"No ai miei figli in una discarica", Calafiore: "La casa è dignitosa"

“No ai miei figli in una discarica”, Calafiore: “La casa è dignitosa”

Marco Olivieri

“No ai miei figli in una discarica”, Calafiore: “La casa è dignitosa”

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giovedì 28 Marzo 2024 - 06:58

Assegnazione di un alloggio popolare: la delusione della signora Maria Rolla e la replica dell'assessora. Ieri abbiamo visitato l'appartamento a Giostra

MESSINA – Un’incursione ieri mattina nel complesso “Magnolia”, a Giostra. Con l’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore, l’assistente sociale Maria Rita Giordano e l’istruttrice amministrativa Vincenza Alongi (nella foto), abbiamo visitato un appartamento al secondo piano di proprietà dell’Iacp. Una casa popolare di 110 metri quadri che il Comune aveva individuato per rispondere al disagio abitativo della famiglia di Maria Rolla, da noi intervistata. Una famiglia di otto persone, con quattro bambini disabili e un piccolo di due anni sotto osservazione sul piano medico.

“Il mio compagno sta pure male. Viviamo con il mio assegno d’inclusione, provvvisoriamente al terzo piano in una casa senza ascensore, che dobbiamo lasciare. E ci appelliamo al Comune perché trovi nell’immediato una nuova abitazione per noi”, ha dichiarato a Tempostretto la signora Maria.

Nei giorni scorsi ha visitato questo appartamento nel complesso “Magnolia”. E ha deciso di rifiutarlo. “Un appartamento pieno di umidità, totalmente da ristrutturare, ma quel che è peggio con un ascensore assolutamente malandato e funzionante solo dopo un adeguato pugno nelle porte”, ci ha detto la sua legale, Annalisa Giacobbe. Un’avvocata che sta pure seguendo sia molte persone che vivono nelle baracche, sia chi vive l’emergenza abitativa nel Rione Ferrovieri.

Su quest’ultima situazione, ci fa sapere l’avvocata: “Nel caso di una signora, ho richiesto la documentazione al Dipartimento, relativamente al bando del 2012, dove lei si era inserita in posizione utile per ottenere la casa. Ma quelle offerte erano veramente improponibili e poi non si è saputo più nulla. La nostra istanza di accesso è stata rigettata. Così abbiamo proposto ricorso al Tar di Catania che ha accolto la nostra richiesta. E oggi il Comune di Messina, oltre a doverci dare la documentazione inerente il bando del 2012, deve anche fornire l’elenco degli alloggi liberi e del loro stato di manutenzione dal 2012 ad oggi. Ovviamente abbiamo notificato la sentenza perché venga eseguita e siamo in attesa”.

Nel contesto delle attuali emergenze, un appartamento dignitoso

Ma torniamo alla casa a Giostra. Senza entrare nel merito del rifiuto della signora, va detto che l’appartamento è in condizioni più che dignitose. Certo, in un mondo ideale, al quale speriamo un giorno d’arrivare, l’edilizia residenziale pubblica dovrà essere un vanto delle amministrazioni pubbliche. Ma oggi non viviamo nel migliore dei mondi. E, nel contesto delle attuali carenze abitative, la soluzione è accettabile, con numerosi vantaggi in relazione alle esigenze di una famiglia numerosa.

Sottolinea l’assessora Calafiore: “I 110 metri quadri sono un’eccezione nelle case popolari, solitamente sui 90 metri quadri. All’ingresso ci sono tre scalini e, per venire incontro a chi è sulla sedia a rotelle, sarebbe stato messo da noi uno scivolo. L’ascensore funziona (con problemi in passato di manutenzione ma allo stato attuale funziona, n.d.r.). Cucina e bagno sono nuovi. In due stanze va tolta la carta da parati e serve una pitturazione, a carico della famiglia assegnataria, in tutta la casa. In totale, tre stanze da letto, una terrazza e una piccola veranda, più uno sgabuzzino e una cantina. L’umidità è un fenomeno davvero limitato. L’Istituto autonomo case popolari ha rifatto l’impianto elettrico. Un appartamento più che dignitoso e lo stabile è in buone condizioni, comprese le scale”.

“Sono nativa di Giostra ma non porto i miei figli in una discarica”

A sua volta, la signora Maria (dichiarazioni alla testata Voci di popolo) ha tenuto a precisare: “Scrivo sotto la mia responsabilità. Il Comune mi offre questo perché non è Messina a non funzionare ma chi la dirige. Posso dire che non c’è, da parte mia, nessuna discriminazione nei confronti della zona: sono nativa di Giostra. Sono cresciuta all’isolato 13, mi sono sbucciata le ginocchia in strada, ho fatto la comunione alla chiesa di San Matteo e quando mi hanno offerto la casa a Giostra, per un attimo, sono tornata bambina. Ho parenti, fratelli, amici a Giostra. Ma non porto i miei figli in una discarica. Non mi avete offerto una casa. Mi avete offerto una delusione. Ho respirato profumo di casa? No, ho respirato profumo di immondizia. Ho sentito la sconfitta del sogno che sei ragazzi potessero giocare in un cortile liberi, spensierati, dove finalmente mi chiamavano mamma, con le ginocchia sbucciate e con il sorriso che mi hanno tolto le malattie e oggi il Comune di Messina”.

“La vista sulla spazzatura? Ancora, in tante zone, c’è chi resiste alla differenziata. Ci vorrà del tempo”, ribatte l’assessora. In base alla dichiarazione dei redditi, il canone sociale varia, con una quota minima di 52 euro. Nel frattempo, in una città in cui risultano enormi il disagio sociale e la fame di casa, si sta entrando nella fase operativa con l’acquisto di alloggi da parte del Comune. L’obiettivo, con un budget di circa 23.3 milioni di euro, sulla base dei capitoli di spesa Pinqua, è quello di “mitigare il disagio sociale abitativo per un 70% e acquisire case per le politiche di risanamento per un 30%, con l’acquisto di circa 160 case”.

L’iniziativa vede in primo piano le due partecipate: Patrimonio Spa e Arismè. Si tratta di una rimodulazione dei fondi Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare.

Di sicuro, è tale la fame di casa a Messina che queste misure, seppure importanti, non risolveranno uno tsunami così vasto, anche se questo progetto rappresenta un passo in avanti. Ha sottolineato lo scorso novembre l’Unione inquilini: “229 sfratti nel 2022 e il problema è aumentato nel 2023 con la perdita del reddito di cittadinanza e l’azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole. Tremila famiglie a Messina vivono nel disagio abitativo”. Uno scompenso strutturale al quale la politica, a tutti i livelli. deve dare risposte.

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