Si è allenato per venti giorni senza contratto, domenica ad Acri è andato in tribuna, ma alla prima occasione ha dimostrato di essere da Messina: «Spero di potere ancora essere utile per il raggiungimento dell’obiettivo finale»

Quasi per uno scherzo del destino, il suo nome non può che suonare male sulla bocca dei tifosi del Messina. Eppure le sue giocate di ieri non possono che fare piacere ai circa 2mila presenti del San Filippo. Gianluca Catania si sente protagonista di questo nuovo ciclo dell’Acr. Lo ha dimostrato ieri con una prestazione maiuscola nei 32esimi di coppa Italia, suggellata da due gol, uno dei quali davvero spettacolare, quello del 3 a 0. Reduce da una seconda parte di stagione in giallorosso molto positiva, Catania nel corso dell’estate ha sempre sperato di potere continuare l’avventura in riva allo Stretto, anche quando la storia del club giallorosso sembrava essere giunta al capolinea.

Dopo il passaggio di mano dal gruppo Martorano alla cordata messinese la sua posizione non è cambiata, una telefonata con Ciccio La Rosa e Lello Manfredi ha chiarito tutto. Si è allenato al San Filippo insieme ai nuovi compagni, per venti giorni senza contratto. Dai più veniva pronosticata una non prosecuzione del rapporto, in virtù delle diverse scelte sugli interpreti del reparto offensivo che il Messina aveva previsto e ha poi inserito in organico. Catania non ha mollato, è andato avanti lavorando sodo e con fatica, certo che questo atteggiamento avrebbe pagato. Riuscendo così a convincere Pensabene e lo staff tecnico-societario. «In diversi momento non è stato facile – ha commentato al termine della partita con la Valle Grecanica ai microfoni di Rmi -. Ma ho sempre avuto fiducia e sapevo, come mi era stato detto, che se ci fosse stata l’occasione sarei rimasto. Va bene così, sono sempre stato abituato a meritarmi quello che ottengo». Domenica scorsa, in occasione della trasferta di Acri, per lui addirittura la tribuna. Colpa principale della regola degli under che obbliga i tecnici, soprattutto delle squadre numericamente dotate come il Messina, a dovere rinunciare ad over importanti. E poi le scelte tattiche di Pensabene, che potendo contare su di un tandem offensivo come Corona e Ferraro, ha dovuto adeguare il proprio gioco schierando la squadra con un 4-4-2 a trazione anteriore. Il passaggio al 3-4-2-1 proposto ieri ha permesso a Catania di riconquistare una maglia da titolare, che il numero 10 (ieri in 11) ha sfruttato al massimo. «Ringrazio i miei compagni che mi sono stati molto vicini – aggiunge l’ex Siracusa -. Spero di poter dare ancora il mio contributo per il raggiungimento dell’obiettivo finale, perché è la squadra che conta più della soddisfazione personale».

Le sue punizioni, come dimostrato contro la Valle Grecanica e nel corso delle scorso campionato, possono rappresentare un arma importante per l’Acr. Ma in generale la capacità di saltare l’uomo, creare superiorità e mettere palloni in mezzo tagliati di sinistro può essere determinante in diverse occasioni. Un'altra freccia nell’arco di Pensabene, che ha il difficile compito di prendere le decisioni più consone per conquistare punti. Già a partire da domenica, quando al San Filippo arriverà il Sambiase. Corona dovrebbe scendere in campo dal primo minuto al fianco di Ferraro. L’impiego dal primo minuto dell’estremo classe 1992, Pontello, libererà un posto in mezzo al campo. In lizza sono in tre: Cocuzza, Grillo e Catania.