L'autopsia fuga ogni dubbio: 43enne freddato con un colpo di pistola alla nuca. I familiari contro le insinuazioni sui social. Intanto le indagini....
Milazzo – “Piena ed incondizionata collaborazione con gli inquirenti e le forze dell’ordine che stanno serratamente compiendo ogni più opportuna indagine. Con la speranza si possa presto giungere a far luce sul grave fatto di sangue che ha devastato un’intera famiglia, e scosso la comunità locale”. La famiglia di Angelo Pirri, ucciso la scorsa settimana nelle campagne di Pace del Mela, affida ai legali la propria dichiarazione per fare chiarezza su “indiscrezioni e commenti che stanno riempiendo i social”.
Nessun ostacolo alle indagini
I parenti del 43enne originario di Barcellona ma residente a Santa Lucia del Mela hanno voluto così dissipare alcune insinuazioni circolate e spiegare pubblicamente, tramite gli avvocati Filippo Barbera e Fabio Marchetta che li assistono, che sono a disposizione degli investigatori e hanno la piena volontà di collaborare con l’inchiesta.
Un solo colpo alla testa, di spalle: ecco com’è morto
Inchiesta che adesso parte da alcuni primi punti fermi. L’autopsia effettuata dal dottore Giovanni Andò ha infatti chiarito che Angelo Pirri è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato alla nuca a distanza ravvicinata, compatibile col bossolo calibro 7.65 ritrovato poco distante da dove è stato trovato il corpo senza vita dell’uomo, riverso a faccia a terra. Il foro sul capo era stato notato subito, dagli investigatori arrivati sul posto, venerdì mattina. Ma l’avanzato stato di decomposizione del corpo ha fatto sorgere alcuni dubbi anche sulla natura della ferita e ha richiesto un esame più approfondito effettuato con l’autopsia, prima di scartare l’ipotesi che potesse essere stato causato da un colpo da corpo contundente.
Sembra una esecuzione in piena regola, quindi, quella di Angelo Pirri, che porta a scartare l’ipotesi, comunque ancora alla verifica, che chi gli ha sparato lo ha fatto altrove per poi lasciare il corpo nella stradina sterrata che attraverso un fondo agricolo a Giammoro, pochi passi a monte della corsia direzione Messina dell’autostrada A20.
Quel buco dell’ultima settimana di vita della vittima
Adesso gli accertamenti del sostituto procuratore Carlo Bray e del Capo della procura di Barcellona Giuseppe Verzera puntano a ricostruire gli ultimi giorni della vita del 43enne e scavano sui suoi rapporti privati ma non soltanto. Per tutto il fine settimana i Carabinieri della Compagnia di Milazzo e gli altri investigatori coinvolti hanno sentito parenti e amici, per ricostruire le frequentazioni dell’uomo che viveva di lavori saltuari a Santa Lucia del Mela. Con lui soltanto un cagnolino col quale si vedeva ogni tanto in giro per il paese. Dove però, raccontano i primi testimoni, da qualche giorno non era stato più visto. Proprio questa misteriosa presunta sparizione è il primo tassello da chiarire per gli investigatori, che stanno analizzando anche le sue conversazioni telefoniche per ricostruire gli ultimi giorni di vita. Nei giorni scorsi si sono susseguiti anche ulteriori sopralluoghi, concentrati soprattutto sulla corsia autostradale e nell’area industriale di Giammoro, alla ricerca di ulteriori presenze di chi ha portato Angelo nel luogo dove è stato ucciso.
Qual è lo sfondo dell’esecuzione e chi era Angelo Pirri
L’uomo aveva soltanto un piccolo precedente legato alla forzatura di un posto di blocco, 10 anni fa, e non risulta inserito in contesti criminali, stando alle prime informazioni raccolte. Ma quella avvenuta nella campagna di Pace, presumibilmente tre giorni prima del ritrovamento del cadavere, somiglia sempre di più a una tipica esecuzione di stampo criminale, una lezione capitale per uno sgarro grave, o un chiarimento per affari importanti finito malissimo per Angelo Pirri.
