Oggi nuovo sciopero agli imbarcaderi. La posizione della società di traghettamento

Oggi nuovo sciopero agli imbarcaderi. La posizione della società di traghettamento

Oggi nuovo sciopero agli imbarcaderi. La posizione della società di traghettamento

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lunedì 08 Ottobre 2012 - 16:49

“Il costo del lavoro – scrive il responsabile della società, Tiziano Minuti – è aumentato di oltre il 25 %. Abbiamo ridotto tutti i costi. I salari sono doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale. Nel 2012, ricavi inferiori di 8 milioni rispetto all’anno precedente. Il percorso è obbligato. Confidiamo nel senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali”

Sciopero agli imbarcaderi, parte terza. Questo martedì va in scena la terza puntata di una storia che sembra non avere sbocchi. Dopo le tante rivendicazioni di lavoratori e sindacati, in seguito alle decisioni della società di traghettamento, ora è proprio la Caronte e Tourist a far sentire le proprie ragioni.

“La crisi globale – scrive il responsabile dell’ufficio personale e affari generali, l’ex sindacalista CGIL Tiziano Minuti – si e inevitabilmente proiettata su servizi e terziario, aggravando un quadro che nel nostro caso era già complesso e complicato. Da armi, ormai, il mercato del traghettamento sullo Stretto di Messina presenta un calo costante e irreversibile”.

Minuti fornisce i numeri del traghettamento: “Nel 2002 transitavano da e per la Sicilia 2 milioni e 200mila autovetture e 720mila mezzi commerciali; nel 2011 le autovetture sono diventate 1 milione e 800mila e i mezzi commerciali 500mila. Il prezzo del carburante è cresciuto in maniera esponenziale. Dal 2006, poi, è attivo l’approdo di Tremestieri con la conseguente differenziazione del traffico. Se prima le navi potevano viaggiare con un carico promiscuo e dunque saturare il più possibile la capacità di stiva, da quella data ciascuna nave per ogni singola tratta ha trasportato solo auto o solo camion. E’ evidente che – a parità di traffico – per mantenere adeguata l’offerta si e dovuto aumentare il numero di navi in linea e conseguentemente quello degli equipaggi. Dalla fine del 2009, infine, i benefici contributivi previsti per la aziende del settore del traghettamento sono stati abrogati, con il risultato che il costo del lavoro è aumentato di oltre il 25 % senza che ai marittimi ne sia rivenuto neppure un euro in più in busta paga”.

“Stiamo operando ormai da anni – prosegue il rappresentante della società – per una riduzione dei costi, di tutti i costi, almeno di quelli endogeni, sui quali cioè abbiamo margini di manovra. Oggi il costo del lavoro di Caronte & Tourist, anche in ragione di una contrattazione integrativa sedimentata per decenni e tale da far sì che i salari siano sostanzialmente doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale, non è più compatibile con la struttura dei ricavi. Per il 2012 questi ultimi saranno inferiori a quelli dell’anno precedente di oltre 8 milioni di euro. E’ evidente che la leva tariffaria non può più essere utilizzata in termini di compensazione. Per una ripresa economica, bisogna invece intervenire urgentemente sul costo del lavoro, come sta facendo la massima parte delle imprese italiane”.

Minuti ribadisce allora le soluzioni: “Per questo abbiamo comunicato alle Organizzazioni Sindacali la necessità di tagliare il costo complessivo del lavoro di almeno il 25 %, proponendo tuttavia l’a|ternativa tra un taglio globale del monte salari (che, comunque, rimarrebbero sempre ben superiori a quelli del contratto nazionale) e una tastiera ampia e variegata di soluzioni di ricollocazione del personale marittimo che risulterebbe in esubero, sia all’interno che all’esterno della società, e dichiarandoci aperti anche a soluzioni alternative che conseguano lo stesso risultato economico. E’ un percorso arduo e accidentato, ma obbligato. Il nostro intento è di effettuarlo tentando l’intesa con chi ha il compito di rappresentare gli interessi del lavoro dipendente. Abbiamo avuto modo – anche nel recente passato – di verificare la concretezza e il senso di responsabilità delle Organizzazioni Sindacali con le quali interloquiamo. Confìdiamo che anche stavolta il confronto sia foriero di risultati proficui”.

10 commenti

  1. ma perchè non cominci lei a tagliare il costo del lavoro come mai se prima lei prendeva 1500,00 dal suo sindacato ora la frittata e più grossa xrchè non incominci lei a tagliarsi lo stipendio xxxxxxxxxx

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  2. credo di capire,nella mia bestialità,che fra poco la caronte abbandona Messina per lidi migliori,tipo termine imerese e cosi tocchera’ al vescovo riaprire il campanile.

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  3. puzza di bruciato 8 Ottobre 2012 21:15

    Sbaglio o poco tempo fà i traghettanti hanno aumentato il costo del biglietto? Senza accettare modifiche..
    Allora:
    aumento del biglietto
    diminuzione stipendi dei dip.
    trasferte da fame….
    Ma quannu si nni vannu mai….

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  4. Concordo con il Dott. Minuti sulla necessità di ridurre i costi del lavoro. Del resto 1.700-1.800 euro per i livelli più bassi del personale marittimo, al netto della sforbiciata, possono bastare a mandare avanti le loro famiglie. Con i nuovi contratti, a parità di ore e mansioni, gli stipendi che vengono offerti oggi sono di gran lunga inferiori a quelli di queste persone.
    Oppure è meglio per costoro andare a casa a 50-55 anni senza più prospettive di lavoro, tantomeno di pensione, perchè la Società chiude i battenti?
    Se le Organizzazioni Sindacali non accetteranno le condizioni di C&T, si innescherà una bomba di distruzione di massa…
    Consiglio ai lavoratori marittimi interessati di farsi bene i conti.
    Se io fossi nella loro situazione (purtroppo a 50 anni mi trovo disoccupato e senza alcuna prospettiva futura) accetterei senza battere ciglio questa riduzione. E questo per allontanare lo spettro della povertà sulla mia famiglia.
    Ma si sà, ogni testa è un tribunale. Eppoi ci sono di mezzo i sindacati, che non sempre agiscono per il bene dei lavoratori.
    In bocca al lupo.

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  5. VISTO CHE TU NON SAI TUTTI IRETROSCENA DEL NOSTRO ACCORDO CON LA SOCIETA’ CHE QUELLO CHE ABBIAMO OTTENUTO FINO AD’OGGI
    LO ABBIAMO PAGATO DI TASCA NOSTRA E ANCORA OGGI LO PAGHIMO PER TANTO PRIMA DI SPARARE CAZZATE MEGLIO CHE TI TIENIAL CORRENTE COME STA VERAMENTE LA SITUAZIONE E NOI COMBATTEREMO
    PER FARLO RISPETTARE FINO IN FONDO PERCHè E UN NOSTRO DIRITTO

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  6. che problema c’è?? Aumentate ancora il prezzo del biglietto no? Tanto nessuno vi dice niente.

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  7. Piacerebbe sapere alla gente comune però l’eventuale decremento, in linea con l’illustrazione dei costi – dell’utile netto di esercizio ed il dividendo ai soci. Ai quali primi fra tutti compete – con la contemporanea riduzione delle spese societarie – mettere mano nella propria tasca, invece di aumentare i pedaggi. E poi perchè il personale sciopera dato che percepisce, a detta della società “ben il doppio del contratto”? La verità è che sul traghettamento pesano le diseconomie del gruppo, fra investimenti sbagliati e manie di grandezza, vedi FC Messina e alberghi sparsi nel mondo. Ognuno faccia il proprio mestiere perchè l’alta finanza è un gioco pericoloso.

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  8. VOI COMBATTERETE,MA NON AVETE CAPITO CHE LA SOCIETA’ FA LE PROVE GENERALI PER SGANCIARSI DA MESSINA,SOPRATUTTO CON LA MESSINA SALERNO,TRASFERENDO IL TUTTO A TERMINE IMERESE?

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  9. Chissa’ quale progetto faraonico hanno in mente?
    Forse una fabbrica di frigoriferi in groenladia o rilevare la costa smeralda…comunque sia, i fondi necessari li dovranno farli uscire dall’unica azienda sana, cioe’ quella che opera in regime di monopolio.

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  10. Sparerò forse cazzate, ho avuto informazioni da gente che vi lavora e non condivide il vostro atteggiamento, ma rendetevi conto che la C&T è rimasta l’UNICA risorsa economica che ancora tiene in questo xxxxx di città.
    Invece credo che voi tutti non teniate al futuro delle vostre famiglie. Quando C&T non ci sarà più, andrete dalla Madonna della Lettera a piangere e chiedere la grazia…

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