Università. Inizia la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini : ricercatori in sit-in al Rettorato

Università. Inizia la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini : ricercatori in sit-in al Rettorato

Università. Inizia la settimana di mobilitazione contro il Ddl Gelmini : ricercatori in sit-in al Rettorato

martedì 06 Luglio 2010 - 07:36

In concomitanza con la riunione del Senato accademico, gli studiosi si sono riuniti nei locali dell’Università per ribadire ancora una volta il proprio no alla Riforma voluta dal Governo

Lungo ed intenso pomeriggio all’esterno ed all’interno della sede del Rettorato.

Alla manifestazione annunciata da giorni dai “no-pontisti”- che contestano la scelta dei vertici dell’Università di sottoscrivere un accordo con il contraente generale Eurolink e concedergli l’utilizzo dei locali dell’incubatore d’imprese, sito a Papardo – si è aggiunta la protesta indetta dai ricercatori messinesi, che hanno organizzato un sit-in pacifico dinnanzi alla sala Senato, dove l’organo di governo è tornato a riunirsi questo pomeriggio.

I motivi della contestazione sono sempre gli stessi: gli studiosi messinesi ,in totale sintonia con i colleghi di tutta Italia, si oppongono al DDL Gelmini ed alla manovra finanziaria che, secondo loro, “colpiscono pesantemente l’Università e coloro che vi operano”.

Inizia così la settimana di mobilitazione nazionale, che andrà avanti sino a venerdì e che mira a coinvolgere tutte le componenti del mondo accademico : docenti, precari, personale tecnico amministrativo e studenti.

Nel corso del sit-in di oggi pomeriggio, i ricercatori sono tornati a sollecitare “il Magnifico Rettore ed il Senato Accademico affinché sostengano concretamente le iniziative di protesta intraprese a difesa del sistema universitario pubblico e a fare propri alcuni punti qualificanti”.

Innanzitutto, chiedono la “definizione di una reale autonomia e del carattere pubblico del sistema universitario, fondata su un governo democratico d’ateneo che sia eletto da tutte le componenti universitarie, ne garantisca l’adeguata rappresentanza e a cui spettino le decisioni strategiche e di indirizzo in materia di didattica e di ricerca”.

In secondo luogo, si oppongono fermamente ai “tagli alla ricerca e al funzionamento degli atenei introdotti con le manovre finanziarie, che mettono l’Italia fuori dai parametri internazionali e disattendono precisi impegni dell’Unione Europea”. E’ necessario – scrivono nel documento – garantire un congruo finanziamento della ricerca, il diritto allo studio, un piano di reclutamento straordinario a fronte dei numerosissimi pensionamenti e un numero adeguato di progressioni di carriera”.

Gli studiosi premono, poi, affinché si proceda “alla riorganizzazione dei ruoli di ricercatore e professore universitario in un ruolo unico articolato almeno su tre livelli; e, in ultimo, chiedono “l’esenzione dal blocco degli scatti almeno per il personale più giovane (entro la V classe stipendiale di ciascuna fascia) e il recupero, a conclusione del blocco per il 2011/2013, di scatti e aggiornamenti stipendiali”.

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