Torna a Messina Mariano Rigillo interprete di “Romolo il Grande”

Torna a Messina Mariano Rigillo interprete di “Romolo il Grande”

Torna a Messina Mariano Rigillo interprete di “Romolo il Grande”

lunedì 11 Gennaio 2010 - 12:01

Lo spettacolo di Dürrenmatt in scena al Vittorio Emanuele dal 13 al 17 gennaio

Torna a Messina, dove negli anni Novanta è stato direttore artistico per la prosa, Mariano Rigillo, protagonista dello spettacolo “Romolo, il grande” di Friedrich Dürrenmatt, in scena al Vittorio Emanuele dal 13 al 17 gennaio. Accanto a lui Anna Teresa Rossini; regia di Roberto Guicciardini.

“È un ritorno che mi è particolarmente gradito – ha detto Rigillo – perché sono rimasto affezionato a questa città, dove ho potuto lavorare bene e ho lasciato tanti amici e, credo, anche tanti estimatori. Sono contento anche di poter venire con questo testo, così denso di ironia, di comicità e di raffinata intelligenza, anche politica. Posso dire, quindi, che sarà un tuffo nel passato con gli occhi ben aperti sul presente”.

“Romolo, il grande” è uno dei lavori teatrali di Dürrenmatt più comici e insieme più pessimistici. Scritto nel 1949 è stato più volte rielaborato dall’autore fino all’edizione definitiva del 1964. Lo stesso Dürrenmatt la definisce una “commedia storica storicamente inverosimile”, in essa rappresenta il tardo impero romano alla vigilia della sua caduta. “Un impero – scrive Guicciardini nelle note di regia – che era riuscito a sopravvivere basandosi sull’ideale di uno stato autoritario, facendo leva sull’oppressione e la violenza. Alla testa dell’impero c’è un uomo che non vuole più corrispondere alle aspettative e alle richieste di dominio dei Romani: un pazzo che alleva galline, un burattino apparentemente rimbambito, disprezzato da tutti per la sua manifesta debolezza nel comando. In realtà, la maschera del pazzo è solo una simulazione e serve a esprimere il suo rifiuto; Romolo vuole il declino del mondo nel quale vive perché non crede più negli ideali di tale mondo e non vede che il loro rovescio e i crimini con i quali essi vengono favoriti”.

In sostanza, quindi, Romolo Augusto, l’imperatore che preferisce fare il pollicultore, è un grande perché ha capito prima degli altri il corso della storia e non intende opporsivi, anzi fa di tutto per favorirlo.

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