Tragedie familiari e drammi irrisolti. La cronaca di 12 mesi in pillole
MESSINA – Scorrendo il 2023 con le lenti della cronaca nera è l’arresto di Matteo Messina Denaro l’evento certamente più rilevante dell’anno appena concluso.
Matteo Messina Denaro a Messina?
Una cronaca non messinese ma un evento per tutti i siciliani in generale, e non soltanto. L’arresto dell’ultimo padrino di Cosa Nostra ha però anche un risvolto tutto messinese, ovvero la segnalata presenza del super latitante al Neurolesi, nel 2019. Una segnalazione subito smentita, sollevata dopo il ricovero di un paziente di Castelvetrano arrivato a bordo di un veicolo di lusso e trattato con particolare riguardo dal suo seguito. O meglio, più che smentirla i carabinieri hanno dovuto prendere atto, quando hanno effettuato il blitz di controllo, che Matteo Messina Denaro non c’era. Con la cattura e la scomparsa del mafioso, però, proprio nel 2024 potrebbe arrivare la risposta definitiva su tutti i retroscena della sua latitanza, compresa la domanda: il padrino a Messina c’è stato davvero, o no?
I delitti: drammatiche confessioni e casi irrisolti
Anche nel 2023 c’è purtroppo da registrare un fatto di sangue, l’omicidio del poliziotto in quiescenza Giuseppe Catania, freddato sul lungomare di Furci la sera del 2 ottobre. Ad aprire il fuoco l’amico di una vita, Gaetano Nucifora, che ha confessato di aver sparato perché si era sentito tradito dall’amico. Una vicenda delicata e complessa, legata a dinamiche familiari, che ha scosso l’intero messinese, non soltanto la comunità del centro jonico.
E’ rimasto irrisolto, invece, il giallo di Merì, ovvero la morte del sedicenne Ayman Serty. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato in pieno centro, nel piccolo paesino della tirrenica. Ma le circostanze che fanno da sfondo alla tragedia sono ancora non del tutto chiarire.
Subito scoperta, invece, la dinamica alla base dell’omicidio suicidio di Gioiosa Marea, dove il 10 maggio scorso sono stati trovati senza vita l’ex brigadiere della Finanza Tindaro Molica Nardo e la moglie Maria Bonina Buttò. Un biglietto lasciato alle figlie dall’uomo ha svelato immediatamente che si è trattato di un omicidio – suicidio, un dramma familiare che ha scosso il centro tirrenico.
Polveriera Messina
Nel 2023 tanti segnali hanno costretto ad alzare il livello d’attenzione su quel che sta accadendo nel mondo della criminalità organizzata. Dalla gambizzazione sul viale Europa, il 22 luglio scorso, sfociata nella condanna di tre giovani leve, alle troppe saracinesche crivellate di colpi nella zona centro nord cittadina: è evidente che nella mala cittadina c’è fermento, forse gli equilibri tra i principali clan di quartiere sono in riscrittura e toccherà agli inquirenti, nel 2024, svelare i retroscena dei principali fatti di cronaca, riportando la serenità lungo le strade dei rioni “caldi”.
Morire di lavoro e di malasanità
Tanti anche nel 2023 le morti bianche, gli incidenti stradali con esiti tragici e i decessi in corsia. Una scia di nomi e cognomi che raccontano esistenze strappate alla vita, alle loro famiglie, che appassiscono lì dove dovrebbero invece essere sicuri, ovvero sui luoghi di lavoro, sulle nostre strade sempre più pericolose, negli ospedali o in casa in attesa di un’ambulanza. Troppi, per darne conto nel resoconto di fine anno. Uno per tutte, però, è doveroso, anche se non avvenuto nel messinese. Si tratta della morte di Kevin Laganà nella strage ferroviaria di Brandizzo: un figlio della nostra terra che simboleggia anche la costante emorragia di giovani costretti a lasciare la Sicilia, in un trend in crescita anche nei 12 mesi passati.
