-Sogniamo ancora una Università libera, aperta, pubblica e democratica-. Così la Commissione di Laurea in Informatica durante la sessione odierna

-Sogniamo ancora una Università libera, aperta, pubblica e democratica-. Così la Commissione di Laurea in Informatica durante la sessione odierna

-Sogniamo ancora una Università libera, aperta, pubblica e democratica-. Così la Commissione di Laurea in Informatica durante la sessione odierna

martedì 27 Luglio 2010 - 11:52

Nell'ambito della mobilitazione dell'Università italiana contro la manovra finanziaria e la riforma universitaria del Ministro Gelmini, i componenti della Commissione di Laurea in Informatica dell'Università di Messina hanno voluto rendere partecipi i presenti dei motivi della loro battaglia

La mobilitazione dell’Università italiana contro la manovra finanziaria e la riforma universitaria del Ministro Gelmini va avanti. Forse in maniera più silenziosa rispetto alle scorse settimane, ma certamente non meno incisiva. E proprio stamattina, nel giorno in cui la tanto contestata Riforma Gelmini approda in Senato, la Commissione di Laurea in Informatica dell’Università di Messina si è resa protagonista di un’iniziativa originale. Nel corso della sessione di laurea odierna, i componenti della suddetta Commssione si sono alzati in piedi e hanno dato lettura di un documento in cui sono spiegate le ragioni del dissenso.

Ecco il testo integrale del documento:

Gentili Signore, cortesi Signori, cari Studenti,

prima di procedere a celebrare l’esame di Laurea, sentiamo il dovere di esprimere rabbia e rammarico per le sempre più limitate prospettive che si aprono sul futuro dell’ università pubblica italiana.

I tagli previsti dalla manovra finanziaria e il disegno di legge Gelmini sulla riforma universitaria configurano una Università diversa da quella attuale.

Una Università morta. Il rammarico si trasforma in cordoglio nella considerazione che, a partire dal prossimo anno, in gioco vi è la stessa sopravvivenza della Università.

Ciò a causa della miopia di un governo che, unico in Europa, taglia i fondi per la ricerca e l’università, e quindi chiaramente dimostra di non avere a cuore il futuro del paese. Noi siamo e saremo in mobilitazione utilizzando tutti i mezzi possibili e previsti dalla legge.

Certi della validità delle motivazioni che sorreggono la protesta vi chiediamo di appoggiarla concretamente, di informarvi e di informare che al Popolo italiano viene sottratto il bene primario della Conoscenza e del Sapere.

Noi sogniamo ancora una Università libera, aperta, pubblica e democratica-.

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