L’ex presidente lamenta di essere stato “costretto” a vendere, contro la sua volontà, a chiunque
MESSINA – Dopo tredici giorni di ingiustificato silenzio, l’ex presidente e attuale socio al 20 % del Messina, Pietro Sciotto, torna finalmente a parlare con una lettera inviata solo a Gazzetta del Sud, di cui riportiamo alcuni stralci.
Lamenta di non essere stato aiutato, di essere stato costretto a vendere, “contro la mia volontà”, a chiunque e che l’unica trattativa esistente sarebbe stata quella con Aad Invest.
Il 14 luglio scorso il Messina in una nota ufficiale si dichiarava “fiducioso nell’esito positivo di una procedura che obiettivamente è complessa, tenuto conto dell’importanza del gruppo estero”.
Ma la richiesta da parte della città è una sola: riprendere la società e cederla ad altri.
Secondo quanto dice Sciotto, “la clausola rescissoria non produrrebbe effetti risolutori in tempi rapidi perché necessiterebbe di una causa di lunga durata (sul punto, ho acquisito plurimi e concordi prestigiosi pareri legali)”.
L’appello del sindaco Basile
Sabato scorso l’appello del sindaco di Messina Federico Basile: “A distanza di cinque giorni dall’incontro convocato presso lo studio del notaio Magno, registro con sconcerto il silenzio assoluto da parte di entrambe le parti che oggi detengono il controllo amministrativo dell’Acr Messina. La situazione che stiamo vivendo è paradossale: gli unici soggetti che possono decidere il futuro del calcio in città sono Aad Group, che martedì scorso mi aveva confermato la volontà di proseguire nel progetto – salvo poi scomparire senza ulteriori comunicazioni – e il presidente Pietro Sciotto, che, in seguito alla cessione dell’80% della proprietà, ha il diritto di avocare a sé la clausola rescissoria”.
L’Aad Invest deve pagare i contributi e la prima rata
Qui si è di fronte a un’impresa, Aad Invest, che deve pagare 130mila euro per i contributi e 1 milione e 250.000 euro come prima rata dell’acquisto della società. E, dall’altra parte, Pietro Sciotto, che detiene il 20% della società, ha ora confermato la non disponibilità a utilizzare la clausola per riprendersi il Messina. E così iniziare nuove trattative per la vendita della squadra.
Una paralisi che sta portando la società verso la fine, salvo miracoli o colpi di scena, se alle dichiarazioni (“Pagheremo”) non seguiranno i fatti. Lo abbiamo già scritto: o Sciotto riprende il Messina e lo rivende, e ovviamente sarebbe la soluzione auspicabile, oppure meglio chiudere. E fondare una nuova realtà sportiva. Tutto il resto è agonia. La dichiarazione oggi di Sciotto avvicina il Messina a un esito disastroso.

Almeno finiscila di parlare di amore per il messina.non ci mancherai.a mai più…..
Quindi o qualche fesso fa ricchi quelli del nuovo entourage, comprando la società, oppure, cosa più probabile, game over!
Il sig. Sciotto dopo otto anni di disastri,dice ancora di avere a cuore le sorti del Messina,ha detto che avrebbe ceduto solo a persone solvibili per la continuità,ma neanche difronte a quanto questi signori stavano combinando in Belgio,il sig. Sciotto si è fermato,o ha fermato la trattativa.Quali informazioni e da chi ha avuto notizie per dire questi signori erano solvibili,quale esperto gli ha fatto firmare un contratto di cessione che nonostante non abbia ancora incassato un centesimo,ed avendo il 20% di quote,non si possa riprendere la squadra automaticamente,ma solo con una causa legale.Questo significa sig. Sciotto,che nonostante il suo smisurato amore per il Messina,lei con queste sue azioni,sta portanto il Messina se va bene in serie D,altrimenti la cosa più facile al fallimento,e lei con un pugno di mosche in mano,mentre se avesse avuto la bontà di chiedere,un importo minore per la cessione della squadra,forse avrebbe incassato di meno,ma probabilmente avrebbe incassato qualcosa.Putroppo speriamo di no,nonostante il suo amore per i colori,sarà ricordato come il presidente del probabile fallimento della società,a meno che non succeda un miracolo.
Dimenticavo,il sig. Sciotto i plurimi e porestigiosi pareri legali,ed anche di sovibilità li doveva prendere prima di firmare il contratto,perchè cosi sembra che abbia firmato solo un contratto portato dalla controparte firmandolo senza sapere cosa c’era scritto,il che sarebbe ancora più grave.
Ma guardiamoci intorno, lo stato del calcio siciliano e’ terribile, lo stesso Palermo e’ semplicemente colonia di un colosso internazionale che lo terra’ a bagno maria fin quando gli serve, al massimo qualche capatina in serie A per poi tornare in B. Il resto e’ film horror: quello che sta vivendo il Messina oggi negli ultimi anni lo hanno vissuto tutti i maggiori club siciliani nessuno escluso: Siracusa e Akragas nel 2018, Palermo nel 2019, Trapani nel 2020, Catania nel 2021 e se vogliamo metterci anche la dirimpettaia Reggio Calabria nel 2023. Per il Sud e soprattutto per la Sicilia questo calcio non e’ piu’ sostenibile e andra’ solo a peggiorare.
L’unica strada possibile e’ quella di unirsi tutte le tifoserie e spingere le societa’ calcistiche isolana a rivendicare un campionato regionale siciliano, costituendo una federazione indipendente dalla FIGC. Almeno ci sara’ competizione e interesse per lo scudetto siciliano e si potra’ poi provare a farsi accreditare dalla UEFA per partecipare alle coppe europee. Allo stato delle cose non vedo altra soluzione a meno di fare una rivoluzione totale del calcio e fare uscire la finanza e il business a livello di tutto il sistema, ma ormai e’ troppo tardi
Il peggiore dei presidenti.
Potrebbe chiedere la sospensiva dell’atto notarile ad un giudice, supportata da motivazioni valide e dalla dimostrazione che sussistano motivi di urgenza e di danno imminente che giustifichino una sospensione temporanea dell’atto.
Intanto rientrerebbe in possesso delle quote e le potrebbe cedere, in attesa di un giudizio che, considerate le circostanze, difficilmente verrebbe intrapreso dalla controparte. e, nel caso, difficilmente vinto.
E fa bene a non volerne più sapere, ha tolto il Messina dalla m…, e come ringraziamento è sempre stato insultato, per fare una squadra competitiva ci vogliono i dollari che forse Sciotto non ha, non è Agnelli o la buon anima del Berlusca, con lui la squadra ha sempre galleggiato, adesso però affonda.