Scagionato al processo il 39enne fermato nel 2023 dalla Polizia in pieno centro
Messina – Il curioso episodio risale al 13 agosto 2023: un imprenditore è stato fermato dagli agenti in una via del centro, in piena notte, con un casco in mano. Dentro c’erano due bottiglie, una piena di benzina, e un accendino. Quando i poliziotti hanno chiesto spiegazioni, il 39enne è scoppiato in un pianto a dirotto, confessando di voler vendicarsi per un tradimento.
Attentato!
Portato in Questura, il messinese è stato denunciato per attentato alla pubblica incolumità e oggi per lui, a distanza di due anni, si è aperto il processo. Per l’accusa era pericoloso, così il pm ha richiesto un verdetto di condanna a un anno e 8 mesi di reclusione per il pesante reato.
Scagionato al processo
Ma il suo difensore, l’avvocata Maria Grazia Bertilone, è riuscita a ottenere un assoluzione piena. Il reato non c’è, ha sostenuto il legale, non basta la detenzione della bottiglia per integrare il dolo, che caratterizza il reato contestato dall’accusa. Alla fine del processo il verdetto del giudice monocratico Alessandra Di Fresco è stato: assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Insomma, non era un attentato.

questo dimostra come le procure sperperano tempo e soldi, caricando i mal capitati di costi legali e morali che molte volte si riversano anche sulla salute, poi risarcimenti pari al nulla ….
Un anno e otto mesi richiesti per un “delitto” mai consumato, una richiesta di comprensione per il marito che ha picchiato la moglie causandole anche invalidità fisiche durature. Così va il mondo e la giustizia in Italia: talvolta eccessiva e talvolta negata!