Le dimissioni causerebbero un danno alla città con l'ennesimo commissariamento

Le dimissioni causerebbero un danno alla città con l’ennesimo commissariamento

Rosaria Brancato

Le dimissioni causerebbero un danno alla città con l’ennesimo commissariamento

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domenica 30 Settembre 2018 - 05:14

A pagare sarebbero i messinesi, con il quarto commissario in poco più di un decennio. Il Consiglio comunale è di gran lunga superiore rispetto al precedente e finora ha dimostrato di non volere lo scontro ma il dialogo.

Le dimissioni di Cateno De Luca, ad appena 3 mesi, massimo 3 mesi e mezzo dalla sua elezione, sarebbero incomprensibili per una serie di motivi.

Iniziamo dai rapporti con il consiglio comunale, che è indiscutibilmente di valore superiore rispetto al precedente, sia nei contenuti che nelle modalità di esercizio delle proprie funzioni. Vi sono tra l’altro un buon numero di consiglieri di alto livello, preparazione, competenza, capacità di leggere atti, proporre indirizzi, vigilare.

Che De Luca non avrebbe avuto nessun “suo” consigliere in Aula lo si sapeva sin dalla settimana del ballottaggio. Che le altre liste e coalizioni, avversarie di Bramanti (centro sinistra e M5S) avrebbero votato De Luca per aumentare il numero dei consiglieri in Aula lo si sapeva allo stesso modo.

Lo scenario attuale quindi era ben noto e poteva (e può rappresentare) anche una sperimentazione: un Consiglio e un’amministrazione che pur non essendo dello stesso “colore”, operano in sinergia nell’interesse della città.

Né si può dire che i consiglieri abbiano fatto la guerra al sindaco, né tacita né espressa.

Tutt’altro. Vogliono semmai che venga riconosciuta l’autonomia e la dignità del loro ruolo.

Il tira e molla sulle dimissioni non giova a nessuno, inasprisce i rapporti con l’Aula e fa passare in secondo piano i percorsi che sono stati avviati sia dall’amministrazione che dal consiglio comunale. Il confronto è il sale della democrazia, nessun sindaco può pensare di avere un’Aula che “obbedisce” ad ogni suo volere.

D’altra parte è evidente che un’amministrazione che ha ritmi come quelli che stiamo vedendo in questi mesi, non può restare impantanata in vecchi riti politici, ma non è quello che si sta verificando.

De Luca non può chiedere al consiglio comunale di seguire i ritmi di un sindaco che inizia le riunioni alle 5 del mattino e finisce alle 2 di notte e nel contempo il consiglio non può chiedere all’amministrazione di accettare pazientemente fiumi di sedute senza concludere niente.

Finora però, da cronista che negli ultimi decenni ha visto spettacoli indecorosi, non si può assolutamente dire che l’Aula voglia fare “melina”. Anche la proposta di LiberaMe per le modifiche al regolamento è condivisibile e molto simile a quella del sindaco.

Uno strappo adesso non sarebbe compreso dagli elettori. Comporterebbe inoltre un commissariamento di otto, nove mesi, che per la città equivarrebbe alla fine. Si tratterebbe del quarto commissariamento in 13 anni ed anche se il consiglio non dovesse decadere la città sarebbe comunque privata di un’amministrazione.

Se la situazione dei conti è tale da preoccupare il sindaco che teme non vi sia la dovuta attenzione da parte dei consiglieri, si apra il confronto su questo.

L’operazione risanamento è appena iniziata, il governo nazionale valuterà, di concerto con la Protezione civile, la dichiarazione dello stato d’emergenza, la macchina riorganizzativa del Comune e delle Partecipate è ancora alla prima fase embrionale, interrompere un mandato appena iniziato è un errore anche in termini di consenso elettorale. I rapporti con la deputazione sia nazionale che regionale, per la prima volta dopo tanti anni, sono sinergici e collaborativi, gli incontri avvengono a cadenza periodica. L’amministrazione ha il sostegno del governo regionale su numerose battaglie ed anche il governo nazionale non è ostile.

Se strada facendo i rapporti con l’Aula dovessero realmente diventare problematici potrà prendere le decisioni che ritiene più opportune, ma in questo momento, le dimissioni sono incomprensibili, illogiche e inopportune.

Rosaria Brancato

5 commenti

  1. La direttrice sig.ra Brancato ha, come al solito, fatto una giusta disamina della situazione ma non siamo d’accordo che un sindaco come De Luca debba restare in carica (parlo al plurale perchè siamo un gruppo di cittadini). Le riunioni dalle 5 del mattino alle 2 di notte – come riferito dalla sig.ra Bracato – non sono certo il segnale di un comportamento “corretto” nè le sue sneneggiate su fb o le sue decisioni estemporanee o i suoi insulti ai consiglieri, agli impiegati, ai dirigenti, ai sindacati ed ai cittadini invìcivili (sull’ultimo siamo d’accordo). Se se il sindaco si dimette un consiglio che resta in carica con i suoi pieni poteri può continuare a fare cose buone fino alle elezioni.

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  2. …segue: Il consiglio nei suoi pieni poteri può continuare a fare cose buone ed alle prossime elezioni verranno premiati anche da quel 50% di cittadini che non hanno votato. Ecco il problema: per convincere i messinesi a votare occorre trovare una persona giusta che possa riscuotere la loro fiducia – ma una persona che non faccia sceneggiate, che non gridi a sproposito e non prometta la luna… ma su certa gente un candidato così non farebbe effetto!!??

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  3. filippo lo conti 30 Settembre 2018 09:22

    Proclami e strombazzate costituiscono lo spettacolino pirotecnico, che dovrebbe distrarre dal black out amministrativo di una città consegnata al buio dell’improvvisazione. Una faccia per ogni circostanza. Forse Messina meritava qualcosa di più che diventare il teatrino piombato per un’orgia presenzialista, dove inscenare il reality show del virtuoso camerata superdodato. Al Supremonisano piace indossare i panni del sindaco-vigilante che veglia sulla città e sui suoi abitanti, esibendo la grinta interventista del ferreo risolutore secondo un copione ormai collaudato. Peccato che
    le improvvise ritirate e le vorticose inversioni di marcia abbiano fatto guadagnare al neo-sindaco il soprannome di Retro(Ca)teno.

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  4. Giustamente un consiglio non può votare tutto quello che dice DeLuca .Si vuole dimettere che si dimetta l’importante che la finisca di dire altro in tutti i giornali.I consiglieri rappresentano i cittadini e devono dare conto ai cittadini in democrazia.

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  5. MessineseAttenta 30 Settembre 2018 10:04

    Meglio un buon Commissario che un pessimo sindaco (con la s volutamente minuscola!!!!)

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