Una nota regionale blocca l’edilizia cittadina. Gli architetti: “Non ha nessun valore”

Una nota regionale blocca l’edilizia cittadina. Gli architetti: “Non ha nessun valore”

Marco Ipsale

Una nota regionale blocca l’edilizia cittadina. Gli architetti: “Non ha nessun valore”

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martedì 16 Settembre 2014 - 12:12

Il gruppo consiliare dell’Unione di Centro critica l’operato dell’amministrazione comunale e della Regione ed invita entrambe a fare chiarezza avviando iniziative comuni per non fermare un comparto già in crisi. Sulla stessa linea gli architetti, che non attribuiscono alcuna validità alla nota firmata dal dirigente regionale

Tardiva e inopportuna. Così il gruppo consiliare dell’Udc definisce la richiesta, inviata dall’amministrazione comunale al servizio Via (Valutazione d’impatto ambientale) della Regione, al fine di ottenere un parere sull’applicazione della procedura Via per i fabbricati abusivi oggetto di sanatoria edilizia.

Tardiva e inopportuna perché al Comune giacciono da molti anni condoni edilizi per la maggior parte dei quali non è ancora stata rilasciata la concessione edilizia in sanatoria. Tutto il lavoro è sulle spalle di soli tre tecnici e il danno economico si è già concretizzato visto che il pagamento degli oneri previsti ha prescrizione decennale.

L’istanza è datata 24 giugno 2014 e quel che è peggio è la risposta da parte del dirigente del dipartimento regionale all’Ambiente e Territorio, Gaetano Gullo, arrivata l’8 agosto, poco più di un mese fa. In attesa della Vas (Valutazione ambientale strategica) e del nuovo Piano regolatore generale – si legge – “permane il divieto di edificazione in tutte le aree Natura 2000 ricadenti nel territorio comunale”.

Tradotto, si tratta di un blocco totale dell’edilizia, non solo per i fabbricati oggetto di sanatoria, ma su tutta la Zps (Zona a protezione speciale), dunque il 75 % del territorio cittadino, per palazzi, case singole, alberghi, lidi, costruzioni rurali e quant’altro. Tutto dovrebbe essere sottoposto a Valutazione d’Impatto Ambientale, compresi tutti i condoni edilizi concessi dopo il 1995. Le concessioni rilasciate ai sensi del condono del 2003 sarebbero illegittime ed il Comune dovrebbe revocarle in autotutela e rimborsare quanto percepito oltre alle ulteriori somme per eventuali danni causati.

E dire che il 7 marzo 2007, il predecessore di Gullo, Giovanni Arnone, aveva escluso la necessità di sottoporre a Vas la variante al Prg. La nota di Gullo ha dunque ingenerato confusione su tutto il settore e la commissione deputata ad esprimere il proprio parere sugli interventi edilizi non si riunisce in attesa dei dovuti chiarimenti.

“La vicenda sta creando gravi ripercussioni economiche – ha affermato il consigliere Franco Mondello, che si è fatto portavoce del gruppo Udc -, soprattutto per chi ha già pagato l’esoso diritto comunale per l’intervento sottoposto a Valutazione d’impatto ambientale. Ripercussioni potranno esserci anche per il Comune, perché se sospende le edificazioni in corso già autorizzate può incorrere nella richiesta di danni erariali. E lo stesso potrebbe fare anche chi per anni ha pagato una certa somma di tasse sul proprio terreno perché considerato edificabile nel Prg e adesso se lo ritrova non più edificabile. Non è possibile bloccare tutto in attesa del nuovo Prg. A maggior ragione visto che ancora non c’è una sola linea guida e non è stato neppure nominato il coordinatore. Si è avviato solo un timido dibattito con le circoscrizioni, mentre alla commissione consiliare non è stato sottoposto alcun atto da valutare”.

L’Udc si rivolge al sindaco Renato Accorinti, riassumendo le richieste in tre punti: avviare iniziative adeguate con la Regione per fare chiarezza sulla questione; riavviare l’iter per un Prg contenente tutti gli indirizzi che debbano poi trovare applicazione; tutelare il riconoscimento del Comune quale ente che difenda i diritti dell’economia cittadina.

Alla conferenza stampa, erano presenti tutti i consiglieri comunali dell’Udc. A dar man forte a Mondello, anche Mario Rizzo, Mariella Perrone, Andrea Consolo e Libero Gioveni. Contributo anche da parte dell’ex consigliere Udc, Mimmo Guerrera, che nel corso della scorsa consiliatura si era più volte interessato alle vicende connesse al settore edile.

A fare maggior chiarezza ci hanno pensato gli architetti presenti nella Sala Ovale di palazzo Zanca. “La nota del dirigente regionale non ha alcun valore normativo – ha detto Pino Falzea, presidente della Fondazione Architetti del Mediterraneo -. Tra l’altro lascia intendere che la Regione avesse già inviato una nota sullo stesso tenore, ma non credo sia così. Nessuno di noi è a favore delle sanatorie edilizie, ma si devono concludere le procedure attivate con le leggi precedenti. La Vas è obbligatoria nella fase di redazione dei Prg a partire dal 2007, mentre quello di Messina è del 2002. Il Comune di Messina non aveva alcuna necessità di scrivere alla Regione per chiedere chiarimenti. Il Prg del 2002 è stato attivato in minima parte, in quella negativa che si è tradotta in interventi di edilizia privata speculativa. Non sono invece state fatte le azioni serie, i piani particolareggiati, i servizi pubblici che pure erano previsti”.

Sulla stessa linea anche Clelia Testa, della Tet Architetti Associati. “Gli uffici comunali – ha affermato – non possono assorbire un’opinione personale del dirigente Gullo. Non si tratta di una determina o di una legge, per quelle ci sono altri strumenti. Se le commissioni non si riuniscono più e i progetti legittimi non vengono approvati, i cittadini possono rivolgersi agli avvocati e vincere facilmente le cause, con conseguenti danni per il Comune. Dal 2005 ad oggi, tutti i progetti sono stati sottoposti a Vas e Via, come previsto dalle legge, ma non si può prevedere l’effetto retroattivo. Se anche ci fosse, bisognerebbe convocare la commissione, non bloccarla. Ed il pericolo non riguarda solo le sanatorie, ma tutto il territorio comunale che la Regione tende a gestire. L’amministrazione comunale deve invece prendersi la responsabilità di assumere il proprio ruolo, ma forse gli sta bene così. Noi siamo d’accordo con la tutela del territorio e con la necessità di seguire le regole, ma questo non deve tradursi in un blocco totale del settore”.

Opinione confermata dall’arch. Angelo Libetti, presidente della Cooperativa Ambiente e Territorio 2000: “Quello di Messina è l’unico territorio italiano che ha oltre il 70 % di Zona a protezione speciale. E’ vero che bisogna seguire la direttiva Uccelli emanata dall’Unione Europea, ma questo vale soprattutto per la zona dei laghi di Ganzirri. La Zps di Messina è invece un’anomalia che include anche zone non antropizzate. Da anni in città non si realizzano nuovi servizi e infrastrutture. Qual è l’ultima strada fatta? La lettera inviata dalla Regione non vale nulla, non è un provvedimento amministrativo al quale potersi appellare”.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. Gli ARCHITETTI sono arrivati in ritardo, in forte ritardo, eppure con un loro collega furono per anni a capo dell’area urbanistica di Palazzo Zanca. Toccava all’architetto estensore della variante generale vigente, chiamata spudoratamente piano regolatore generale, dal cognome prestigioso dell’abbate architetto disegnatore della splendida Palazzata in stile neoclassico, sollecitare la politica e i suoi colleghi a dare vita ai nove piani PARTICOLAREGGIATI, ai piani ESECUTIVI, ai QUADRI, per passare a quelli di ZONA e di RISANAMENTO. I messinesi sono stati lasciati liberi di costruire in libertà, il risultato è questa COSA che dal punto di vista urbanistico non è più una città.

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  2. Gli ARCHITETTI sono arrivati in ritardo, in forte ritardo, eppure con un loro collega furono per anni a capo dell’area urbanistica di Palazzo Zanca. Toccava all’architetto estensore della variante generale vigente, chiamata spudoratamente piano regolatore generale, dal cognome prestigioso dell’abbate architetto disegnatore della splendida Palazzata in stile neoclassico, sollecitare la politica e i suoi colleghi a dare vita ai nove piani PARTICOLAREGGIATI, ai piani ESECUTIVI, ai QUADRI, per passare a quelli di ZONA e di RISANAMENTO. I messinesi sono stati lasciati liberi di costruire in libertà, il risultato è questa COSA che dal punto di vista urbanistico non è più una città.

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  3. basterebbe farsi rilasciare l’attestato di “fabbricato realizzato con cemento buono” da parte degli ambientalisti di fama internazionale e si potrebbe continuare a costruire in tutta tranquillità e nel pieno rispetto delle normative comunitarie e conseguendo la salvaguardia dell’ambiente

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  4. basterebbe farsi rilasciare l’attestato di “fabbricato realizzato con cemento buono” da parte degli ambientalisti di fama internazionale e si potrebbe continuare a costruire in tutta tranquillità e nel pieno rispetto delle normative comunitarie e conseguendo la salvaguardia dell’ambiente

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