Verso il corteo no ponte a Messina, "i 14 miliardi dateli per ospedali e scuole"

Verso il corteo no ponte a Messina, “i 14 miliardi dateli per ospedali e scuole”

Redazione

Verso il corteo no ponte a Messina, “i 14 miliardi dateli per ospedali e scuole”

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mercoledì 06 Agosto 2025 - 13:29

Oggi la presentazione dell'iniziativa del 9 agosto da Piazza Cairoli. "Dagli acquedotti ala messa in sicurezza serve altro nei nostri territori"

MESSINA – “I 14 miliardi del Ponte sullo Stretto dovrebbero essere spesi per ospedali, scuole, acquedotti, messa in sicurezza del territorio e tanto altro. E non per distruggere non solo lo Stretto ma una città intera, lasciando migliaia di persone senza casa e trasformando tanti quartieri di Messina in un cantiere. Non è vero che il Ponte non lo faranno mai: lo stanno già facendo, definanziando interventi vitali per il nostro territorio e continuando a devastarlo con azioni e inazioni rispetto alle quali non possiamo restare indifferenti”. L’ex assessore Federico Alagna sintetizza così il senso del corteo no ponte di sabato 9 agosto.

Nel giorno del via libera del Cipess al progetto definitivo, è stato infatti presentato, nel corso di una conferenza stampa presso la sala “Antonino Caponnetto” del Comune di Messina, il corteo, con partenza da piazza Cairoli. Il Corteo è organizzato dall’Assemblea No Ponte, che ha visto la partecipazione, nel corso degli ultimi mesi, di decine di soggetti organizzati (associazioni, collettivi, partiti, sindacati) e centinaia di persone, “per la continuazione di un percorso condiviso di mobilitazione. Ad oggi, al corteo hanno aderito numerose realtà locali e nazionali, molte delle quali hanno attivamente partecipato in questi mesi alla stessa Assemblea No Ponte”, spiegano gli organizzatori. L’Assemblea No Ponte ha deciso di dedicare il corteo a Santino Bonfiglio, storico militante dei movimenti messinesi, scomparso pochi mesi fa.

Alla conferenza stampa sono intervenuti. in rappresentanza dell’Assemblea No Ponte, Federico Alagna, Giuseppe Micari, Ivana Risitano e Giuliana Sanò. Federico Alagna ha illustrato la genesi del corteo e la congiuntura politica particolarmente critica in cui si inserisce: “Il corteo nasce nel solco di un percorso pluriennale di mobilitazione, dalla convergenza di tante realtà diverse all’interno di uno spazio assembleare. Mentre il progetto del Ponte e il rischio che aprano i cantieri si fanno ogni giorno più concreti, per quanto l’iter sia molto più irto di quanto racconta Salvini, ci è sembrato necessario tornare ancora una volta in piazza. Mai come in questa fase è fondamentale mettere in campo tutte le forme di mobilitazione possibile. Sfileremo, quindi, per le vie di Messina ribadendo che le priorità del territorio sono altre”.

“Il no a un modello di sviluppo che devasta territori”

Giuseppe Micari ha ricordato l’importanza di “ribadire con forza un no che è una presa di parola collettiva contro un modello di sviluppo che non ci rappresenta e che da decenni devasta territori, esclude comunità e impone scelte dall’alto. Mentre i riflettori sono puntati su questo grande arco d’acciaio, di quanto costa o della legittimità giuridica dell’opera stessa, nessuno parla della cantierizzazione, del vero impatto che quest’opera ha su territori, quartieri ed economie locali, partendo dagli espropri, passando per la devastazione ambientale, per la militarizzazione del territorio e arrivando alla distruzione di intere comunità. La cantierizzazione vuol dire che per almeno 15 anni intere aree saranno trasformate in zone rosse, ovvero zone inaccessibili, rumorose e pericolose. Le persone che vivono in queste zone saranno trattate come ostacoli, come danni collaterali. Tutto in nome di un’infrastruttura che probabilmente non verrà nemmeno mai completata. Il vero problema appunto sono i cantieri, che arrivano subito e lasciano cicatrici che durano decenni”.

Continua Micari: “L’altro grande tema è il traffico. Da una parte vediamo il ponte venduto come la soluzione alla “continuità territoriale”, dall’altra questo intensifica il traffico, intasandolo più di quanto non lo è già con il traffico delle merci. È un’opera che rafforza la marginalità del sud, che trasforma ancora di più le nostre terre in zone di passaggio, mai di approdo. La cantierizzazione nel mentre farebbe sprofondare l’assetto urbanistico della città, tra i tir e i lavori in corso, non ci aspettiamo niente di buono per chi ha necessità e urgenze e non si può permettere di stare minuti, se non ore in fila nel traffico. Il ponte, che si dovrebbe allacciare a Granatari alla fine della Panoramica, andrebbe a congestionare tutta l’area nord, punto di passaggio obbligato e che non riuscirebbe in alcun caso a contenere la mole di traffico che si creerebbe. Questo stesso weekend abbiamo avuto la prova provata della confusione che si genererebbe dopo lo show delle frecce tricolore. Le strade intanto crollano, i treni non passano e i servizi pubblici vengono tagliati. Basti andare a guardare la situazione di ieri in Calabria, proprio dove dovrebbe sorgere la parte continentale del ponte, dove tutti i treni sono stati soppressi per della pioggia non prevista”.

Risitano: “Messina è no ponte”

L’ex consigliera comunale Ivana Risitano ha raccontato come, “attraversando le strade della città da Contesse a Faro, abbiamo incontrato migliaia di persone, e abbiamo avuto la conferma che Messina è no Ponte. Mentre, però, tutti coglievano il nesso tra No Ponte ed acqua, qualcuno ci chiedeva cosa c’entrasse la guerra. Ebbene, la guerra c’entra su un piano concreto, perché il governo, pur di aggirare tutte le normative a tutela del territorio, ha dichiarato il ponte opera di rilevanza strategica sul piano militare; e c’entra su un piano politico, antropologico e simbolico, perché le grandi opere hanno in comune con la guerra la logica di dominio sul territorio, della volontà di appropriazione, controllo e asservimento dello spazio agli interessi del potere. Non è un caso che Salvini sia la stessa persona acquiescente con il governo israeliano, artefice di un genocidio atroce, e che vuole associare il proprio nome all’opera faraonica del ponte”.

E ancora: “Il ponte non è solo un manufatto: è un simbolo di devastazione e violenza, di prevaricazione e prepotenza; è il simbolo dell’arroganza del potere, dell’antropocentrismo che fa credere all’uomo di avere il diritto di imporsi sulla natura, del progresso per i pochi che è regresso e peggioramento delle condizioni materiali di vita per i molti. È proprio una visione del mondo e della vita. È un immaginario. E l’immaginario non è un orpello: è ciò che orienta paure, desideri, scelte. Il ponte è legato ad un immaginario di sfida titanica dell’uomo sulla natura, di gigantismo tecnologico e di mito del progresso. Siamo di fronte ad una grande domanda che non è solo tecnica e, a questo punto, neanche solo politica: vogliamo vivere in una città devastata? vogliamo essere complici di questa visione del mondo e della vita? Acqua e guerra costituiscono un binomio anche simbolico, quasi archetipico: una rappresenta la vita, l’altra la morte. Noi da che parte vogliamo stare?”, conclude Risitano.

La docente universitaria Giuliana Sanò si è soffermata sul tema del progresso: “Se, come pensano i pontisti, quest’idea di progresso, e quindi il ponte, ci consentirebbe di entrare a pieno titolo nell’alveo dei Paesi ‘progrediti’ e se, come immagino, per i pontisti è l’Europa (non credo l’Africa o l’India) lo scenario entro cui i valori di progresso e modernità vengono costruiti, sentiamo allora che cosa l’Europa sostiene a proposito di progresso, qual è la definizione che ne dà. Testualmente: ‘Il progresso per l’Unione Europea è un concetto multidimensionale che va oltre la semplice crescita economica, abbracciando aspetti sociali, ambientali e valoriali, e puntando a un’Europa più coesa, equa e sostenibile’ Dunque, delle due l’una: o questo progetto lo stiamo facendo nel nome di un adeguamento del nostro territorio ai principi di ‘modernità e progresso’ dettati dall’Europa come ci dicono e ci vogliono far credere o dobbiamo con tutta onestà ammettere che questo progetto tutto è fuorché sinonimo di progresso”.

Il documento politico e le adesioni al corteo

Ecco la piattaforma politica del corteo: “Costellata dagli innumerevoli annunci di Salvini e Ciucci è arrivata una nuova estate. Nel 2023 ci avevano già detto che era l’ultima estate, che eravamo alle soglie dell’avvio dei cantieri del ponte sullo Stretto. Sono passati due anni e ancora una volta ci troviamo di fronte ad accordi e cronoprogrammi che alludono alla messa in moto delle ruspe. Noi sappiamo bene, però, che, al di là dell’effettivo inizio dei lavori, le attività di Stretto di Messina Spa ed Eurolink consumano già risorse e rubano futuro, con la complicità di Regione e Comune di Messina lasciando inevasi i bisogni veri che i nostri territori esprimono.

Ancora una volta ci troviamo, d’altronde, di fronte a una estate di passione per l’assenza di acqua nelle nostre abitazioni. Circa metà di quella che passa dalla rete idrica siciliana va perduta, e in tutta la Sicilia, Messina inclusa, le crisi idriche sono all’ordine del giorno. Nonostante ciò, 𝗶 𝘀𝗼𝗹𝗶 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗿𝘂𝗯𝗲𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝟱 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝘁𝗿𝗶 𝗱’𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮 𝗮𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼, 𝗽𝗮𝗿𝗶 𝗮𝗹 𝟮𝟬% 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗮𝗯𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗶𝗱𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗻𝗮 (da qui un botta e risposta con la società Stretto di Messina: “I cantieri del Ponte non incideranno sul fabbisogno idrico di Messina”, n.d.r.).

Già nella Relazione che accompagnava il DL 35/2023 il ponte sullo Stretto veniva annoverato come opera di interesse strategico. Già in quella occasione, dunque, Salvini & soci avevano provato a collocarlo dentro un contesto europeo che potesse, da un lato, consentire una corsia preferenziale nei meccanismi autorizzativi e, dall’altro, catturare risorse europee da utilizzare ai fini della progettazione e costruzione dell’opera. Di recente il governo ha con ancora più forza rappresentato 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗺𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗼𝗰𝗮𝗻𝗱𝗼𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗱𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗶 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗡𝗮𝘁𝗼 e rendendo la Sicilia, da quasi un secolo occupata dalla presenza di basi militari USA, Nato e italiane, sempre più 𝘂𝗻 𝗮𝘃𝗮𝗺𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗠𝗲𝗱𝗶𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗲𝗼.

Tale strategia politica e mediatica è stata messa in atto mentre il mondo intero continua la folle corsa verso la guerra e il riarmo. A tutti gli effetti, dunque, il manufatto d’attraversamento e tutte le opere collaterali previste diventano l’ennesima propaganda di una politica militarista che va contrastata. Essere contro la guerra, così, vuole dire essere contro il ponte ed essere contro il ponte significa essere contro la guerra.

𝗖𝗼𝗻 𝗶 𝟭𝟰 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶 𝟯𝟬 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗱𝗶 𝘀𝗽𝗲𝘀𝗶 𝗮𝗻𝗻𝘂𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝗿𝗺𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮, quante delle emergenze strutturali del Sud e delle isole (e non solo) si potrebbero sanare? La siccità, certo. Ma anche ospedali, scuole, autostrade, ferrovie e tanto altro ancora.

𝗘𝗰𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́, 𝗻𝗲𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗲 no al ponte, 𝗴𝗿𝗶𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗵𝗲 vogliamo l’acqua, non la guerrra”.

Il percorso

Percorso del corteo: concentramento iniziale a Piazza Cairoli, dopo il breve tratto di via Tommaso Cannizzaro si prosegue in via Centonze, poi in via Geraci, via Cesare Battisti, via Primo Settembre, e per concludere a Piazza Duomo.

Elenco delle adesioni (aggiornato al 6 agosto)

USB – Unione Sindacale di Base

Anomalia Palermo

ANPI – Sezione “Eliana Giorli La Rosa”, Milazzo

ANPI – Sezione “Francesco Garufi”, Messina Jonica

ANPI – Sezione “Lidia Brisca Menapace”, Barcellona P.G.

Antudo

APE – Assemblea Popolare Ecologista

Associazione 11 agosto

Associazione Accademia dei due mari

Associazione Antimafie Rita Atria

Associazione Human

Associazione Marxista Rivoluzionaria ControVento

Assopace Palestina – Messina

Cambiamo Messina dal Basso

Campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile”

Casa del Popolo Messina

Castello di Sancio

Comitati NO TAV Trentino

Comitato Vogliamo l’acqua dal rubinetto!

CSC Nuvola Rossa

Docenti No Ponte

Europa Verde – Sicilia

Extinction Rebellion

Fiom Cgil Messina

Italia Nostra – Messina

Le Radici del Sindacato Cgil Sicilia

Legambiente – Reggio Calabria

Malerba

Mediterranea Saving Humans – Messina

Movimento 5 Stelle

Movimento No Base – Né a Coltano né altrove

Movimento NO MUOS

Movimento No Tap/Snam Brindisi

No Ponte Calabria

Officina del Popolo Palermo

Parco Ecologico San Jachiddu

Partito Comunista Italiano – Sicilia

Partito Comunista Italiano – Verbania

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “Peppino Impastato”, Messina

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Provinciale di Messina

Partito della Rifondazione Comunista – Sicilia

Partito della Rifondazione Comunista – Trentino

Partito Democratico – Messina

PAS: Partito per l’Autonomia Siciliana

Potere al Popolo

Potere al Popolo – Calabria

Potere al Popolo – Catania

Potere al Popolo – Palermo

Potere al Popolo – Sicilia

Rete No DL Sicurezza – Cosenza

Sinistra Italiana – Sicilia

Spazio No Ponte

Tenda della Pace e della Non Violenza

Unione dei Giovani di Sinistra – Sicilia

Unione Inquilini – Messina

Universitari No Ponte

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14 commenti

  1. Intanto vedo che tutte queste sigle o associazioni non sono altro che espressione dell’estrema sinistra,da sempre contraria al ponte solo per motivi ideologici.Inoltre non capisco cose c’entrano con il ponte alcune sigle riportate nell’articolo,come per esempio l’unione inquilini,l’Anpi,Associazione Antimafia,Associazione Palestina,Comitati No Tav,Movimento No Tap,Partito comunista italiano che non esiste neanche nei consigli quartiere,per carità tutti abbiamo il diritto di dire la nostra,però non capisco cosa c’entrano con il ponte.Tutti questi ed anche gli altri sono quelli che da decenni bloccano qualsiasi cosa si voglia fare in Italia,non si trivella,non si costruisce,non si migliora,mentre difronte a noi si trivella da tutte le parti-,mentre noi paghiamo a caro prezzo il gas,ed il petrolio,ed abbiamo le bollette di luce acqua e gas,piene di tasse,e se il consumo è 10,con tutte le varie aggiunte paghi 30,queste sono le battaglie da fare,e non andare sempre contro lo sviluppo che porta solo benessere.Ci si scandalizza della spesa,ma non è che si sta costruendo un ponticello,quello che non capisco da tutte queste sigle,è perchè se si tratta del Ponte sullo Stretto,dicono che si dovrebbero spendere per ospedali e scuole.Intanto credo che ospedali ce ne sia in abbondanza,che poi debbano essere gestiti meglio su questo non ce dubbio,in quanto alle scuole,ci sono pure e debbono essere migliorate,tenendo presente la bassa natalità in Italia,se è questo il problema allora si potrebbero aumentare le pensioni,gli stipendi,diminuire le tasse,levarle dalle bollette,ecc. ecc.e non fare più nulla,e sarebbe utile che tutti i soldi per opere vadano a favore dei cittadini,ma così rimarremmo arretrati di altri 50 anni.Ora poichè questi soldi se non vengono spesi per il ponte,non verranno mai dirottati in altre opere qui da noi,direi all’associazione,Invece del Ponte,come non è successo negli ultimi 50 anni,quindi sperando che non si inizi adesso con la guerriglia urbana,tipo No Tav che non porta da nessuna parte,e se si devono fare manifestazioni si facciano al chiuso onde evitare infiltrazioni,speriamo che questo le associazioni lo capiscano,e che capiscano che questa è l’ultima occasione di sviluppo del nostro territorio,intanto per tutta la durata della costruzione ci saranno diecimila persone in più,alcuni con famiglie che vivranno e spenderanno a Messina,poi una volta finito,l’attrazione turistica porterà milioni di persone in città,e naturalmente soldi.

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  2. Purtroppo la grande opera partirà, No Ponte avrà le sue ragioni .
    Il vento non puoi fermarlo facciamoci una ragione .
    Invece se possibile collaboriamo per stare tutti meglio .
    A livello giuridico non possiamo fare nulla accettiamo la sconfitta per limitare i danni.
    Aiutiamo i cittadini a prendere di più per quello che perderanno.

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  3. Ogni manifestazione contro il ponte ormai è inutile, non lo avete ancora capito?

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  4. Dovetate andare da conte e chiedere i 14 miliardi per gli ospedali e scuole dopo che ha lasciato un buco da 220 miliardi con le sue caxxate prima di dire no ponte dite no sinistra e no conte bonelli schlein ecc ecc

    Comunque se lo fanno provo grandissimo piacere nel vedere accorinti e ialacqua a lasciare la casa perchè prima dovremmo guardare cosa hanno combinato dal 2013 al 2018

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  5. Milioni di persone per vedere un mostro di cemento e acciaio del tutto inutile – dato che i turisti, soprattutto quelli stranieri, in Sicilia vengono o in aereo o sulle navi da crociera? No grazie, ci bastano i nostri siti naturalistici e archeologici. Si pensi a rimettere in piedi strade, autostrade e ferrovie, piuttosto. Quelle sì che servono!

    Ospedali in abbondanza? Ma se negli ultimi 10 anni ne sono stati chiusi 74 e cancellati più di 10.000 posti letto in tutta Italia.

    Per non parlare della scuola, e dell’università, che dalla nefasta era Gelmini sono state sempre tagliate senza pietà.

    Aumentare le pensioni e gli stipendi? Nell’unico stato dell’OCSE che dal 1990 ha diminuito le retribuzioni anziché aumentarle?

    E mi fermo qui…

    Ma si parla con cognizione di causa, o tanto per parlare?

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  6. MaSindaco Basile????
    Non pervenuto

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  7. Tommaso Mondello 6 Agosto 2025 19:16

    Mi chiedo dove erano gli ambientalisti messinesi in questi anni quando i palazzinari locali hanno fatto scempio del nostro territorio e, in particolare, delle colline da Paradiso a Ganzirri. Ovunque una colata oscena di cemento di case e casette con la famosa “vista mare” che ha deturpato per sempre il paesaggio.
    Dov’erano e dove sono gli ambientalisti messinesi quando i TIR attraversano indisturbati il centro città mettendo a rischio persone ?
    Dove eravate ? Quali manifestazioni avete fatto contro la colata di cemento ? Quali cortei state facendo per protestare contro i TIR che scorrazzano nel centro della città ?
    Troppo facile, adesso, prendersela con il Ponte. Per una volta lo Stato ha deciso di investire in questo territorio e abbiamo il dovere di fare in modo che sia un’opportunità.
    Non lasciamoci scappare questa occasione.

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  8. Diretto mi raccomando voi di tempostretto ricordatevi di rinnovare la tessera di rifondazione comunista, e tanti saluti a Marx.

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  9. Quando lo capirete che Messina, da quando c’è Basile, è l unica città che non appartiene più ai suoi cittadini bensí agli stranieri?? Cavolo mettetevelo in testa, Messina non è nostra ma degli altri, così ragiona questo sindaco!

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  10. Bisogna anche rinnovare la tessera del PNF

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  11. Credo che Conte abbia lasciato anche il PNRR.

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  12. ……..il fatto che Messina adesso apparterrebbe ad altri non è ASSOLUTAMENTE un male visto come viene UMILIATA dai Messinesi che la abitano……..il NO PONTE insieme a tutte le altre FANTOMATICHE Associazioni sono soltanto ANARCHICI che,per fortuna,non contano e MAI avranno un ruolo IMPORTANTE nella Società Siciliana…….

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  13. La costruzione di ponti, sia nel senso letterale che metaforico, può certamente portare a nuove opportunità. In senso fisico, i ponti collegano fisicamente due punti, facilitando il trasporto di persone e merci, creando nuove rotte commerciali e favorendo lo sviluppo economico. Metaforicamente, costruire ponti significa creare connessioni, favorire il dialogo e la collaborazione, superando divisioni e ostacoli culturali o social.
    ben venga il ponte e se ne facciano una ragione chi ha manifestato il No senza sapere neanche il perchè dice no. E via tutta la gentaglia che ha distrutto una città e adesso parla di impatto ambientale e altre cavolate varie…. Ma per favore… ben vengano nuove infrastrutture…

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  14. Credo che prima di scrivere su un commento,bisogna aver capito cosa la persona che l’ha scritto vuole dire,altrimenti è meglio non commentarlo.Che il Ponte sia inutile è un punto di vista rispettabile ma non condivisibile ,perchè invece da utilità,e vantaggi,anche a chi oggi dice no,che è solo un no ideologico.I turisti verranno pure in aereo e con le navi,ma sicuramentre verranno a Messina per vedere il ponte.Il fatto poi che con questi soldi si potrebbero costruire strade,scuole,ospedali,è la solita retorica della sinistra,alla quale chiederei,ma quando siete stati al governo come mai non avete fatto voi queste opere,che oggi dite che mancano.Cara sinistra ma quando capirete che il popolo italiano si è impoverito da quando il vs. premier di spicco Dott. Prodi,ed il Dott, Ciampi sono stati quelli che hanno trattato il cambio lira,euro.Da allora gli stipendi si sono dimezzati,e chi prendeva due milioni di stipendio,e viveva bene,improvvisammmente è diventato povero con mille euro,poi avete anche Conte che ha scassato i conti pubblici,che ha regalato soldi anche a chi non aveva bisogno per ristrutturare casa,quindi credo che siete gli ultimi a dover protestare per il ponte,in fondo sono solo 14 miliardi,che almeno svilupperanno il territorio,anche con altre opere compensative,chi lo vedrà finito vedrete si ricrederà:

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