Atm in liquidazione, cosa succede adesso

Atm in liquidazione, cosa succede adesso

Danila La Torre

Atm in liquidazione, cosa succede adesso

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lunedì 26 Novembre 2018 - 05:57

Il ruolo del Consiglio comunale non si è concluso con il via libera al provvedimento proposto dalla giunta De Luca ma sarà fondamentale durante tutta la fase liquidatrice

L’Atm 1.0 è andata in soffitta e al suo posto nascerà l’Atm 2.0. Stesso nome ma natura giuridica diversa: da ente strumentale e azienda speciale l’azienda trasporti di Messina diventerà una società per azioni, con un maggior livello di emancipazione economica dal Comune, che resterà comunque socio unico (VEDI QUI LE CARATTERITICHE DELLA NUOVA AZIENDA). Così hanno deciso l’amministrazione De Luca, che ha tracciato il percorso, ed il Consiglio comunale, che su quel percorso non ha frapposto ostacoli, votando all’unanimità la delibera di giunta sulla messa in liquidazione dell’Atm (VEDI QUI).

Cosa succederà adesso? E’ questa la domanda che molti si pongono da venerdì sera, e gran parte delle risposte sono contenute nell’articolo 50 dello Statuto Atm.

Il ruolo del Civico consesso non si è concluso con il via libera al provvedimento proposto dalla giunta De Luca ma sarà fondamentale anche nei prossimi step.

Dopo la soppressione dell’Azienda decisa dall’Aula, «la liquidazione è affidata ad una commissione composta da tre membri nominati dal Sindaco e compiuta entro il termine fissato dal Consiglio, salvo le proroghe eventualmente necessarie, che devono pure essere stabilite dal consiglio stesso».

«La Commissione – si legge testualmente nell’art.50 – cura la gestione ordinaria dell’azienda senza intraprendere alcuna nuova operazione; procede sollecitamente alla definizione degli affari pendenti e alla riscossione dei crediti liquidi; compie gli atti conservativi necessari e procede all’alienazione dei beni soggetti a facile deperimento. Forma lo stato attivo e passivo dell'Azienda e un progetto generale di liquidazione che sottopone al Consiglio Comunale corredandolo di una relazione esplicativa».

L’art. 50 dello Statuto dell’Atm stabilisce che il progetto di liquidazione dovrà essere analizzato, e potrà anche essere modificato, dai consiglieri comunali: «Il Consiglio Comunale con motivata deliberazione, presa con l’intervento della maggioranza dei consiglieri assegnati, approva, ed occorrendo, modifica il progetto di liquidazione stabilendo quali beni dell'Azienda cessata debbano passare a far parte del patrimonio comunale o debbano essere destinati ad altra azienda, ente, consorzio e quali debbano essere alienati».

Fondamentali saranno anche gli accordi con i creditori: «La Commissione, nei limiti del piano approvato, ha la facoltà di disporre pagamenti, concludere transazioni, procede ad atti di liquidazione e promuovere giudizi osservando le norme previste dal presente statuto».

Sempre in virtù dell’articolo 50, «le variazioni al piano di liquidazione devono venire approvate secondo le norme stabilite per l’approvazione del piano stesso».

In attesa che si avvii concretamente la fase di liquidazione dell’Atm, intanto c’è già la prima conseguenza inevitabile della delibera votata venerdì dal Consiglio comunale, vale a dire lo scioglimento dell’attuale Consiglio di Amministrazione, presieduto da Pippo Campagna. Non è tuttavia escluso che qualcuno dei sui componenti possa confluire nella commissione liquidatrice che, come detto, sarà nominata dal sindaco.

Contestualmente alla liquidazione della vecchia Atm, nelle prossime settimane la giunta De Luca dovrà lavorare per dare forma alla nuova azienda trasporti, facendo transitare nell’ Atm 2.0 lavoratori (complessivamente 475) e mezzi, esattamente com’è avvenuto tra Messinaservizi e Messinambiente.

L’augurio è, ovviamente, che l’epilogo sia diverso rispetto a quanto è avvenuto nel settore rifiuti, anche perché – in caso contrario – l’Atm spa si rivelerebbe un progetto fallimentare e una inutile perdita di tempo, che la città non può certo permettersi.

Danila La Torre

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