretta”, ossia di quel ramo che operava attivamente nei territori di Mistretta, Capizzi, Tortorici e zone limitrofe nonché collegato a Cosa Nostra di San Mauro Castelverde – Gangi. Le indagini patrimoniali risalgono ai primissimi anni ’90 e, nel corso di due decenni, hanno permesso di appurare come Farinella, da un lato, intrattenesse rapporti e frequentazioni con soggetti mafiosi di spicco e, dall’altro, come vi fosse una sproporzione netta tra i beni posseduti ed i redditi da lui dichiarati. In particolare, a segnare l’imprenditore è stata la frequentazione con Camillo Bartolomeo Testa, nome di spicco del sodalizio criminale della cosca Rampulla, condannato a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa e a 7 anni per estorsione. Vincoli di amicizia ed affari anche quelli intrattenuti con l’intero gruppo mafioso di Mistretta, attraverso la società Giavin S.r.l con cui Farinella pilotava gli appalti pubblici e ne acquisiva le relative commesse, nonché con Mario Giuseppe Scinardo con il quale ha costituito la società Edilcalcestruzzi S.r.l., con sede legale a Militello Val di Catania, assumendone poi la carica di amministratore unico. Legami criminosi che si estendevano a diversi soggetti pregiudicati per associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona e stupefacenti che hanno portato, il 22 marzo 2007, all’arresto dello stesso Farinella durante la maxi Operazione Montagna condotta dalla Sezione Anticrimine del R.O.S. Carabinieri di Messina.
Venne fuori come l’imprenditore, godendo dell’appoggio della criminalità organizzata, nel corso degli anni si sia inserito illecitamente nel settore degli appalti pubblici e privati.

Accusato di aver fatto parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché di aver commesso diversi delitti contro il patrimonio e, al contempo, di aver gestito illecitamente attività economiche imprenditoriali e commerciali traendo un vantaggio ingiusto per sé e per gli uomini a lui vicini, il 30 giugno 2012 il Tribunale di Patti lo condannò alla pena di 4 anni e 9 mesi di reclusione, applicandogli la libertà vigilata.

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