La dignità del giovane Ahmed di Mogadiscio e la generosità del signor Vincenzo di Villafranca

La dignità del giovane Ahmed di Mogadiscio e la generosità del signor Vincenzo di Villafranca

La dignità del giovane Ahmed di Mogadiscio e la generosità del signor Vincenzo di Villafranca

sabato 24 Gennaio 2009 - 21:28

Ahmed: “Non so chi siano né cosa stia accadendo di preciso a Mogadiscio: hanno ucciso mio padre e mio fratello-. Vincenzo: “Siamo stati immigrati anche noi: non possiamo lavarcene le mani-

Incontro il giovane profugo somalo Ahmed al Salone degli specchi della Provincia di Messina, in occasione della Conferenza stampa organizzata dal Circolo Arci “Thomas Sankara-. Capisce l’italiano ma lo parla poco: gli chiedo se conosce l’inglese. Si alza in piedi: è un giovanottone magro ma dal fisico da basket, gli dico. Mi sorride dolcemente: ha gli occhi terribilmente stanchi. Mi chiedo cosa abbiano potuto mai vedere quegli occhi di giovane ragazzo in un’età, 24 anni, in cui i pensieri sono rivolti ad altro: lo studio, il lavoro, le ragazze. Ahmed mi spiega “Non stavo male a Mogadiscio: c’erano problemi vari, però non andava malissimo- – mi spiega. “A un certo punto è cambiato tutto in peggio. La situazione si è fatta convulsa: girava della gente per strada con le armi. Si organizzavano in bande: entravano nelle case, rubavano, stupravano, uccidevano. Non si stava più tranquilli.- Ma chi sono? Ti sei fatta un’idea?, gli chiedo. “Non lo so.

So solo che mio padre mi spingeva ad andar via da lì. Si doveva far presto: non stavamo tranquilli.

Temevamo che presto sarebbe potuto toccare anche a noi. Io sono andato via da lì: loro non ce l’hanno fatta. Li hanno uccisi: hanno ucciso mio padre e mio fratello.- Lo abbraccio d’istinto, quasi paternamente: c’è tutto il mio imbarazzo. E’ una situazione di cui siamo responsabili anche noi, con le nostre scriteriate scelte politiche, lo sa anche lui. “Si- mi dice: “so che alcuni Italiani si sentono responsabili ma la gente comune non ha colpa. Sono i politici ad indirizzare le cose in un certo senso e certamente alcune scelte politiche non furono esenti da colpe che spiegano forse le cause e gli effetti di ciò che accade da noi-. Cosa farai ora, gli chiedo, abbassando gli occhi. “Non lo so ma molti di noi vogliono andare al nord, avere una nuova opportunità di lavoro e di vita. O congiungersi ad amici che stanno nel nord Europa.- ‘Ti resta qualcuno ancora a Mogadiscio?’, gli chiedo. “Ciò che resta della mia famiglia, cioè mia madre e un altro fratello. Poi alcuni amici. Qualche volta riesco anche a sentirli.-

Un uomo che non vuole stare a guardare, un siciliano vero: il signor Vincenzo di Villafranca.

“Noi siamo stati immigrati e non possiamo dimenticare gli aiuti che abbiamo ricevuto. Non possiamo lavarcene le mani.-

Se ne va, poi torna in auto e se ne porta via ben tre per ospitarli a casa sua.

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