Reggio. Su Corso Garibaldi la "Passeggiata Salutare" di denuncia dei camici bianchi

Reggio. Su Corso Garibaldi la “Passeggiata Salutare” di denuncia dei camici bianchi

Redazione

Reggio. Su Corso Garibaldi la “Passeggiata Salutare” di denuncia dei camici bianchi

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lunedì 21 Luglio 2025 - 09:26

Il Comitato Territoriale per la Sanità Pubblica ha denunciato l’ennesimo assalto alla medicina territoriale

REGGIO CALABRIA – Su Corso Garibaldi si è svolta la “Passeggiata Salutare”, un’iniziativa simbolica ma determinata, promossa dal Comitato Territoriale per la Sanità Pubblica per denunciare l’ennesimo assalto alla medicina territoriale. In camice bianco e con volantini alla mano, hanno parlato con decine di cittadine e cittadini, spiegando cosa a loro dire sta accadendo davvero alla nostra sanità: “Il taglio alla possibilità di prescrivere esami e farmaci da parte dei medici di base, mascherato da misura razionale, è solo l’ultimo colpo a un sistema già in crisi. Un colpo che colpisce in particolare chi ha più bisogno: le persone fragili, le fasce popolari, chi già oggi fatica a curarsi. Con la scusa del “contenimento della spesa”, si smantella pezzo dopo pezzo il Servizio Sanitario Nazionale, spingendo sempre più persone verso il privato, le assicurazioni, le cure a pagamento. Ma la salute non è un privilegio, è un diritto costituzionale. E non siamo disposti a vederlo cancellare in silenzio”.
“Quella di ieri – spiegano dal comitato – è stata solo la prima tappa. Nei prossimi giorni organizzeremo nuove iniziative per sostenere attivamente la raccolta firme promossa in tutta la Calabria nell’ambito della campagna “Difendiamo il diritto alla cura”. Vogliamo costruire insieme una mobilitazione ampia, popolare, dal basso. Il problema non è solo la prescrizione dei farmaci. È l’intero impianto della sanità pubblica a essere sotto attacco:

• liste d’attesa infinite che costringono chi può a rivolgersi al privato, mentre chi non può resta senza diagnosi o cure;
• personale sanitario insufficiente, sottopagato e sfruttato, mentre si continua a bloccare il turn over e a favorire cooperative e appalti;

• ospedali inadeguati, strutture fatiscenti o chiuse, soprattutto nelle aree interne e periferiche;
• assistenza territoriale ridotta al minimo, con medici di famiglia caricati di responsabilità senza risorse, mentre le Case della Comunità restano vuote o mai aperte.
La salute è una questione di giustizia sociale. Difenderla significa rimettere al centro la cura pubblica, gratuita, universale, accessibile a tutte e tutti, indipendentemente dal reddito, dal luogo di residenza o dalla condizione lavorativa.
Invitiamo tutte le realtà sociali, sindacali, cittadine e i singoli a unirsi alla mobilitazione. Non possiamo accettare che la sanità venga trasformata in un affare. Noi vogliamo che torni a essere un bene comune.

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