Piano regolatore del Porto e le mosse di Sinatra, Curcio dice la sua

Piano regolatore del Porto e le mosse di Sinatra, Curcio dice la sua

Redazione

Piano regolatore del Porto e le mosse di Sinatra, Curcio dice la sua

sabato 17 Novembre 2007 - 11:16

«Il Prp è stato oggetto di dibattiti. Se il commissario agisce su mandato politico? Dà questa sensazione»

Nel bene e nel male, l’argomento politico principale di questi giorni a Messina è il commissario Sinatra. Si parla poco delle votazioni primaverili, degli eventuali candidati e della campagna elettorale, perché al centro c’è sempre lui, Sinatra, con i suoi provvedimenti che fanno discutere (e in alcuni casi tremare), e che comunque stanno dando contorni ben marcati al suo mandato. A Ciccio Curcio (nella foto), uno degli ex del Consiglio comunale, non era andato proprio giù il modo in cui il commissario aveva gestito le revoche delle nomine. Oggi commenta così una delle sue delibere più importanti, l’approvazione del Piano regolatore del Porto.

«Credo proprio che Sinatra questo Prp non lo conoscesse – afferma Curcio – ma comunque è stato oggetto di dibattito politico, di controdeduzioni da parte dell’amministrazione Genovese, ed è stato frutto delle considerazioni sia dell’Autorità portuale stessa che del dirigente del dipartimento Manlio Minutoli. C’è una condivisione politica e tecnica dietro a quest’atto deliberativo, disposto dallo stesso Minutoli, il quale lo sottopose al consiglio comunale pochi giorni prima che decadesse. Sinatra lo ha solo approvato. Forse avrebbe potuto aspettare l’evoluzione di questo ricorso di giorno 28, perché se il Cga dovesse decidere di far ritornare la politica a Messina, non sarebbe bello che un consiglio comunale si ritrovasse un Piano regolatore del Porto già approvato. Ma sicuramente non avrebbe dovuto aspettare sei mesi, e dunque l’elezione di un nuovo consiglio».

Curcio poi torna sulle azioni precedenti di Sinatra. «Il commissario ha sbagliato sia a revocare quelle conferme che lui stesso aveva fatto a Ciraolo e Cardile, sia ad applicare le conferme stesse, perché i due erano stati soggetti a selezione pubblica. Sinatra ha cercato inizialmente di revocare le nomine di coloro che avevano ruoli di una certa valenza politica, confermando gli altri. Anche il caso Ricciardi la dice lunga: lui inizialmente doveva avere l’incarico per i programmi complessi, mentre oggi quel posto Sinatra l’ha dato a Caminiti, per il quale ho grande stima personale e professionale, ma mi sembra chiaro che questa mossa è solo il segno della discontinuità che il commissario vuole dare nelle cose che più contano».

Viene spontaneo chiedere a Curcio se, a suo modo di vedere, Sinatra agisca su mandato politico. «Dà questa sensazione. D’altronde lui ha confermato inizialmente Ciraolo e Cardile per convinzione personale, poi evidentemente qualcuno gli ha suggerito che sarebbe stato meglio azzerare tutto, e così ha fatto. Io proporrei una cosa, e chiarisco che non ha per niente a che fare con la difesa della famosa “casta-, perché queste cose non mi interessano. Se davvero vorrà azzerare gli enti di sottogoverno, mantenga gli attuali presidenti, e gli affianchi quattro consiglieri comunali, due di centrodestra e due di centrosinistra, per mantenere sia l’equilibrio politico, sia l’espressione della volontà popolare espressa tramite il voto. Sarebbe sicuramente un atto più trasparente di far venire altre persone da Palermo. Ma in fondo – conclude ironico Curcio – Sinatra ha pur sempre un datore di lavoro, l’assessore Colianni, a cui dover dare conto».

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