Vertenza Triscele, cresce la tensione tra i lavoratori: «Non ne possiamo più delle passerelle»

Vertenza Triscele, cresce la tensione tra i lavoratori: «Non ne possiamo più delle passerelle»

ELENA DE PASQUALE

Vertenza Triscele, cresce la tensione tra i lavoratori: «Non ne possiamo più delle passerelle»

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lunedì 21 Maggio 2012 - 14:09

All’incontro indetto questa mattina da Cgil, Cisl e Uil, presenti Buzzanca, Ricevuto e Panarello. I sindacati chiedono l’aiuto della politica, che non perde occasione di offrire massima disponibilità. Scettici ed esasperati i 42 dipendenti cassintegrati

E’ trascorso più di un anno dal giorno in cui è “esplosa” quella diventata in pochi mesi la vertenza simbolo della città, che porta il nome, anzi il marchio di Triscele. Il 20 marzo 2011 il gruppo Faranda comunica ai sindacati, e quest’ultimi ai lavoratori, il blocco dell’attività. Tanti gli incontri, i cortei, le manifestazioni organizzate in questi mesi per cercare di smuovere la città, di svegliare le coscienze ma soprattutto di “sollecitare” la politica. E non è stato diverso l’incontro svoltosi questa mattina al Salone degli Specchi della Provincia, su iniziativa della organizzazioni di settore di Cgil, Cisl e Uil. Un appuntamento voluto per fare il “punto” sull’iter per il cambio di destinazione d’uso dell’area dove attualmente sorge lo stabilimento ex-birra Messina e dove dovrebbe sorgere il complesso residenziale Trinacria. Un passaggio obbligato per consentire alla società la monetizzazione necessaria alla delocalizzazione dell’impianto e, come promesso, la ripresa dell’attività.

Tutto facile a parole, molto meno nella pratica. E le parole, quelle “belle”, non sono mancate neanche questa mattina da parte di Buzzanca, di Ricevuto e del deputato regionale Panarello, unico rappresentante messinese componente dell’Ars che ha risposto all’invito sindacale. Tutti si sono detti pronti e disponibili a “fare squadra” per garantire un futuro al prestigioso birrificio, partendo innanzitutto dalla riacquisizione del marchio “birra Messina”, al momento di proprietà dell’Heineken, che ne continua la produzione nello stabilimenti di Massafra (Brindisi): “Mi consulterò con i legali della Provincia per capire se anche noi, come istituzione, possiamo dare un supporto all’azienda nel contenzioso che la vede contrapposta all’Heineken per riappropriarci del marchio, vessillo della città”. Vede il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto (forse anche per l’inconfondibile gusto delle bollicine messinesi) il primo cittadino: «Faremo il possibile per accelerare l’iter di cambio di destinazione d’uso al Comitato regionale urbanistica (Cru), entro la fine dell’anno speriamo che la vicenda possa essere risolta». Dichiarazioni, quelle rilasciate in volata da Buzzanca e Ricevuto, che però non convincono tutti: mentre i sindacati definiscono l’incontro odierno un «successo per la grande disponibilità mostrata dai due esponenti politici», ben diverso è il giudizio dei lavoratori, che certo non dimenticano le promesse mancate dell’ultimo anno: «Basta con le passerelle – afferma con rabbia uno dei 42 dipendenti che ha preso parte all’incontro – non crediamo più alle loro parole. Il sindaco e il presidente della Provincia non dovevano andare via, dovevano ascoltare tutte le nostre richieste e intervenire dopo».

Uno sfogo, quello del signor Mimmo, che inutilmente colleghi e rappresentanti sindacali hanno cercato di placare. Perché quando il timore di non arrivare a fine mese prende il sopravvento, la razionalità perde “terreno”. Parole condivise anche da altri dipendenti, che prima ancora del recupero del marchio, ritengono prioritario avere garanzie per la delocalizzazione dell’impianto: «In attesa che il Cru si pronunci – affermano – bisogna iniziare a parlare di piano industriale per non arrivare impreparati a dicembre (quando scadrà il periodo di cassa integrazione in deroga)». Un data che sembra ancora lontana, ma che invece arriverà in men che non si dica. E a quel punto le “belle parole” avranno fatto il loro tempo. (ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)

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