Sottorganico al Papardo, a rischio il servizio notturno di Neurochirurgia

Sottorganico al Papardo, a rischio il servizio notturno di Neurochirurgia

Alessandra Serio

Sottorganico al Papardo, a rischio il servizio notturno di Neurochirurgia

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martedì 02 Agosto 2016 - 07:47

Quattro medici anziché i 7 previsti garantiscono da un anno il servizio. Sono pochi, fanno turni stressanti, non godono delle ferie a mesi. A rischio è il servizio di emergenza.

Ancora proteste al Papardo per la carenza di personale, che mette a rischio i servizi essenziali, soprattutto nelle ore notturno. Il reparto di Neurochirurgia dal novembre 2015 funziona con 4 medici in pianta organica, contro i 7 previsti come necessari. Il risultato sono turni di servizio che mettono sotto stress i medici, che dal 2014 non usufruiscono delle ferie secondo le normali disposizioni, e a loro volta i rischi cui sono esposti i pazienti. Per questo, dopo ripetuti incontri tra direzione e personale e dopo diverse lettere, il reparto ha chiesto alla direzione sanitaria e alla direzione generale di valutare la possibilità di sospendere il servizio di emergenza-urgenza nel reparto nelle ore notturne, e di provvedere al piano ferie.

Nessuna risposta ufficiale al momento dai vertici dell’azienda sanitaria, che per la verità a luglio hanno proceduto all’assunzione di un medico, che dovrà rinforzare l’organico per due mesi. A partire da settembre però. Soltanto negli ultimi due mesi sono state sei le lettere che il reparto di Neurochirurgia hanno inoltrato ai vertici, segnalando come si lavora sottodimensionati.

Sostanzialmente tre medici sono in servizio la mattina, due il pomeriggio e uno di loro in reperibilità dopo le venti. Insieme ai quattro sanitari, è disponibile il primario per fare fronte ai turni di reperibilità, così come chiesto dalla direzione per ovviare alle carenze. Il servizio di emergenza-urgenza in reperibilità è stato garantito gratuitamente dai medici, che oltre a sopportare l’ulteriore stress dei turni “stretti” e non usufruire delle ferie da due anni proprio per non compromettere l’assistenza sanitaria ai pazienti, vedono compresso il diritto al riposo disposto per il rischio radiologico.

Eppure il rispetto di tutti questi punti è previsto dalle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che in questo caso si traducono in norme che salvaguardano indirettamente anche la sicurezza dei malati, e le norme della convenzione con l’Università, che prevede di destinare al reparto tre unità, primario compreso, l’unico attivo al momento in base all’accordo.

Alessandra Serio

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