Smaltimento illecito, sequestrati 19 dei 23 container usati dopo la frana di San Fratello

Smaltimento illecito, sequestrati 19 dei 23 container usati dopo la frana di San Fratello

Salvatore Famularo

Smaltimento illecito, sequestrati 19 dei 23 container usati dopo la frana di San Fratello

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martedì 17 Marzo 2015 - 17:44

I Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano Camastra in collaborazione con i colleghi del NOE di Catania sventano frode nelle pubbliche forniture ed attività di gestione dei rifiuti non autorizzate. Tre i denunciati.

Dovranno rispondere di tentata frode nelle pubbliche forniture ed attività di gestione dei rifiuti non autorizzate un imprenditore e due autotrasportatori, responsabili degli illeciti per i quali stanno indagando i Carabinieri di San Fratello, del NOR della Compagnia di Santo Stefano di Camastra insieme agli specialisti dell’Arma del Nucleo Operativo Ecologico di Catania.

L’indagine, che ha visti impegnati sul campo circa 30 militari dell’Arma della Compagnia Stefanese, agli ordini del capitano Giuseppe D’Aveni, ha preso il via nella mattinata odierna con lo scopo di contrastare la realizzazione d’ importanti reati di natura ambientale.

L’attività di controllo, svolta in sinergia, ha permesso d’individuare nei comuni di Acquedolci, Mirto, Capo D’Orlando e di Torrenova, tutti in provincia di Messina, ben 19 container che avrebbero dovuto essere smaltiti da una ditta orlandina.

Tutto è emerso grazie alla brillante e valente azione condotta dai Carabinieri della Stazione CC di San Fratello che, durante i servizi perlustrativi svolti in occasione del Carnevale di Acquedolci, avevano subito colto una strana somiglianza fra la struttura posta all’interno di un giardino di Acquedolci e quelle usate per farne scuole a San Fratello, nel 2010, dopo la frana.

La segnalazione ha indotto l’Arma stefanese ad organizzare un accertamento che si rendeva necessario alla luce del fatto che i container in questione nel periodo natalizio erano stati rimossi dal campo di calcio in esecuzione di un appalto per lo smaltimento.

Così si avviava, nella mattinata di oggi, un accertamento congiunto con il personale del NOE CC di Catania con cui si organizzava un sopralluogo.

L’attività si è conclusa con un proficuo risultato, permettendo di individuare e sequestrare 19 dei 23 container utilizzati, dopo la frana verificatasi a San Fratello nel 2010, all’interno del campo di calcio e adibiti a scuola, che la Protezione Civile Regionale ne aveva ordinato lo smontaggio appaltando i lavori, con regolare gara, ad una ditta di Capo D’Orlando, per un importo complessivo di 72mila euro più iva.

I militari di Santo Stefano risalivano ai container grazie ad un lavoro a ritroso che da Acquedolci ha portato all’individuazione degli autotrasportatori che avevano collocato i container e le persone coinvolte.

I container, considerati rifiuti speciali, sono stati sottoposti a sequestro e, nel corso dell’attività, sono stati denunciati in stato di libertà, un autotrasportatore 51nne di Capri Leone, un autotrasportatore 40enne di San Marco D’Alunzio e il comproprietario e amministratore unico 34enne della ditta di Capo D’Orlando aggiudicataria dell’appalto, tutti per i reati di tentata frode nell’esecuzione dei contratti di pubblica fornitura e per attività di gestione di rifiuti non autorizzata in concorso.

Grazie ai sopralluoghi finalizzati a risalire alla provenienza e alle testimonianze di persone, ignare, che avevano acconsentito allo stoccaggio, i carabinieri hanno raccolto elementi da cui desumere la responsabilità della ditta la quale, in esecuzione dell’appalto, avvalendosi del contributo dei due autotrasportatori, aveva attestato lo smaltimento come materiale a risulta, delle strutture (a tutte, infatti, erano state rimosse le targhette identificative che erano state conferite alla Protezione Civile, così come erano stati rimessi 6 formulari di un sito catanese attestanti lo smaltimento di kg. 33 di materiale ferroso).

Queste strutture, invece di essere conferite presso la ditta di Catania, venivano collocate su siti inappropriati (alcuni dei quali nella disponibilità dei due autotrasportatori) ed in un caso sono state vendute a terzi ignari dell’illegittima provenienza.

Infatti, una prima verifica permetteva di accertare che qualcuno dei proprietari di terreni, resi discarica non autorizzata di container, ignari dell’illegittima provenienza, avevano pagato fino a 100 euro per avere la struttura che veniva usata come capanno per ricoverare attrezzi e macchinari agricoli. L’idea dei denunciati forse era quella di vendere i container, anziché smaltirli nelle forme previste, per ricavarne ulteriore utile.

Il lavoro di intelligence svolto dai militari dell’Arma ha permesso di rinvenire 10 container in terreni nella disponibilità dell’autotrasportatore di Caprileone a Masseria Soprana a Capo D’Orlando, in località Cammà a Mirto, lungo la strada a scorrimento veloce Rocca – Tortorici e a Rocca di Caprileone lungo la Strada provinciale per Tortorici, in un terreno la cui proprietà è in corso d’identificazione. 1 container è stato rinvenuto ad Acquedolci, 8 containers invece nel Comune di Torrenova, in località Rosmarino, in un terreno di proprietà di un autotrasportatore di San Marco D’Alunzio e in uno adiacente.
Tutti i container sono stati riconosciuti dalla Protezione Civile di San Fratello che ha attestato l’utilizzo delle strutture poste all’interno del campo di calcio e adibite a scuola di cui si era ordinato lo smaltimento. Durante le fasi succitate il personale del NOE di Catania si portava presso le sedi della Protezione Civile Regionale di San Giovanni La Punta e di Sant’Agata Li Battiati (Catania), dove acquisiva 6 formulari da cui risultava versata ad una ditta di Catania circa 33 tonnellate di materiale ferroso.

Inoltre, presso la ditta di Capo D’Orlando, i carabinieri hanno sequestrato la documentazione relativa la gara d’appalto. Le indagini sono ancora in corso e sono coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Patti, Lia Alessandro. Sul proseguo delle indagini gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.

(Salvatore Famularo)

2 commenti

  1. Da ammirare: l’intervento dei Carabinieri in sinergia ecc…
    Ma anziché considerarli rifiuti e pagare per lo smaltimento, non potevano essere riutilizzati vendendoli anche ad 1 euro a chi ne avesse fatto richiesta? Si sarebbero risparmiati i soldi dell’appalto, ci sarebbero stati meno rifiuti, meno lavoro per le forze dell’ordine e la magistratura e gli ignari acquirenti, invece che essere coinvolti in un probabile processo, sarebbero stati molto più felici. D’altra parte queste strutture sono state usate come aule scolastiche nel vicino 2010 e strutturalmente dovevano essere in buone condizioni, visto il riutilizzo immediato.
    Male se non è stata pensata questa soluzione, malissimo se qualche norma burocratica di fatto lo ha impedito.

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  2. Da ammirare: l’intervento dei Carabinieri in sinergia ecc…
    Ma anziché considerarli rifiuti e pagare per lo smaltimento, non potevano essere riutilizzati vendendoli anche ad 1 euro a chi ne avesse fatto richiesta? Si sarebbero risparmiati i soldi dell’appalto, ci sarebbero stati meno rifiuti, meno lavoro per le forze dell’ordine e la magistratura e gli ignari acquirenti, invece che essere coinvolti in un probabile processo, sarebbero stati molto più felici. D’altra parte queste strutture sono state usate come aule scolastiche nel vicino 2010 e strutturalmente dovevano essere in buone condizioni, visto il riutilizzo immediato.
    Male se non è stata pensata questa soluzione, malissimo se qualche norma burocratica di fatto lo ha impedito.

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