Reggio Calabria, 13 arresti di 'ndrangheta in tre regioni. I NOMI

Reggio Calabria, 13 arresti di ‘ndrangheta in tre regioni. I NOMI

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Reggio Calabria, 13 arresti di ‘ndrangheta in tre regioni. I NOMI

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mercoledì 17 Luglio 2019 - 11:57

Arresti a Reggio Calabria, Bologna e Aosta

REGGIO CALABRIA – Questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Bologna e Aosta, i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della DDA nei confronti di 13 persone, tutti accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso (per il solo Giuseppe Facchineri, anche estorsione aggravata dal metodo mafioso), in qualità di appartenenti alla cosca “Facchineri” di Cittanova e alla locale di San Giorgio, organizzazioni di matrice ‘ndranghetistica riconducibili al mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

L’attività investigativa, chiamata “Altanum”, è stata avviata dai carabinieri della Compagnia di Taurianova – coordinati dal Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal Sostituto Procuratore Gianluca Gelso –  a seguito delle risultanze dell’indagine “Crimine” che, nel 2010, avevano sancito l’esistenza, a San Giorgio Morgeto, di una locale con a capo Mario Gaetano Agostino, oggi 75enne. Sebbene assolto dall’accusa, il materiale acquisito nell’ambito di quel procedimento penale ha consentito ai Carabinieri di Taurianova di avviare una più specifica attività investigativa, volta ad individuare i presunti appartenenti alla locale di San Giorgio e a comprovarne la loro attuale operatività.

Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno potuto appurare l’operatività attuale della cosca “Facchineri” di Cittanova e della locale di San Giorgio, facendo luce sul ruolo ricoperto dai rispettivi sodali (per la prima, diretta Giuseppe Facchinieri detto “il professore”, il fratello Vincenzo Facchinieri, Roberto Raffa, basista in Valle d’Aosta e cognato dei Facchinieri, Giuseppe Chemi, Salvatore e Giuseppe detto “scarpina” Facchineri, che per conto della cosca si occupava anche di estorsioni nel territorio reggino; per la seconda, al cui vertice si conferma Mario Gaetano Agostino, i suoi nipoti Raffaele e Giuliano Sorbara, i fratelli Michele e Vincenzo Raso, da tempo punto di riferimento della localein Valle d’Aosta, i fratelli Vincenzo e Giorgio Raffa, cognati dei Raso, e Tommaso Fazari) e  il penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche oltre i relativi interessi illeciti, con particolare riferimento agli appalti di lavori pubblici, ai tagli boschivi, alla compravendita dei terreni e all’assunzione dei lavoratori da parte delle locali aziende.

Le due consorterie operavano anche nel territorio valdostano, dove risultano risiedere svariati soggetti originari di San Giorgio Morgeto, risultati collegati con alcuni degli odierni indagati. Inoltre è stato appurato in capo ad entrambi i sodalizi, la disponibilità di armi e munizioni, funzionali all’imposizione della volontà mafiosa attraverso il sistematico ricorso a minacce, estorsioni e danneggiamenti.

I ruoli degli indagati nell’ambito della cosca “Facchineri” e della locale di San Giorgio ed i rispettivi interessi illeciti sono emersi nell’ambito delle indagini che hanno documentato la “fibrillazione” generatasi nel 2011 tra i due sodalizi, entrambi determinati a mantenere il proprio predominio nel territorio di San Giorgio Morgeto, nell’ambito della quale è maturato l’omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale di San Giorgio ucciso il 16 settembre 2011 in località Sant’Eusebio del comune di San Giorgio Morgeto, nei pressi della sua abitazione. Dalle modalità esecutive dell’efferato fatto di sangue – nei confronti della vittima sono stati esplosi 10 colpi di “pallettoni”, uno dei quali alla nuca – e dagli esiti dei preliminari accertamenti era emerso sin da subito che la chiave di lettura del grave delitto non fosse da ricercare in un isolato episodio di criminalità comune ma in un ben più ampio ed articolato contesto di criminalità organizzata. 

Alla base dell’agguato vi erano i contrasti generati dall’azione estorsiva tentata in danno due imprenditori operanti in Valle d’Aosta, ma originari di San Giorgio Morgeto, promossa da esponenti della cosca “Facchineri”. Per tale tentativo di estorsione, svolto mediante atti intimidatori e lettere minatorie, sono stati condannati in via definitiva Giuseppe Facchinieri “il professore”, Giuseppe Chemi e Roberto Raffa, tutti destinatari dell’odierno provvedimento in qualità di appartenenti alla cosca “FacchinerI”. In particolare, in uno dei due episodi, l’imprenditore vittima dell’estorsione si era rivolto ai fratelli Michele, Salvatore e Vincenzo Raso, cui aveva richiesto un aiuto per evitare le pretese dei “Facchineri”. Proprio il conseguente intervento dei Raso in favore dell’imprenditore sangiorgese li ha posti in netto contrasto con Giuseppe Facchinieri e i suoi sodali, gettando le premesse per l’omicidio di Salvatore Raso.

Gli esiti delle investigazioni condotte dai Carabinieri di Taurianova, hanno consentito una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva, collocandola nel contesto mafioso poiché volta, da una parte, a far conseguire ai “Facchineri” l’illecito vantaggio economico dell’estorsione e, dall’altra, ad affermare il principio che, pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del sangiorgese devono dare conto alla famiglia mafiosa predominante nell’area di provenienza, i “Facchineri”.

Infine, nel delineare la rilevanza dei ruoli dei singoli indagati nell’ambito della locale di San Giorgio e le dinamiche interne al sodalizio, le indagini dell’Arma di Taurianova hanno permesso di evidenziare l’attualità dei collegamenti fra questi e alcuni affiliati alla locale di ‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta. Tale circostanza si salda coerentemente con i recenti esiti dell’indagine “Geenna”, svolta dal ROS e dai Carabinieri del Gruppo di Aosta coordinati dalla DDA di Torino, che ha portato nel gennaio scorso all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico, fra gli altri, di 9 soggetti (alcuni dei quali originari di San Giorgio Morgeto) accusati di associazione mafiosa in quanto affiliati alla locale aostana.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

  1. FACCHINIERI Giuseppe, nato a Cittanova (RC), il 02.02.1960
  2. CHEMI Giuseppe, nato a Taurianova (RC), il 10.03.1960
  3. RAFFA Roberto, nato a Taurianova (RC), il 06.12.1975
  4. FACCHINIERI Vincenzo, nato a Cittanova (RC), il 09.01.1967
  5. FACCHINERI Giuseppe, nato a Cittanova (RC), il 16.05.1970
  6. RASO Michele, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 17.06.1962
  7. RASO Vincenzo, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 13.01.1953;
  8. RAFFA Giorgio, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 19.04.1970
  9. RAFFA Vincenzo, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 04.11.1976;
  10. FAZARI Tommaso, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 12.08.1960;
  11. SORBARA Giuliano, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 14.04.1973;
  12. SORBARA Raffaele, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 12.10.1969;
  13. AGOSTINO Mario Gaetano, nato a Carpanzano (CS), il 06.05.1944 (agli arresti domiciliari).

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