Triscele, i lavoratori continuano la protesta. Il gruppo Faranda non si “sbottona”, venerdì incontro in Prefettura

Triscele, i lavoratori continuano la protesta. Il gruppo Faranda non si “sbottona”, venerdì incontro in Prefettura

ELENA DE PASQUALE

Triscele, i lavoratori continuano la protesta. Il gruppo Faranda non si “sbottona”, venerdì incontro in Prefettura

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martedì 20 Marzo 2012 - 23:11

Il 16 aprile prossimo incontro presso l’Ufficio provinciale del lavoro, intanto si attende la convocazione in Prefettura. Il gruppo Faranda si riserva dal rilasciare qualsiasi dichiarazione in attesa del doppio appuntamento

Hanno protestato ieri, lo faranno oggi e continueranno a farlo fin quando non avranno qualche risposta sul loro futuro occupazionale, ovvero sul futuro dello stabilimento Triscele. Per i 42 lavoratori dello storico marchio di birra di via Bonino, il tempo della Cassa Integrazione sta ormai scadendo ma di prospettive incoraggianti non c’è neanche l’ombra. Il timore dei dipendenti, infatti, è che le promesse dell’azienda Faranda riguardo la delocalizzazione dell’impianto e la presentazione del relativo piano industriale per poter eventualmente consentire il proseguimento della Cassa Integrazione, stiano volando via con il tempo. Ricordiamo che negli scorsi mesi i lavoratori hanno “spinto” affinché il consiglio votasse la delibera sul cambio di destinazione d’uso del terreno (da industriale ad edificabile) affinché il gruppo portasse portare avanti il progetto di edificazione del Parco Trinacria: ciò con l’obiettivo di investire i ricavi ottenuti dalla vendita degli appartamenti nella realizzazione del nuovo impianto di birra.

Già in quell’occasione, però, non mancarono le perplessità da parte di chi, pur votando la delibera (unico voto contrario quello del capogruppo del Pd Calabrò), intravedeva nell’ “operazione” il rischio dell’ennesima speculazione edilizia senza altra finalità. Parole dure, a tal proposito, furono anche quelle dell’assessore Scoglio, il quale stigmatizzò l’atteggiamento del gruppo Faranda, pronto a sacrificare un marchio storico per un’ipotesi di delocalizzazione di cui, ad oggi, nei fatti non vi è traccia (vedi correlato). E proprio i dipendenti che in quel frangente si mostrarono vicini alla “causa” del datore di lavoro, questa volta fanno un passo indietro. Ad affiancarli le organizzazioni sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e UilaUil, deluse dalle mancate risposte fornite dell’azienda nel corso dell’ultimo incontro all’Ufficio provinciale del lavoro.

E proprio il titolare della ditta, con cui abbiamo provato a metterci in contatto, per il momento ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione. Faranda, infatti, preferisce evitare qualsiasi esposizione, almeno fino all’incontro con il prefetto richiesto dai sindacati, la cui convocazione, proprio questa mattina, è stata fissata per le nove di venerdì, richiesto dai sindacati, e al nuovo confronto presso l’Ufficio provinciale del lavoro, da cui si attendono risposte importanti. I segretari delle sigle sindacali però chiedono una risposta forte attraverso un Piano di mobilitazione mirato alla sensibilizzazione delle istituzioni, della Prefettura e dell’opinione pubblica. (ELENA DE PASQUALE)

Un commento

  1. Non pensate possa essere cosa saggia affidare lo stabilimento ai lavoratori per gestirlo in proprio, in cooperativa, mettendo in campo la esperienza maturata dai lavoratori medesimi che sicuramente è un valore non indifferente?

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