“Lei e lei”: la lunga notte di Cavallotti

“Lei e lei”: la lunga notte di Cavallotti

Giuseppina Borghese

“Lei e lei”: la lunga notte di Cavallotti

Tag:

sabato 18 Aprile 2015 - 08:11

Entusiasmante debutto per “Lei e lei” al Vittorio Emanuele, ancora in scena fino a domenica 19. Prossimo appuntamento con lo spettacolo di Giampiero Cicciò al Teatro Mandanici di Barcellona il 21 e il 22 aprile.

La solitudine più insostenibile, quella logorante che lacera i pensieri, probabilmente è quella che riempiamo con immagini della felicità altrui. Nella solitudine di una vigilia di Natale si apre la scena di “Lei e lei”, opera scritta, diretta e interpretata da Giampiero Cicciò, nella cornice della stazione Cavallotti, allegro crocevia di nottambuli viziosi in cerca di una sveltina riparatrice delle diurne fatiche e del carico di noia quotidiana di una città borghese e conformista come Messina.

La notte di Natale, però, il consueto teatrino di perdizioni umane, l’andirivieni di prostitute, travestiti, omosessuali (dichiarati, repressi, sposati, confusi, per sport) si ferma per onorare la tradizione, la Famiglia. A dominare la scena il silenzio – interrotto da qualche sirena della polizia- macchie di luce sulle panchine e un intenso flusso di coscienza. Di quel tratto urbano, solitamente brulicante di voglie Cicciò ne fa un abito scuro dentro il quale si muove comodamente la sua protagonista, un travestito non più giovane, salda sui tacchi a spillo ma vacillante e fragile nel confronto psicologico con i propri fantasmi. A farle compagnia una giovane prostituta (interpretata da Federica De Cola) il cui tratteggio psicofisico rimanda al classico avanzo da centro sociale: sciatta, miscredente, arrabbiata, triste.

La combinazione umana risulta perfetta: novanta minuti di pura narrazione con testi impeccabili che alternano momenti di solenne commozione a pause di puro divertimento. Le due protagoniste disegnano figure antitetiche ma straordinariamente compatibili: ripiegata nell’ombra della propria riluttanza e avvolta da soffici coprispalle piumati la più giovane, raggiante e istrionica in una tragica allegria la più anziana, strizzata in abiti luccicanti e succinti (opera di Francesca Cannavò) a metà tra la Marilyn di “Gli uomini preferiscono le bionde” e Madonna al tempo di “Cercasi Susan disperatamente”. Degna di nota, infine, l’elaborazione musicale a cura di Fausto Cicciò che, con una scelta variegata e mai banale compone un delicato corredo sonoro alla storia.

Giuseppina Borghese

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007