Cartelli "divieto di accesso" alle Piscine di Venere: parla l'autore del gesto

Cartelli “divieto di accesso” alle Piscine di Venere: parla l’autore del gesto

Salvatore Di Trapani

Cartelli “divieto di accesso” alle Piscine di Venere: parla l’autore del gesto

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mercoledì 04 Agosto 2021 - 17:13

Parla l'autore dei cartelli di divieto d'accesso e proprietà privata, posti lungo il sentiero che conduce alle piscine di Venere a Milazzo.

Le piscine di Venere, a Milazzo, sono state oggetto di forte discussione nel corso delle ultime ore, dopo che nella mattinata di ieri lungo il sentiero che porta all’area sono spuntati i cartelli “divieto di accesso” e “proprietà privata”.

Una questione sulla quale si erano espresse l’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, dettasi estranea ai fatti, e lo stesso sindaco il quale auspicava un celere ritorno alla normalità. Ritorno alla normalità che, effettivamente, c’è già stato: la catena posizionata nel cancello è infatti stata rimossa.

L’autore del gesto racconta la propria versione dei fatti

Adesso, tuttavia, risulta necessario chiarire quali siano le dinamiche che hanno portato ad un simile gesto. A farlo è lo stesso autore, l’amministratore di 2C-Service Stefano Caminiti. La 2C-Servise è attualmente affittuaria del terreno sul quale sorge il sentiero che conduce alle piscine di Venere, oltre che del locale “Paradiso”. Proprio l’affitto dell’area risiede all’origine della vicenda.

«Il mio è stato un gesto estremo, scaturito da una situazione che si protrae ormai da quasi due anni e mezzo -spiega Caminiti- Attualmente sono locatario del locale Paradiso e di parte dei terreni limitrofi, circa 28.500 mq. Ma di questi terreni utilizzo meno di 10.000 mq poiché il sentiero in questione è da tempo divenuto di uso pubblico. Ormai da diverso tempo chiedo alla Fondazione Lucifero, che mi ha concesso la locazione dell’immobile del Paradiso, di rivedere il canone annuo e di rimuovere dal contratto i terreni di cui non posso fare alcun uso. Nonostante le mie continue richieste, tuttavia, non ho ancora ricevuto risposta».

Ma la questione, spiega ancora Caminiti, non riguarda soltanto il canone annuo e il terreno di cui è locatario: «Attualmente -dichiara- risulto l’unico responsabile, sia civilmente che penalmente, di quanto accade lungo quel sentiero. Si tratta di un’onere che, anche a fronte di un terreno che non posso utilizzare, non sono disposto ad accettare».

Caminiti quindi chiarisce: «Non intendevo ovviamente precludere l’accesso alle piscine di Venere a nessuno. Nonostante i cartelli, infatti, la catena che è stata posta sul cancelletto che porta al sentiero era semplicemente poggiata. È bastato infatti che i presenti la sollevassero per poter accedere nuovamente all’area. Il mio gesto è nato allo scopo di avere risposte».

Nelle prossime ore potrebbero giungere ulteriori aggiornamenti sulla vicenda.

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