Letojanni. Viaggio in un paese surreale trasformato dall'apocalisse in un deserto di fango

Letojanni. Viaggio in un paese surreale trasformato dall’apocalisse in un deserto di fango

Carmelo Caspanello

Letojanni. Viaggio in un paese surreale trasformato dall’apocalisse in un deserto di fango

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domenica 27 Novembre 2016 - 08:05

Riprese questa mattina le ricerche del commerciante disperso. Tristezza e rabbia tra i residenti: "Questa volta è stata peggio delle altre". Danni ingenti ad abitazioni e negozi. "Ed ora non paghi l'anello più debole". Solidarietà al sindaco anche dalla minoranza

Domenica surreale in un deserto di fango a Letojanni, il paese della fascia jonica messinese più colpito, insieme a Giardini Naxos, dall’apocalisse di venerdì pomeriggio. C’è una cappa di tristezza che pesa più dell’odore acre della melma che si attacca alle scarpe: la scomparsa di Roberto Saccà, il 74enne del quale non si hanno notizie da quando, in piena tempesta, ha telefonato alla moglie dicendole di chiamare i pompieri. Il tempo di parcheggiare il motorino, in contrada Silemi, ed è sparito nel nulla. Le ricerche sono riprese questa mattina con le unità cinofile e l’elicottero del Nucleo aereo di Catania della Marina. Alle operazioni coordinate dalla Direzione marittima di Catania sta partecipando anche la Locamare di Giardini, comandata dal primo maresciallo Roberto Arizzi. Ieri mattina è stato ritrovato il casco di Saccà ad una cinquantina di metri dal rinvenimento del motorino, nel pomeriggio una scarpa, ma non si sa con certezza se è la sua. Le ricerche proseguono anche ad opera dei carabinieri. Sul luogo in cui è sparito il commerciante letojannese è giunto anche il capitano della compagnia di Taormina, Arcangelo Maiello.

Letojanni è un paese bombardato dalla pioggia. Ci arriviamo da un sottopasso dopo aver parcheggiato l’auto sulla Statale. Pochi metri e siamo in via Cesare Battisti. Non c’è solo fango ovunque. Ci sono grossi massi finiti fin davanti le case. Siamo nel quartiere Andreana, una delle zone più danneggiate. Marina ha la mamma che abita in quei luoghi feriti dalla furia delle acque: “Un disastro. Spaliamo acqua da venerdì pomeriggio. Siamo stati costretti a buttar via tante cose”. A pochi metri di distanza c’è un’auto sommersa tra i detriti. Scendendo dalla via Battisti c’è anche l’abitazione di Antonio, tra massi enormi trasportati dall’acqua che scendeva giù come torrente in piena. La rabbia è tanta. “Guardate verso monte, guardate – ripete – secondo me il problema va ricercato lì. Questa volta è dura, è molto peggio delle altre”. Letojanni ha già vissuto altre alluvioni. “Ma mai così” rimarca Giuseppe, che spala acqua davanti al suo garage: “Ma per favore, non mi faccia dire altro, potrei non pesare le parole”. Un paio di decine di metri e ci ritroviamo in via Vittorio Emenuele (nella seconda foto), la strada principale della cittadina turistica. Rossana ha una profumeria: “I danni sono tanti – esordisce – ed abbiamo dovuto buttare parecchi prodotti, ormai inservibili. Qui non si è visto nessuno, ci sentiamo abbandonati”.

Lo scoraggiamento prende il sopravvento. Il corso e il lungomare sono chiusi al transito. Ci sono dei bob-cat che cercano di liberare le strade. Giuseppe è tornato da Napoli, dove si era recato per qualche giorno di ferie. Il negozio di famiglia, una bottega in cui si vende frutta e verdura, è infangata. “Poco rispetto ad altri locali – precisa – ma anche da me i danni ci sono. Poteva comunque andare peggio”. Segnali premonitori di eventi non più sporadici ma che si ripetono con canonica puntualità e dinanzi ai quali le amministrazioni locali sono impotenti. Dinanzi a tale disastro idrogeologico urgono interventi importanti e in tempi celeri per scongiurare ulteriori vittime dopo quelle che, numerose, si sono contate in seguito all’alluvione di Scaletta e Giampilieri del 2009.

Lo stato d’animo dei letojannesi, il cui pensiero al momento corre in un’unica direzione, è racchiuso nelle parole di Emanuele: “E’ un giorno triste. “Ho visto una moglie che, con grande dignità e amore per il proprio marito, dopo tantissime ore, interminabili, non avendo certezze definitive, pur soffrendo in silenzio, continua a sperare (e continuiamo a sperare e pregare anche noi). Ho visto il nostro sindaco (Alessandro Costa, ndr) vicino alla signora con la speranza di trovare Roberto Saccà. Ho visto la moglie dell’uomo disperso salutare tutte le persone e i soccorritori presenti sul posto mentre si allontanava con la macchina.

Ho visto tutto questo e la mente va a tutto ciò che già abbiamo subito e visto in passato. Spero e prego di non vederlo più. Che chi di competenza possa finalmente aiutarci ad uscire da questa terribile situazione”. Lui è consigliere di minoranza. “Ma in questo momento – chiosa Emanuele – mi sento di porgere la mia solidarietà alle famiglie colpite da questa ondata di fango. Nonostante gli schieramenti politici contrapposti, va la mia piena solidarietà e disponibilità al nostro sindaco perché non diventi l’agnello sacrificale di chi poteva e doveva fare qualcosa e che non solo ci ha lasciato al nostro destino ma che cercano di far cadere le responsabilità sul meno potente di turno”.

Carmelo Caspanello

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