Messina, l'appello del console ucraino e l'allarme degli avvocati sull'accoglienza dei bimbi profughi VIDEO

Messina, l’appello del console ucraino e l’allarme degli avvocati sull’accoglienza dei bimbi profughi VIDEO

Silvia De Domenico

Messina, l’appello del console ucraino e l’allarme degli avvocati sull’accoglienza dei bimbi profughi VIDEO

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mercoledì 23 Marzo 2022 - 14:03

I bimbi ucraini arrivano a Messina: servono strutture d'accoglienza, sostegno alle famiglie affidatarie e chiarezza. "Questi bimbi dovranno tornare a casa", spiega l'Ordine degli Avvocati

MESSINA – Da un lato tanti bambini ucraini che attendono di essere adottati da famiglie messinesi, bloccati al confine con la Romania dal conflitto. Dall’altro i molti minori già arrivati a Messina e che stanno trovando accoglienza nelle famiglie nei centri. Per loro deve intervenire una rete di professionisti per fornire il giusto supporto psicologico oltre che quello materiale, ed alle famiglie affidatarie deve essere chiaro che, una volta finita l’emergenza, questi piccoli devono tornare nelle loro famiglie.

L’Ordine degli Avvocati di Messina in aiuto all’Ucraina

Sono questi i temi principali affrontanti all’incontro promosso dall’Ordine degli avvocati di Messina, che in collegamento col console ucraino a Napoli Maksym Kovalenko ha fatto il punto sull’emergenza umanitaria.

“Abbiamo risposto prontamente risposto alla chiamata alle armi da parte del Consiglio nazionale forense che, dopo lo scoppio della guerra, ci ha dato 48 ore per aderire all’impegno a favore della popolazione giallo-azzurra, in particolare i colleghi avvocati, istituendo un contact point”, spiega l’avvocato Antonio Cappuccio, presidente della Commissione ordinistica per i rapporti intranzionali.

La testimonianza dell’avvocato ucraino

In collegamento da Kiev l’avvocato Kirill Barashkov che ha portato la sua testimonianza: “Tutta la mia attività in questo momento è concentrata nell’aiutare i bambini rimasti orfani, perché il papà è andato a combattere; so perfettamente tutto quello che sta facendo l’Italia per la nostra popolazione, sono sempre aggiornato e cerco di fare uscire i bambini rimasti soli dal paese, ma non è facile”.

Proprio sulle procedure d’accoglienza ha voluto fare chiarezza l’Ordine, come spiega nell’intervista ad Alessandra Serio la vice presidente Maria Isabella Celeste.

Il nodo delle strutture d’accoglienza dei minori

“Non è possibile aggirare le norme sulle adozioni internazionali – ha specificato il vice prefetto aggiunto a Messina Cosimo Gambadauro – bisogna augurarsi che questi bimbi tornino poi nella loro terra, dunque rispettare il criterio della provvisorietà del provvedimento. Inoltre la nostra Prefettura, proprio in questi giorni, sta effettuando sopralluoghi in alcune strutture della città e della provincia, circa 5-6 per un totale complessivo di 200 posti, che serviranno ad accogliere cittadini ucraini. Queste disponibilità si aggiungono ai privati che vogliono accogliere i profughi nelle loro case. Sul nostro sito sono state pubblicate le circolari con i dettagli per gli aiuti umanitari rivolte anche ai sindaci”.

Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti oltre al console e al vice prefetto, anche il presidente dell’associazione Verso Est Fabrizio Poli, la presidente della Fondazione Patrizia Nidoli onlus Anna Benedetta Torre, la docente dell’Università di Messina Lina Panella, i componenti della Commissione per i rapporti internazionali e tutela dei diritti fondamentali Carmela Maria Cordaro e Carmelo Picciotto che hanno approfondito alcuni aspetti tecnici degli aiuti al popolo ucraino. A moderare i lavori la componente della medesima Commissione Maria Adelaide Merendino.

gli avv Cappuccio, Celeste e Santoro insieme alla vice prefetta Gambadauro

Un commento

  1. Marcella De Luca 24 Marzo 2022 18:42

    Pur lodando l’iniziativa dei colleghi avvocati mi sento però obbligata, a titolo personale, quale donna e avvocato impegnata da sempre nella tutela dei diritti umani, ad evidenziare la scelta infelice di utilizzare il termine “chiamata alle armi” per raccontare l’impegno intellettuale del Consiglio dell’Ordine mentre si sta combattendo una guerra reale a pochi passi da noi. Con osservanza
    Marcella De Luca

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