Giro di vite sulle partecipate: il Comune lascia la Sogepat e la Nettuno

Giro di vite sulle partecipate: il Comune lascia la Sogepat e la Nettuno

Giro di vite sulle partecipate: il Comune lascia la Sogepat e la Nettuno

lunedì 04 Gennaio 2010 - 14:51

La giunta ha preso la decisione, ma la palla adesso passa al consiglio comunale. Per entrambe le società «non sussistono i presupposti per il mantenimento delle partecipate»

Palazzo Zanca ha deciso di liberarsi di un paio di zavorre e l’impressione è che sia solo l’inizio. A una manciata di ore dai botti di Capodanno, la giunta Buzzanca ha infatti messo nero su bianco l’intenzione dell’Amministrazione di lasciare due delle società partecipate delle quali fa parte: la Sogepat, Società di gestione del Patto Territoriale di Messina, e la Nettuno Spa, la “società dei porticcioli”, mai decollata nonostante le ingenti somme spese negli anni per il suo mantenimento in vita. L’input è arrivato dall’assessore alle Politiche finanziarie Orazio Miloro, il quale ha recepito i diversi inviti della Corte dei Conti a «provvedere ad una revisione dell’intero sistema delle società partecipate, riconsiderando l’opportunità del loro mantenimento qualora le stesse non siano in grado di assicurare l’economicità delle loro gestioni».

L’Ufficio rapporti con le partecipate, seguendo l’indirizzo di Miloro, ha avviato la ricognizione per «verificare la sussistenza dei presupposti per il mantenimento delle partecipazioni» e i primi risultati sono arrivati: la giunta chiede al consiglio comunale, che ha l’ultima voce in capitolo sulla questione, di non mantenere la partecipazione nella Sogepat e nella Nettuno. Nel primo caso, dove il Comune possiede il 12,25 per cento delle quote, dalla relazione dell’ufficio si deduce che «l’andamento economico negativo non presenta un rapporto di “stretta necessità” in ordine al perseguimento delle finalità istituzionali di questo ente».

Stesso discorso, grosso modo, vale per la Nettuno, nata originariamente come società mista e diventata poi pubblica, con il 40,51 per cento di proprietà del Comune. Lo scopo di realizzare il porticciolo di Guardia, a “braccetto” con la Marina dello Stretto, non si è ancora concretizzato. Per Palazzo Zanca oggi «l’attività gestionale non presenta i requisiti richiesti né sotto il profilo della efficacia né sotto il profilo della efficienza ed economicità, in quanto la società necessita annualmente interventi di ricapitalizzazione da parte dei soci». Si chiude con il passato, ma è un passato che è costato tanto al Comune, senza uno straccio di risultati.

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