Casa Nostra. Il Comune trova i soldi ad integrazione del finanziamento regionale

Casa Nostra. Il Comune trova i soldi ad integrazione del finanziamento regionale

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sabato 15 Marzo 2014 - 07:41

Dopo il finanziamento di 2,500,000 euro promessi dalla Regione, il Comune è riuscito a trovare la somma di 900,000 euro per arrivare così a poter impiegare per il risanamento del complesso Casa Nostra 3,400,000 euro, cifra richiesta dal progetto del piano di zona Ritiro Tremonti. Grande soddisfazione da parte del comitato RisanIAmo Casa Nostra.

“Sono state trovate tutte le somme per coprire le spese del piano di risanamento, una cifra pari a 3, 400,000 euro ,di cui la Regione ha messo a disposizione 2, 500,000. Il Comune è riuscito a trovare gli altri 900,000 che servivano per coprire interamente le spese del risanamento e realizzare il parco urbano”. Parola dell’assessore all’ambiente e arredo urbano Daniele Ialacqua, Dopo il tavolo tecnico a Palermo del 4 Marzo, dunque, gli sforzi dell’amministrazione per porre fine alla decennale situazione di degrado del Complesso Casa Nostra, sembrano essere andati a buon fine. La bella notizia è stata annunciata dall’assessore nel corso dell’assemblea cittadina organizzata dal comitato RIsaniAmo Casa Nostra.

“Martedì approviamo la delibera di questo progetto – spiega Ialacqua – In un primo tempo c'erano 2 milioni e mezzo, ora sono stati trovati altri 900 mila euro in più. Quando si farà l’appalto, si scende sempre come importo, quindi la somma effettiva che verrà impiegata sarà minore, ma il dato positivo è che la somma c’è”. Insomma, questo martedì il Comune terminerà la parte che rientra nei suoi doveri. Dopo l’approvazione del progetto e la stesura del crono programma, resta da attendere solo il decreto da parte della Regione. Nel frattempo, però, i cittadini di Casa Nostra hanno dimostrato la volontà di curare il territorio molto prima del risanamento, bonificando personalmente alcune aree e prendendo in adozione aree verdi della zona.

La somma approvata dalla Regione qualche mese fa, consiste in 2,5 milioni di euro, ovvero la stessa stanziata con la Legge Regionale n.4 del 5 maggio 2002 per finanziare il Piano di Zona Ritiro-Tremonti, individuando nel Comune di Messina il soggetto attuatore dei lavori. Dopo, il Comune procedeva alla progettazione esecutiva del Piano di Zona “Ritiro-Tremonti”, prevedendo la demolizione delle rimanenti sette palazzine rimaste danneggiate a causa della frana del 1992 e dichiarate inagibili e la realizzazione di un parco urbano attrezzato con aree per la socializzazione ed il tempo libero.

Nel 2006, però, le somme stanziate e non ancora impegnate sono state stornate dal Governo Regionale. Nel tentativo di rifinanziare il Piano di Zona “Ritiro-Tremonti”, l'Assessore regionale ai Lavori Pubblici interrogava l'Ufficio Legale della Regione Siciliana circa la possibilità di utilizzare parte delle economie disponibili riferite alla L.R. 10/90, che ammontano a € 10.900.000; Con nota del 20 dicembre 2013 l'Ufficio Legale della Regione Siciliana comunicava che la somma richiesta per l'intervento in località Ritiro-Tremonti poteva gravare sui fondi di cui alla L.R. 10/90 nella misura di € 2.500.000;

L’11 ottobre 2013 il Comune di Messina comunicava all’Assessorato Regionale che avrebbe utilizzato i fondi relativi alla L.R. 10/90 destinando la somma di € 10.300.00 per acquisto di alloggi e la rimanente parte (€ 600.000) per interventi di bonifica in località Fondo Fucile, e contestualmente si impegnava a presentare alla Regione il cronoprogramma degli interventi approvato dalla Giunta.

Gli edifici dell’ex Consorzio di cooperative “Casa nostra”, tra l’ingresso sul Viale Giostra , all’altezza del Centro Mandalari, fino al cancello di Via San Jachiddu, ospitano più di 350 famiglie che vivono in mezzo al nulla. Le stesse palazzine che costellano la zona sono state costruite circa trent’anni fa, ma ormai da venti hanno conosciuto solo abbandono e declino. Questo è dovuto soprattutto ad una frana che ha compromesso tredici edifici, sei dei quali, considerati a rischio e inagibili, sono stati demoliti. Non è toccata la stessa sorte, invece, ai restanti sette, che sono diventati con il tempo ricovero di degrado, vandalismo e malaffare. All’epoca della frana, avvenuta un ventennio fa e dovuta al dissesto idrogeologico, ben 78 famiglie persero la casa e gli altri residenti hanno vissuto lunghi anni di degrado e abbandono.

A fine luglio, nacque il comitato di cittadini “RisaniAmo Casa Nostra”, autore di diverse iniziative per la riqualificazione della zona. Sotto le pressioni del Comitato, l’assessore ai rifiuti e all’ambiente Daniele Ialacqua ha dato vita alle operazioni di scerbatura e bonifica della zona, impiegando squadre di Messinambiente. Fu così ripulita anche la cosiddetta “piazza della vergogna” simbolo del degrado della zona. (Eleonora Corace)

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