In gioco la gestione dell’acqua: al pubblico o al privato?

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lunedì 06 Giugno 2011 - 21:56

Si chiede l’abrogazione dell’articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008

Ecco il testo integrale del quesito numero uno: «Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?». Votando “SI” verrà abrogata la norma e dunque i servizi pubblici di rilevanza economica, tra cui quello relativo alla rete idrica, verranno gestiti dagli enti pubblici. Votando “NO”, invece, la norma rimarrà immutata e verranno messe sul mercato per passare ai privati le gestioni degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) idrici d’Italia. In sostanza si passerà da una gestione pubblica dell’acqua ad una gestione privata guidata dalle classiche regole del mercato.

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