La sciagura ferroviaria di Rometta: chieste quattro condanne per disastro ed omicidio colposo

La sciagura ferroviaria di Rometta: chieste quattro condanne per disastro ed omicidio colposo

La sciagura ferroviaria di Rometta: chieste quattro condanne per disastro ed omicidio colposo

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venerdì 07 Ottobre 2011 - 12:35

I PM Carchietti e Capece Minutolo hanno chiesto la condanna per i quattro imputati del processo per il disastro ferroviario di Rometta che nel luglio 2002 provocò la morte di otto persone. Dieci anni la richiesta più alta per il responsabile del tronco lavori Fs di Milazzo. Gli imputati devono rispondere di disastro ed omicidio colposo

Si avvia a conclusione il processo di primo grado di una delle più gravi sciagure ferroviarie del nostro paese. Si tratta del disastro di Rometta Marea che il pomeriggio del 20 luglio 2002 provocò la morte di otto persone fra cui un macchinista e sette passeggeri. Oggi i PM Ugo Carchietti e Diego Capece Minutolo hanno chiesto la condanna per i quattro imputati. Al termina della requisitoria i rappresentanti della pubblica accusa hanno chiesto la condanna a 10 anni per Salvatore Scaffidi, responsabile del tronco lavori Fs di Milazzo, a 9 anni per Carmelo D’Arrigo, tecnico dello stesso settore, a 4 anni per l’imprenditore Oscar Esposito, titolare dell’omonima impresa di Caserta che effettuò i lavori di manutenzione sulla tratta qualche mese prima del disastro e per Roberto Giannetto, ispettore capo Fs dell’Ufficio territoriale di Catania. L’accusa per tutti è di disastro ed omicidio colposo. Carchietti e Capace Minutolo hanno invece chiesto il proscioglimento per prescrizione dal reato di lesioni colpose per tutti gli imputati. A seguire sono iniziate le repliche dei difensori mentre nei prossimi giorni i giudici del Tribunale entreranno in camera di consiglio per la sentenza.
Un verdetto che, comunque riaccenderà le polemiche infinite che hanno caratterizzato la fase delle indagini preliminari. La tesi dell’accusa, infatti, e l’individuazione delle responsabilità si fondano su una superperizia, eseguita da un pool di esperti, sempre fortemente contestata dal collegio di difesa. Secondo i periti a provocare il disastro fu un “giunto provvisorio” che univa due rotaie e che sarebbe stato fissato male dagli addetti, provocando il deragliamento del treno Espresso “Freccia della Laguna”. Il convoglio, proveniente da Palermo e diretto a Venezia, ormai in prossimità della stazione di Rometta il treno, fu catapultato fuori dalle rotaie. Alcuni vagoni schizzarono contro l’edificio che ospitava l’abitazione del custode del vicino passaggio a livello. Altri si accartocciarono come fossero di carta velina. Fra le lamiere furono ritrovati i corpi senza vita di otto passeggeri fra cui un macchinista. Decine di persone rimasero ferite, molte delle quali estratte da coraggiosi soccorritori che per ore ed ore si alternarono nella ricerca di superstiti. C’erano tutti, dai VVF, alle forze dell’ordine, volontari, semplici cittadini che diedero una mano per aiutare e rifocillare i feriti fra cui diversi bambini. La Procura, evidenziò subito le responsabilità degli attuali imputati ed altrettanto fecero in seguito le due perizie, disposte da TrenItalia ed RFI. Secondo gli esperti chi doveva vigilare sulla corretta collocazione di quel giunto non lo fece ma ci sarebbe anche la responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la giusta velocità del treno su una tratta che non era sicuramente fra le più sicure.

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